Il lago nero

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Ho scritto sulle note di
"Black out days" dei Phantogram.

Per chi amasse leggere
accompagnato dalla musica.

~•~

E non era più un lago
ma un attonito specchio di me,
una lacuna del cuore.

~•~

La domenica passò in un batter d'occhio, cullata dai sospiri stanchi, incastonati tra le viti delle porte di legno.

Draco, che si era alzato verso mezzogiorno, reduce di una serata devastante in compagnia dei suoi amici più stretti, aveva deciso di pranzare nel suo alloggio, dato che avrebbe preferito inghiottire cinque vermicoli, piuttosto che mettere piede fuori dalla sala comune.

Solo alle quattro di pomeriggio aveva deciso di dirigersi verso il lago nero, dove era sicuro di non incontrare nessuno, grazie al forte vento che aveva iniziato a tirare. E non era il solo, a quanto pare.

Hermione stava percorrendo con fretta la strada che separava il castello dalla capanna del guardiacaccia di Hogwarts insieme a Ron ed Harry.

Si stavano dirigendo verso il lago nero, dalla parte più vicina ad Hagrid, per parlare in tranquillità e passare un po' di tempo insieme, visto che con il programma di apprendimento speciale che avevano intrapreso i due ragazzi, si vedevano di rado.

Nei mesi più freddi e umidi era raro vedere qualche studente aggirarsi intorno alle sponde del lago. Per di più, i meandri della foresta proibita, che si trovavano a pochi metri dalle sponde, e le strane creature che abitavano i fondali del lago nero, riuscivano a incutere timore a chiunque ci passasse vicino.

Adesso, Harry e Ron stavano cercando di tenere il suo passo passo spedito, dato che la loro amica faceva tutto tranne che passeggiare. Era un dato di fatto, Hermione non riusciva a camminare lentamente.

Con l'inizio dell'ultimo anno e la consapevolezza degli esami a fine percorso scolastico, Hermione era diventata sempre più suscettibile e agitata. Harry e Ron lo chiamavano "effetto settimana magica", in quanto si ripercuoteva sulla loro amica ogni volta dopo la prima settimana di scuola.

Per di più, sommando a questo fattore la sua obbligatoria collaborazione con Draco Malfoy e i ridondanti dubbi che la perseguitavano, non si poteva certo biasimarla.

«John Dawlish hai detto?». Harry si aggiustò gli occhiali sul naso, l'aria pensosa.

«Sì, Harry». Annuì Hermione verso di lui. «Ti ricordi per caso se il suo nome è presente nella lista degli auror che fanno parte del vostro programma di istruzione?».

«A me non sembra». Si intromise Ron scuotendo la testa.

«Nella lista degli auror presenti per la sorveglianza del castello non c'era e, detto sinceramente, mi sembra piuttosto strano che un personaggio della sua fama si trovi a sorvegliare Hogwarts, piuttosto che starsene là fuori a dare la caccia ai mangiamorte». Disse Hermione, senza preoccuparsi di mascherare la sua diffidenza.

«Sei sicura? Insomma, per quanto ne sappiamo, avrebbe anche potuto sfuggirti il suo nome».

Hermione squadrò Ron, la stizza nella voce. «Sì, sono sicura. E poi aveva un'aria che non mi convinceva affatto, così ho deciso di fare delle ricerche e sono andata-».

«In biblioteca!». Esclamarono Harry e Ron al suo posto.

La riccia sbuffò. L'aria fresca di settembre soffiava prepotentemente sui volti dei tre ragazzi. Il sole era nascosto tra le nuvole, che tirandolo a sé gelosamente, non ne lasciavano passare nemmeno un raggio luminoso. La chioma ribelle di Hermione svolazzava caoticamente, ondeggiando per aria, sospinta dal vento. Lei non se ne curò, troppo occupata a pensare a quella faccenda.

Around the black lake // DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora