e le stecchite piante
di nere trame
segnano il sereno~•~
Novembre era ormai agli sgoccioli. Le ventate che profumavano di nostalgia imperversavano nei cuori degli studenti di Hogwarts, in particolare di una.
Hermione sedeva sulla panca di legno della Sala Grande di fronte al tavolo della sua casa. Un fedele libro poggiato alla sua destra e lo sguardo perso oltre le vetrate, a contemplare la natura morta che faceva da sfondo. Quella notte era nevicato e poteva scorgere, sbirciando dalle finestre, il manto bianco e candido ricoprire ogni superficie.
Il vento di Novembre nel cuore e i rami secchi e spezzati negli occhi. Il clima di fine autunno sembrava andare d'accordo con la confusione che regnava sovrana nella sua testa dove, invece che le foglie, erano i pensieri a vorticare in un deleterio circolo vizioso. L'unica eccezione era la calma della neve, fredda e silenziosa, una rovina che cadeva sulle teste degli studenti con i suoi modi gentili.
Tra una misera mezz'ora sarebbe partita per stare un intero week end ad Hogsmeade, grazie al permesso accordato dalla preside Mcgranitt, che aveva firmato a ciascuno dei componenti del comitato del ballo. Sarebbe stata lontana dalla scuola di magia per due giorni interi, ma l'unica cosa alla quale riusciva a pensare era che sarebbe stata lontana anche da un paio di occhi glaciali, la vera rovina bianca dalla quale si stava per allontanare.
Aveva sfruttato il piccolo incidente che aveva avuto nella serra per evitare Draco, sottraendosi a tutte le ronde di quella settimana. Aveva sfruttato il tempo guadagnato standosene chiusa in camera, a compiere delle ricerche riguardanti i suoi genitori. Voleva dimenticarselo, voleva soffocare a forza tutte le farfalle che svolazzavano nel suo stomaco. Ma ogni volta che lui accennava a volerle parlare, ogni volta che solo lo scopriva a guardarla di sbieco e incrociava i suoi occhi, loro risorgevano, le ali a sbattere ancora più forte.
Hermione considerava la lontananza come un beneficio da sfruttare al massimo. Sarebbe stata utile a sé stessa, per rimettere dei paletti che erano stati strappati via da un soffio di sentimenti. Doveva ricucire quello strano squarcio che le stava facendo sanguinare il cuore, provocato da un paio di labbra altrui, che si erano scontrate con le stesse labbra spigolose che avevano bruciato la sua, di bocca. Uno squarcio con il quale doveva ancora fare i conti, ignara della sua reale natura.
Ma dentro di sé lo sapeva, oh lei lo sapeva benissimo che la distanza non sarebbe servita ad un bel niente. Anche perché, a cosa le sarebbe servito allontanarsi dal castello, quando la disgrazia dalla quale desiderava fuggire era proprio impressa nei suoi occhi? Le bastava chiudere le palpebre per rivedere la scena, per rivedere lui e lei.
Un tonfo fatto da pagine di giornale che sbattevano contro il legno le fece scattare gli occhi. Ron aveva appena poggiato sul tavolo il giornale di quella mattina, con poca grazia, mentre le si sedeva davanti insieme ad Harry.
«Ciao, Hermione.» La salutò Harry, l'espressione mogia.
Hermione accennò un flebile sorriso, scacciando le nuvole di pensieri, mentre li guardava riempirsi i piatti delle leccornie che la cucina della scuola metteva loro a disposizione.
«Che succede?» Domandò in un soffio, alludendo al loro evidente nervosismo.
Intorno a loro non c'era quasi nessuno. Era abbastanza presto ed era sabato, per cui si ritrovarono come racchiusi in una bolla protettiva.
Ron ed Harry si scambiarono un'occhiata eloquente, prima che il secondo prendesse la parola, sistemandosi gli occhiali sul naso.
«Leggi.» Le mise il giornale sotto il naso. «Hanno catturato un mangiamorte, la cui identità è ancora segreta.»
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Around the black lake // Dramione
Fanfic~•~ [...] Rimasero immobili per minuti interminabili, gli occhi di uno puntati sulla pelle marchiata dell'altro. Il rumore sordo del vento li cullava, mescolando i loro dolori squarciati che erano stati muti e nascosti per decisamente troppo tempo...