ricordati di respirare

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Tenetevi pure i sentimenti misurati, i sogni calibrati, i rischi calcolati.
Io scelgo i tuffi al cuore, i brividi nello stomaco, le corse sulle nuvole e i colori fuori dai margini.

~•~

«Un ringraziamento a Minerva per averti annullato la ronda di ieri sera.» Brontolò sarcasticamente Blaise facendo di nuovo irruzione nella camera di Draco con una fiala in mano.

La Mcgranitt aveva annullato la ronda sia a Draco che ad Hermione, mandando gli auror al loro posto, in quanto il giorno corrente ci sarebbe stata la prima partita del torneo di Quidditch.

«Abbassa la voce.» Ringhiò Draco, premendosi il cuscino sulla testa, sentendo il tessuto combaciare con il suo orecchio destro.

«Fottuto idiota.» Lo strappò via dal letto strattonandogli il braccio. Draco mugolò, tirando via l'arto dalla presa dell'amico.

«Dammi quella dannata fiala, Blaise.»

«Non prima di avertene dette quattro, bastardo di un Malfoy. Dì un po', che ti è saltato in mente?»

Draco si tirò su contro voglia e lo guardò con gli occhi arrossati dal sonno e dalla sbornia. «Ho detto, dammi quella dannata fiala.»

«Sei il capitano della squadra, Draco. Non puoi prenderti una sbronza la sera prima della partita.» Lo sgridò come se fosse un bambino e lui il genitore. «Anzi, mi correggo, nella tua situazione non puoi prenderti una sbronza in generale. Sarebbe maledettamente stupido e controproducente.»

«Sarebbe maledettamente stupido e controproducente se qualcuno lo venisse a sapere.» Borbottò il biondo, strappandogli di mano la fiala e ingurgitando tutto il contenuto tutto d'un fiato, rilassando momentaneamente i nervi.

«Draco, sono serio.» Riprese Blaise. «Era l'ultima scorta che mi era rimasta, ed è stata una fortuna.» Indicò la fialetta vuota che giaceva di fianco alla mano di Draco.

«Perché l'ultima scorta?» Sbadigliò, sapendo che l'amico era molto scrupoloso sulla produzione della sua personale scorta di pozioni.

«Perché la metà delle mie scorte dovevano essere custodite da Ophelia.» Sbuffò contrariato.

Draco sghignazzò. «E l'idiota sarei io? Quello che si è bevuto il cervello qui sei solo tu amico.»

«Sta' zitto Draco, stiamo parlando di te. E ricordati che sei anche caposcuola.» Cambiò discorso Blaise, appoggiandosi con disperazione allo stipite della porta.
«Hai finito con la tua cantilena?»
Draco si alzò dal letto e si diresse verso l'armadio, sentendo il suo martellante mal di testa attenuarsi lievemente.

«No.» Scosse la testa Blaise. «Avrò finito quando mi avrai detto il motivo che ti ha spinto a scolarti metà bottiglia di wisky incendiario la sera prima della prima partita dell'anno.»

«Non avevo nessun motivo in particolare.» Rispose ostentando indifferenza, mentre faceva scivolare la sua mano su una gruccia di legno bianco lucido per estrarre la sua uniforma dal mobile.

«Questo "nessun motivo in particolare"...» Fece le virgolette con le mani, «... per caso si chiama Hermione Granger?»

Draco si cristallizzò, i muscoli in tirare al solo suono del suo nome. «Non so di che parli.»

Blaise sghignazzò e scosse la testa. «Draco, al contrario di quanto pensi, le pareti non hanno orecchie, siamo solo io e te.»

L'altro alzò un sopracciglio. «E allora?»

«E allora ammetti che ti sei preso una sbronza perché pensi alla Granger.»

Draco fece una smorfia inorridita, come se l'amico l'avesse offeso in qualche modo. «Stai vaneggiando.»

Around the black lake // DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora