Dare in escandescenza / Gala di Lumacorno (2/2)

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per apprezzare
un fiocco di neve
è necessario
resistere al freddo
-Aristotele

~•~

Il declino della serata era iniziato non appena tutti gli studenti ebbero toccato la loro sedia, come se quell'azione fosse stato l'inizio di una qualche specie di rituale runico.

Le disgrazie, tuttavia, non sempre vengono in massa. Infatti, il destino si limitò a punire l'impudenza di due particolari giovani che sembravano aver capovolto qualche legge metafisica con lo scontro delle loro labbra, con una tempistica fatale.

Ad ogni modo, il professor Lumacorno si adoperò per porre domande continue ai suoi studenti, desideroso di conoscere quale sorte si fossero scelti per il futuro. I ragazzi si limitavano a rispondere ciò che gli sembrava più opportuno, ancora indecisi sul da farsi.

«E lei, signorina Granger? Cosa intende fare dopo gli studi?» Le domandò, dopo aver interrotto le sue chiacchiere con Tracey Mayfield, una Serpeverde dai capelli corvini che era appassionata di creature magiche. «Intendo, sono sicuro che la sua risposta comprenderà il voler continuare a studiare, solo che mi chiedevo quale ramo desiderasse prendere.»

Hermione annuì, un sorriso a fior di labbra e iniziò a parlare, senza accorgersi che tutti gli occhi erano puntati nella sua direzione.

«Esatto, mi piacerebbe senz'altro proseguire gli studi.» Confermò la tesi di Lumacorno. «Il ramo che intendo prendere è quello medico, desidero specializzarmi in medicina e ricerca.»

«Brillante, signorina Granger! Se mi sentirò male saprò chi cercare.» Ridacchiò, alzando un calice di spuntante nella sua direzione. Hermione rise leggermente mentre annuiva, confondendosi tra i risolini degli studenti fatti apposta per compiacere il professore.

Era stata completamente vaga, non un accenno al suo desiderio di studiare in Francia, non un accenno alla specializzazione nella ricerca che avrebbe tanto voluto svolgere in Italia. Hermione teneva quei pensieri per sé, mentre la forchetta strusciava contro la ceramica del suo piatto, desiderando che un giorno o l'altro divenissero finalmente realtà.

Divenne assorta, mentre i suoi pensieri volavano lontano, in Australia, e rifletteva sulla probabilità che nessuno avrebbe gioito con lei se avesse superato i test di ammissione e vinto la tanto ambita borsa di studio. Divenne assorta e non si accorse che un paio di occhi chiari la stavano scrutando dalla parte opposta del tavolo, che avevano certo captato quel suo cambio d'umore improvviso.

Quel paio di occhi si distolsero dalla sua immagine, rivolgendo l'attenzione altrove, dopo una gomitata piuttosto pungente ricevuta nelle costole.

«Blaise, accidenti a te.» Sibilò Draco tra i denti, mentre si massaggiava il punto colpito.

«Cerca di essere meno evidente, e chiudi la bocca che sbavi.»

Questa volta volta fu il turno di Zabini di ricevere una fortuita gomitata nelle costole e quasi si strozzò con lo spumante che stava scendendo nella sua gola. Un sibilo scappò dalle sue labbra scure ed i suoi occhi, perle nere, si modellarono in un'occhiata truce, ricambiata dal suo aggressore con un sorriso di scherno.

«E comunque non stavo sbavando.» Borbottò sotto voce. «Ero semplicemente preoccupato.»

«Per che cosa?» Mimò Blaise con le labbra.

«Ti ricordi dell'incidente nelle serre?»

E il moro annuì, incitandolo a continuare.

«Abbiamo preparato la pozione insieme ma non so se l'abbia presa o meno.»

Around the black lake // DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora