Around the black lake // Dramione

il rimorso punisce la colpa

Ho associato il capitolo
alla canzone che trovate
se scorrete a destra.
Jungle - Emma Louise

~•~

"A volte è come se ci
infliggessimo un castigo
per punirci di una colpa
che noi stessi facciamo
fatica a identificare."

~•~

Il biondo Serpeverde stava camminando nervosamente avanti e indietro da ormai venti minuti buoni, blaterando lamentele a non finire.
In sottofondo, solo l'allegro scoppiettare del camino e i suoi passi soffocati nel pesante tessuto del tappeto che ricopriva il pavimento del suo alloggio di caposcuola.

Si diresse verso la sua dispensa battendo i piedi come faceva da bambino e tirò fuori una bottiglia di whisky incendiario che gli aveva regalato Theodore parecchi mesi prima, da uno sportello in alto a destra. Fece lievitare due bicchieri di vetro sul piano della cucina e versò un po' del liquido ambrato in ognuno.

Lui, che aveva sempre mascherato sé stesso dietro ad un'abbondante dose di cinismo e aggressività.
Lui, incapace di dare agli altri qualcosa di più di un muto disprezzo.
Lui, che nonostante il suo orgoglio purosangue, soccombeva davanti a lei, il suo ossimoro.

Ma non riusciva a provare disprezzo, non più. La rabbia che gli attanagliava la mente e che si era sempre ostinato a riversare insistentemente su di lei, ora era svanita nel nulla. Quel sentimento di odio puro, immotivato e radicale, si era corroso, consumato fino alla fine, nello stesso istante in cui le sue grida gli si erano incastrate nelle sinapsi.

La rivedeva costantemente nei suoi sogni vividi. Il volto bagnato dalle lacrime versate, gli occhi vitrei persi nel nulla, dopo che Bellatrix aveva inciso sulla sua pelle candida la scritta "Sanguesporco". Una patina trasparente li aveva ricoperti, quegli occhi scuri persi nel vuoto, lo stesso vuoto che le si era scavato dentro.

Draco si ricordava perfettamente i capelli di lei sparsi sul pavimento. Le fibre scure e ricciole avevano perso la loro vitalità, erano di un colore spento, morto. Le braccia immobili in delle pose innaturali. L'avambraccio marchiato era imbrattato dal sangue della sua ferita e il sangue, il suo sangue... era di un rosso vivido, proprio come il suo.

Non si era azzardato a scostare lo sguardo da lei nemmeno per un attimo, perché quello che provava era un fiume di compassione e un inestinguibile senso di colpa. E provare rimorso, non è altro che una conseguenza della colpa.

Ed eccola lì, l'inizio della rovina delle credenze di Draco Malfoy, una catastrofe che lo aveva scosso da capo a piedi, spiattellandogli in faccia tutta la verità, senza un briciolo di pietà. E, in quel momento, per lui non ci furono più dubbi.

Ogni volta che la vedeva, ogni volta che sentiva la sua voce, non poteva far altro che scansarla via, rendergli impossibile avvicinarsi a lui. Perché lui doveva tenerla lontana, o il senso di colpa lo avrebbe travolto, come uno tsunami inarrestabile.

Mentre questa consapevolezza si concretizzava lentamente, ogni parte di Draco prendeva fuoco, in un bruciore dilaniante. Se lo sentiva scorrere nelle vene, insieme al proprio sangue puro, che lo tradiva. La codardia che lo contraddistingueva si manifestava costantemente, nascondendosi dietro la sua lingua affilata dai pregiudizi che aveva sempre avuto.

Ma Draco pensava, si interrogava instancabilmente. A cosa gli sarebbe servito il suo dannato sangue puro se aveva le mani ricoperte da quello sporco?

Avere il sangue puro, ma l'anima macchiata.

A quale prezzo?

Ma la stessa purezza del suo sangue lo scorticava dall'interno, raschiandogli piano piano le ossa, come se le stesse marchiando una ad una. Si faceva beffe di lui, era un flusso che infiammava i rami delle sue sinapsi, intrecci di rami indistricabili. Gli dava fuoco per piantare germogli nuovi, puliti, candidi, ma, colorati di un nuovo sentimento che Draco non sapeva di essere in grado di provare. Un sentimento che il suo sangue traditore non poteva nemmeno controllare, al quale sembrava essersi addirittura arreso.