Andare a caccia
di ricordi non è
un bell'affare.
Quelli belli
non li puoi catturare
e quelli brutti
non li puoi uccidere.~•~
Quando Hermione aprì gli occhi, trovò davanti a sé un'enorme distesa di letti bianchi, separati l'un l'altro da delle tendine verdi scure. Li richiuse immediatamente. Strizzò le palpebre e sentì entrambe le cornee pizzicare.
Aveva la bocca secca e le labbra leggermente screpolate. Ci passò la lingua sopra, scoprendone un minuzioso taglio ancora fresco, a spaccarle a metà il labbro inferiore.
Sentiva il proprio corpo intorpidito, una fitta alla testa che sembrava volerle tenere compagnia a tutti i costi. Avvertiva una sensazione strana che le si irradiava ovunque e che partiva dallo stomaco, in subbuglio.
Aprì di nuovo gli occhi, questa volta più lentamente. Cosa ci faceva in infermeria? E, più precisamente, come ci era arrivata?
Frugò nella sua mente, alla ricerca di informazioni utili da poter utilizzare per rispondere alla sua domanda, ma non trovò nulla. Il suo cervello sembrava essersi trasformato in una torre inespugnabile, dentro la quale lei non era la benvenuta.
Un flusso di pensieri statici e inaccessibili.
Immagini storte e sfocate si confondevano davanti ai suoi occhi chiusi. Le sembrava di essere in una sala del cinema a guardare un film che aveva già visto, ma che non riconosceva.
«Hermione, ti sei svegliata!» Esclamò una voce familiare alla sua destra. «Come ti senti?»
Si voltò ed i suoi occhi inquadrarono Neville, che la fissava con un cipiglio preoccupato sul viso. Era seduto accanto al comodino in legno d'acero, alla destra del letto nel quale lei sembrava trovarsi senza conoscere il perché.
«Stordita.» Ammise, puntellando i gomiti sul materasso per tirarsi su. «Cos'è successo?» Chiese provando ad appoggiarsi con la schiena alla testiera di ferro del letto. Si portò quasi subito una mano sulle tempie, massaggiandole piano, cercando di sciogliere il forte cerchio alla testa.
«Tu non...» Iniziò Neville, l'indice sospeso per aria e le labbra dischiuse. «Insomma, tu non ricordi nulla?»
Hermione lo guardò storto e poi chiuse gli occhi, rimanendo in silenzio. Il Grifondoro poggiò le mani sulle cosce e aspettò pazientemente.
«Anche se lo trovo assolutamente normale dopo quello che è successo.» Tornò sui suoi passi.
Perché? Cos'è successo? Si domandò.
Se c'era una cosa che lei odiava, era essere all'oscuro. E, questo, era proprio ciò che le stava capitando.
«Cosa dovrei ricordare?»
Neville sospirò. «Sei svenuta, Hermione.»
Lei allargò le palpebre, lo stupore a farsi largo sul suo viso.
«Svenuta?» Ripeté, incredula.
Lui annuì.
«Al momento, la tua memoria ti sta occludendo i ricordi delle ultime ore. Non ti dirò cos'è successo perché voglio prima vedere quali cose ricordi senza sforzarti.» Le spiegò, pronto a spronarla.
«Quindi, cosa ricordi?»
Ripercorse gli eventi di quella mattina con aria assorta: di quando si era svegliata, lavata ed era scesa a fare colazione. Seguiva la linea temporale della sua vita in punta di piedi, camminando sopra un filo sospeso in aria, traballando di tanto in tanto.
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Around the black lake // Dramione
Fanfic~•~ [...] Rimasero immobili per minuti interminabili, gli occhi di uno puntati sulla pelle marchiata dell'altro. Il rumore sordo del vento li cullava, mescolando i loro dolori squarciati che erano stati muti e nascosti per decisamente troppo tempo...