per l'amore di una rosa,
il giardiniere è servitore
di mille spine.~•~
Dopo la silenziosa ronda, Hermione si era rintanata nel suo alloggio da caposcuola nel dormitorio dei Grifondoro, sentendo una stanchezza improvvisa che la abbracciava.
Aveva represso un pianto isterico quando, a causa della sua troppa distrazione, le era scivolata la sua tazza preferita dalle mani e si era frantumata sul pavimento.
Aveva fissato i pezzi di ceramica con il labbro pizzicato tra i denti stretti e aveva constatato che lei si sentisse esattamente in quel modo. Aveva fatto una smorfia per il solo fatto di essere consapevole di assomigliare ad una tazza rotta.
Li aveva fissati di traverso, con due gocce d'acqua salata a spuntarle dagli angoli degli occhi. Quei piccoli frantumi erano così simili alle fratture che si portava dentro al cuore, seppellito da carne e barriere protettive, che le era stato facile rivedersi in essi.
L'aveva sistemata con un colpo secco di bacchetta, non volendo continuare a guardare i cocci.
Hermione, durante i due giorni successivi, aveva finito per evitare tutti, concludendo per rintanarsi sempre nei pressi del suo salice, a godersi il solletico delle fronde sulla fronte e l'immagine delle foglie svolazzanti che piovevano sulla superficie del lago Nero, finendo per galleggiarci sopra. Le ricordavano terribilmente le barchette di carta che costruiva insieme a suo padre quando era piccola.
La domenica arrivò in un battito di ciglia.
Le ore erano frenetiche, i pensieri le scorrevano nella testa con una logica tutta loro e, come se non bastasse, le giornate si stavano accorciando irrimediabilmente.
Ormai mancava poco alle vacanze natalizie ed Hermione avrebbe visto la scuola svuotarsi della maggior parte dei suoi allievi subito dopo il ballo d'inverno, quello che la preside aveva annunciato proprio qualche giorno prima.
Sarebbe stato il secondo Natale senza i suoi genitori, un altro Natale dove si sarebbe sentita terribilmente ed irrimediabilmente sola... forse.
Si svegliò presto grazie alla sua sveglia babbana. Dopo essersi rigirata almeno cinque o sei volte tra le calde lenzuola del suo piumone, aveva capito che la decisione migliore era quella di alzarsi.
Il bagno era stata la sua prima meta, dove aveva prontamente evitato di guardare i suoi capelli nel riflesso dello specchio, per paura delle condizioni nelle quali li avrebbe potuti trovare.
Si era strofinata forte la pelle sotto l'acqua corrente della doccia, cercando di far sparire l'angoscia che i brutti sogni le avevano provocato, fino a farla leggermente arrossare. Quella notte la sua mente aveva prodotto sogni piuttosto creativi, slittando tra i suoi ricordi della guerra e trasformandoli in dolorosi scenari contorti che non voleva nemmeno provare a ricordare.
Rimase sotto l'acqua più del dovuto a pensare che domenica non le era mai piaciuta: così malinconica, così...vuota.
Quella mattina aveva in programma di starsene per i fatti suoi in biblioteca, tenendosi volontariamente a debita distanza dal campo di Quidditch e dai ragazzini urlanti che avrebbero popolato gli spalti, dove si sarebbe disputata la partita che avrebbe visto come sfidanti i Tassi e i Corvi.
Sapeva che sia Ron, che Harry, che Ginny si sarebbero riuniti nella solita curva Grifondoro del campo ovale, per poter studiare le tattiche avversarie, soprattutto quelle della casa Tassorosso, la quale aveva acquisito un nuovo portiere del quarto anno, per non parlare del nuovo cercatore, letteralmente un giovane prodigio... ma d'altro canto era un Diggory. Si vociferava che fossero davvero gli assi nella manica della squadra.
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Around the black lake // Dramione
Fanfiction~•~ [...] Rimasero immobili per minuti interminabili, gli occhi di uno puntati sulla pelle marchiata dell'altro. Il rumore sordo del vento li cullava, mescolando i loro dolori squarciati che erano stati muti e nascosti per decisamente troppo tempo...