La fine (1/2)

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Ho scritto sulle note di
"Army Dreamers" Kate Bush
per chiunque amasse leggere
accompagnato dalla musica.

What a waste
Army dreamers.

~•~

La neve aveva cessato di cadere, come se avesse già portato il suo avvertimento. Adesso il cielo era limpido, nessuna nuvola oscurava le stelle e la luna, le sole spettatrici inermi.

Di lì a poco, dal cortile della scuola sarebbero arrivati rimbombi, esplosioni, scintille verdi e rosse. Di lì a poco, sarebbe rimasta solo una coltre di polvere, macerie e grida.

Gli studenti non erano stati abbastanza svelti da piazzare una seconda barriera per intero. Erano riusciti a rallentare l'avanzata della Resistenza, che imponeva la sua presenza secondo dopo secondo, lanciando incantesimi da lontano. Nessun auror era sicuro se la loro strategia fosse quella di incutere timore, mostrandosi sempre più vicini, o fossero così stupidi da rivelare continuamente la loro posizione. La preside votava per la prima ipotesi.

Dawlish aveva pensato alla presenza di una spia, ma la preside Mcgranitt aveva smentito subito le sue ipotesi nefaste, dicendo che non potevano permettersi di perdere nemmeno un secondo dietro a quelle assurde congetture. Ma l'auror a capo della sicurezza della scuola non era della sua stessa idea e continuò a pensare in silenzio al giorno in cui la Signorina Granger aveva avvistato uno sconosciuto al confine della foresta Proibita.

Quest'ultima adesso aveva appena ricevuto l'informazione che tutti i ragazzini erano stati evacuati e che gli auror stavano prendendo una pozione per tornare in forze.

I ragazzi del settimo anno erano raggruppati nel cortile più grande, le bacchette alla mano ed i denti stretti, sparpagliati in mezzo agli auror.

«Dobbiamo evacuare anche i ragazzi più grandi.» Bisbigliò la preside verso il capo auror.

«Minerva, non abbiamo più tempo. Loro non se ne andranno mai, li hai sentiti. Si imporranno.»

«A me non importa cosa vogliono o non vogliono loro. Se ne devono andare tutti.» Disse con un respiro brusco. «Non voglio rischiare di perdere nessuno di loro, non più.»

Ma esattamente nel momento in cui si stava voltando per richiamare il professor Lumacorno, una colonna di pietra cadde a terra, rompendo le mattonelle del pavimento del cortile. La terra parve tremare sotto quel colpo, mentre nell'aria si liberava la fastidiosa e roca risata di Fenrir Grayback.

Hermione lo fissò con gli occhi sbarrati di puro orrore, arretrando istintivamente di qualche passo, ricordando immediatamente le circostanze dell'ultima volta in cui l'aveva visto. Pensò immediatamente a Lavanda Brown. La vide distesa a terra, i capelli sporchi, aggrovigliati e gli occhi vacui. Giaceva immobile davanti ai suoi occhi e lei non poteva fare nulla. Era morta, proprio come molti altri.

Il lupo mannaro avanzò, era lui ad aprire la fila dei suoi compagni.

Molti membri della Resistenza mostravano il proprio volto, molti altri portavano un cappuccio ed una maschera inquietante ad oscurare la loro reale identità.

Tra loro venne subito riconosciuto Lucius Malfoy, dichiarato come scomparso da svariate settimane.

Hermione lo osservò: pareva invecchiato di dieci anni. I capelli lunghi erano raccolti in una treccia e avevano perso la loro lucentezza ed il loro solito colore. Il ghigno che decorava la sua bocca era aspro e traboccava di crudeltà repressa. Il luccichio nei suoi occhi non era certo un buon segno. Sembrava che fosse il risultato di una mente deteriorata.

«Che cosa ci fate qui?» Gridò Minerva Mcgranitt, mentre li osservava interrompere la loro camminata all'inizio del ponte. Quella non era una domanda.

Around the black lake // DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora