di cosa profuma la neve (1/2)

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La neve era troppo
leggera per restare,
il terreno troppo caldo
per tenerla.

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(Leggere nota autrice)
~•~

Il mantello nero che stava svolazzando per il corridoio del settimo piano sembrava non riuscire a tenere il passo della ragazza che lo stava indossando. Il cappuccio colorato internamente di rosso era coperto dalla neve e poggiato sulle sue esili spalle, mentre ripeteva i movimenti del mantello ad ogni suo passo traballante.

La gonna grigia a pieghe della sua uniforme, la cui lunghezza arrivava solitamente appena sotto le ginocchia, ora era sollevata di dieci centimetri più in su rispetto alla sua zona comfort e ondeggiava dall'alto in basso, prendendo i ritmi di quella corsa degna di un bolide impazzito.

Mentre una mano si dimenava per abbassarla il più possibile, l'altra era impegnata a stringere la tracolla della sua borsa marrone che, per sua fortuna, era sigillata, altrimenti ci sarebbe stata, di lì a poco, un'ulteriore nevicata, stavolta fatta di libri e pergamene varie. 

La massa scura e informe di ricci era coperta da delicati fiocchi bianchissimi, che la ragazza si affrettava a togliere scuotendo la testa di tanto in tanto, con mancato successo. Durante la notte era caduta una buona dose di neve, nonostante fosse solo la prima metà di Novembre. Essa era stata, in un certo senso, la terribile causa della sua maratona improvvisata per tutti i corridoi del castello. 

Hermione si era lasciata convincere da Ginny ad uscire in giardino con lei in seguito alla colazione delle nove. O meglio, dopo le infinite lamentele esasperate e i continui rifiuti dell'amica, la rossa non aveva più accettato un "no" come risposta e aveva finito per trascinarla fuori con sé per un braccio.

Avevano fatto una passeggiata in cortile, parlando del più e del meno. Hermione dovette ammettere che quella ventata di tranquillità che la investiva quando passava il tempo con la sua migliore amica, le era proprio mancata e le aveva permesso di distaccarsi da ciò che avrebbe dovuto fare un'ora dopo soltanto.

Tranquillità che, ovviamente, venne subito minata da una chioma rossa e una scura. Ron ed Harry erano comparsi improvvisamente da dietro la fontana di marmo e avevano scatenato contro le due povere ragazze una pioggia di palle di neve.

«Adesso me la pagate!» Aveva sbraitato Ginny, toccandosi i capelli ormai zuppi e congelati.

«Sei lenta come una lumaca sorellina.» Aveva riso Ron, lanciando un'altra palla che era finita proprio sul fianco di Ginny.

Ginny aveva lanciato uno sguardo di intesa a Hermione, che con un incantesimo silenzioso aveva eretto una barriera protettiva sulla rossa. Ginny si era lanciata all'inseguimento di Ron e Harry, scatenando contro di loro una vera tempesta di neve tramite l'uso della sua fedele bacchetta.

I quattro Grifondoro avevano riso e avevano ripreso a correre sotto il cielo ricoperto da nuvole color panna, che continuavano a far piovere numerosi e candidi fiocchi di neve. I sorrisi sinceri sui loro volti, avevano ricordato a tutti cosa volesse dire essere spensierati come lo erano un tempo, in quella parte di passato dove i pericoli da affrontare non erano altro che coraggiose avventure.

Una sensazione magica, di quella magia che non proviene dalla punta di una bacchetta, ma dal cuore.

Hermione si era fermata per qualche istante ad osservare il cielo, estraniandosi dal gruppo. Tese una mano davanti a lei e catturò un fiocco di neve col palmo. Prima che si sciogliesse a contatto con il suo palmo, si ricordò di quando da piccola correva su e giù per il giardino di casa con la bocca spalancata, con il glorioso intento di mangiarli. Sorrise al ricordo e tirò su col naso, arrossato per il freddo. Non era il momento di essere tristi.

Around the black lake // DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora