spicchi di speranza

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Ho scritto sulle note
Di "Can't pretend" di
Tom Odell.

~•~

La vera speranza 

la speranza contro
ogni speranza – 

è quella che non si
osa confessare 
neppure a se stessi.


~•~

«Hermione, ci sei?». Domandò la chioma rossa al suo fianco, indicando un punto impreciso della pagina stropicciata del suo libro.
 
«Eh? Ah si, scusa Ron».
 
Si rimise composta, intingendo nel calamaio la sua piuma, riprendendo a scarabocchiare qualche appunto distratto sul quaderno. Niente che già sapesse, babbanologia la seguiva solo per far compagnia a Ron ed Harry.
 
«Ma insomma, Hermione?».
 
«Cosa?!». Sbottò, voltandosi verso di lui, portandosi dietro il suo mare di riccioli.
 
«Ti avevo chiesto se potevi ripetermi quella cosa sull'elettricità».
 
«Oh giusto! Scusa». Bisbigliò, maledicendosi per essere così dannatamente distratta. Gli passò veloce il proprio libro, addobbato sia a destra che a sinistra di appunti extra.
 
Rispose alla domanda di Ron con estrema concentrazione, l'ultima briciola che gli era rimasta dopo aver seguito tutte le lezioni di tutta la mattina.
 
«Grazie». Rispose Ron in un sorriso, scribacchiando sul suo libro con la sua calligrafia disordinata, ma Hermione non lo sentì, era di nuovo assorta.
 
Quando la lezione terminò, gli studenti imperversarono nei corridoi, così come lei, che venne subito affiancata da Ron e Harry.
 
«Devo ancora accettare il fatto che ogni tanto spariate dalla circolazione». Borbottò la giovane strega, mentre rimetteva i libri nella borsa a tracolla e procedeva a passo di marcia.
 
Ron ridacchiò e Harry si aggiustò gli occhiali sul naso.
 
«Dispiace anche a noi, Herm, ma non possiamo fare altrimenti». Disse il moro.
 
Lei annuì, sconsolata. «Lo so, Harry, ma non vi nascondo che ogni tanto mi manca passare del tempo con voi».
 
«Anche a noi manca la tua voce petulante». La prese in giro Ron, un sorriso simpatico.
 
Lei lo guardò storto. «Non so se prenderlo come un complimento».
 
Gli altri due risero ed Harry diede una pacca sulla spalla di Ron, continuando a dirigersi verso la sala grande, pronti a consumare il pranzo.
 
Appena varcata l'enorme porta, un brusio si fece largo nelle loro teste. Molti studenti avevano già occupato una buona parte delle quattro tavolate.
 
«Tra poco avete le selezioni per i cercatori?». Domandò Hermione, prendendo posto sulla panca di legno.
 
Ron e Harry si sedettero uno alla sua destra e uno alla sua sinistra.
 
«No, sono state rimandate per la pioggia». Harry indicò le finestre traslucide, bagnate  all'esterno da piccole goccioline.
 
«Oh... ».
 
«Avremo bisogno di un cercatore di riserva, in caso Harry ed io non ci fossimo per colpa del programma di studi». Spiegò Ron.
 
«Chi è il tuo sostituto, Ron?».
 
Ron ed Harry si fissarono per qualche istante. «Cormac». Disse il primo tra i denti.
 
«Lo avete preso in squadra?».
 
Il rosso annuì, riempiendosi il piatto con le pietanze seminate su tutti i vassoi di metallo.
 
«Per quanto sia alto il risentimento nei suoi confronti, è un ottimo portiere». Aggiunse Harry dando una pacca sulla spalla di Ron. «E dobbiamo pensare alla squadra».
 
Hermione si servì prendendo del roast beef e un po' di patate al forno come contorno, riempiendo anche il piatto di Harry, il quale acconsentì con un cenno della testa.
 
«Molto maturo da parte vostra». Borbottò tagliando la carne. «Speriamo lo sia anche lui».
 
«Lo spero anche io». Rispose Ron alzando entrambe le sopracciglia. «E non credo gli sia passata del tutto l'enorme cotta che aveva per te, Hermione».
 
Alla giovane strega per poco non andò di traverso l'acqua. Poggiò il bicchiere sul tavolo in maniera brusca. «Come dici?».
 
«Hai sentito». Scrollò le spalle Ron.
 
«È vero». Confermò Harry, ridacchiando.
 
Hermione li guardò storto. «Possiamo cambiare argomento?».
 
«Hermione?». Una voce dal timbro caldo la richiamò alle sue spalle, facendola voltare.
 
Il giovane davanti a se la stava fissando con un sorriso raggiante, la chiostra di denti bianchi messa in bella mostra. I capelli dorati erano scompigliati e lasciati ricadere morbidamente sulla fronte.
 
«Ciao, Dominik!». Lo salutò, ricambiando immediatamente il sorriso.
 
Ron ed Harry si scambiarono un'occhiata mista tra confusione e curiosità.
 
«Ti ho riconosciuta dai capelli».
 
Hermione ridacchiò. «Già».
 
«Inconfondibili, vero?». Le fece eco Ron, intromettendosi.
 
Lo studente di tassorosso annuì e porse una mano in direzione dei suoi migliori amici, presentandosi in modo educato. Dominik fu invitato a pranzare insieme a loro, invito che fu accettato immediatamente.
 
La pausa pranzo sembrò volare via, come quei giorni che aspetti da settimane e che, in men che non si dica, finiscono, divenendo un ricordo lontano, inarrivabile, ma indelebile nella memoria.
 
In men che non si dica, Hermione fu di nuovo seduta al suo banco senza rendersene nemmeno conto. Al suo fianco, sedeva Dominik, che si era scoperto frequentare la classe di rune antiche avanzate. Le aveva detto che le lezioni di Hogwarts erano di gran lunga più interessanti di quella della sua vecchia scuola e che voleva frequentare più lezioni possibili. 

Around the black lake // DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora