꧁ Ho scritto sulle note
di mary on a cross
per chi amasse leggere
accompagnato dalla musica ꧂Essere puri, che cos'è?
Non t'interrogare a lungo;
esci,
sono i fiori silenziosi
che te lo diranno.~•~
Mi hai portata in braccio dalle serre all'infermeria?
Tu mi odi, perché lo hai fatto?
Draco si piantò le mani nelle orecchie, come a voler bloccare il ronzio della sua testa, dove risuonavano le parole di Hermione. Si domandò se lei avesse ragione, se lui la odiasse veramente.
Perché lo aveva fatto? Da quando era diventato così tremendamente impulsivo?
Era seduto sul divano di pelle nera del suo alloggio, la finestra incantata raffigurava un cielo in tempesta. Accurata raffigurazione, si ritrovò a pensare.
Possibile che lei fosse così... cieca? Possibile che non si rendesse conto di ciò che la circondava, che non si rendesse conto a tal punto? Draco si ritrovò a pensare che, forse, questa sua ingenuità era quasi un bene.
Detestava la sua mania di indagare, di fare domande, di spingersi sempre più in fondo alle questioni, quel suo modo di spingersi sempre più in fondo dentro di lui. Aveva quel suo modo di farlo sentire impotente, di farlo sentire uno stupido, quel qualcosa che non lo faceva più ragionare, che lo mandava in cortocircuito, una cosa inconcepibile per lui.
Ripensò alla discussione, agli occhi di lei, quasi colpevoli, quando in quel momento lo aveva visto come lo vedevano tutti. Lui sapeva che quando lo aveva guardato aveva visto rovina vagante. Il suo mondo crollava in pezzi e quelle frasi contribuivano a ridurlo in polvere.
Le sue parole l'avevano in qualche modo sgretolato, avevano in qualche modo scalfito il suo muro invalicabile. Scocchi di frusta, che avevano contribuito a riaprire vecchie cicatrici, mai chiuse veramente, o forse solo cicatrizzate male in partenza. Tutti i tagli del suo cuore avevano ripreso a sanguinare, provocandogli un dolore che gli opprimeva il petto, un qualcosa di nuovo, di mai provato prima.
Draco era sempre stato abituato a dolori oscuri, maledetti, dolori bui come lo sono le notti senza stelle. Dolori che non ti facevano respirare. Questo tipo era nuovo al cuore di Draco. Non gli bloccava il cuore, no, glielo faceva battere. E nel suo silenzio religioso sapeva di non meritarselo.
Incurvò la schiena, per piegare la sua notevole altezza sul suo piccolo quadernino che era poggiato sulle sue gambe, iniziando a snocciolare un fiume di sentimenti ed emozioni, mirando a riempire con essi quelle vuote pagine bianche. Sperava che, riversandoli nel suo diario, sarebbero scomparsi dal suo cuore e dalla sua testa, per sempre.
Al di fuori di quei miseri pezzi di carta, non aveva la possibilità di essere sé stesso, di mostrarsi esattamente per quello che era. Veniva soffocato dalla stessa aria che respirava, il collo chiuso in un cappio costruito dai suoi errori.
L'epoca in cui viveva, la mentalità che gli era stata inculcata... non era più adatta a lui, gli stava decisamente stretta. Una realtà nella quale gli era permesso vivere solo sé perfetti, una grande stronzata.
Una realtà che mette a tacere ogni debolezza, ogni insufficienza, ogni frattura del cuore sbriciolato dalla pesantezza del passato e del presente. Al di fuori, Draco si ostinava a bandire ogni qualsiasi fragilità.
L'unico modo che aveva per salvarsi e per portare dentro di se un po' di pace, era condividere quel macigno con delle pagine ingiallite e morte, creando un mondo alternativo a sé stante, dove potersi crogiolare. Dove ogni sbaglio è concesso, ogni errore viene perdonato e ogni fragilità accolta, soprattutto quando lui non riusciva a farlo, soprattutto quando lui non riusciva a perdonarsi.
Perché, la fragilità, è un'arte che va difesa con le unghie e con i denti. La fragilità è l'arte di tutte quelle persone le cui ali sono state spezzate prima che potessero darsi una volontaria spinta da terra e spiccare il volo verso la libertà.
E le fragilità sono tanto belle quanto pericolose e spaventose. Draco le aveva sempre viste come il fallimento del genere umano, la pecca, l'errore, il difetto di fabbricazione che avrebbe portato chiunque le mostrasse apertamente alla disintegrazione. Ecco perché, quando sembrava mostrare quei sintomi autodistruttivi, soffocava le sue sensazioni, le spegneva.
Ma c'erano delle volte... delle volte in cui erano talmente forti da non potersi neanche spegnere. In tali casi, le nascondeva tra quelle pagine di diario che riempiva di inchiostro raccontando di sé, quasi fosse uno di quei marinai naufragati su un'isola che non gli appartiene, lontani dal posto che chiamavano casa.
Un'immagine offuscò di nuovo i suoi occhi e la sua piuma si immobilizzò a mezz'aria. Una goccia di inchiostro cadde sulla carta, sporcando di nero il foglio bianchi. Draco vedeva la macchia allargarsi, espandersi, la vedeva prendersi egoisticamente tutta la purezza della pagina immacolata.
L'immagine del volto di Hermione a pochi centimetri dal suo gli fece fremere le nocche delle mani, che stringevano la copertina del quaderno. Quasi sentiva di nuovo il suo respiro caldo sul mento.
Si sentiva tremendamente impotente davanti a quella sensazione. E quella, che il Serpeverde non sapeva affatto spiegarsi, era così: insidiosa, dilaniante. Ti si stanziava nelle viscere, senza permettere al malcapitato di accorgersene e, in men che non si dica, riduceva a brandelli ogni briciolo di resistenza. Si insediava nei frammenti di anima, graffiando il suo cuore traditore. Draco la sentiva che lo incendiava completamente dalla testa ai piedi e tentare di resistergli era come cercare di spegnere un incendio con una tanica di benzina.
E andava bene così. Perché, per certi versi, e in certe occasioni, il fuoco andava lasciato bruciare.
Era ironico, in un certo senso: l'algido e distaccato principe delle serpi, il rampollo della nobile casata dei Malfoy, colui che non si scomponeva davanti a niente, colui che tutti avevano sempre temuto e che aveva ricevuto il marchio dal signore oscuro alla sola età di sedici anni, periva solamente dinanzi a lei. Un crudele scherzo del destino.
Fissava indeciso la pagina macchiata, mentre cercava di capire se fosse il suo mondo oscuro e ricco di peccati a macchiare Hermione, o fosse lei, che come un'infezione di purezza, gli era entrata dentro e aveva piantato fiori dentro tutti gli stralci graffiati della sua anima.
~•~
Nota autrice
Capitolo estremamente breve ma estremamente importante a mio avviso.
Ho voluto scrivere questa parte per mostrarvi un altro po' di Draco, un po' del Draco che vede io: spezzato, triste e pieno di dolore senza avere la minima idea di come affrontarlo.
Spero che lo stiate apprezzando e che abbiate apprezzato questo breve scorcio emotivo. E spero anche di avervi trasmesso qualcosa.
Dopo tre capitoli dedicati quasi interamente al pov di Hermione, ho ritenuto doveroso regalare questo piccolo spazio a Draco.
Mi raccomando, non prendete questa fragilità di Draco come un qualcosa che lo renda debole, è pur sempre Draco Malfoy, il che vuol dire: sarcasmo, acidità e ego smisurato, ma noi lo amiamo così com'è!
Vi aspetto nei commenti, ci sentiamo anche giovedì per l'uscita del prossimo capitolo, veramente veramente importantee🫣
Bacino, W ❤️🔥
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Around the black lake // Dramione
Fanfiction~•~ [...] Rimasero immobili per minuti interminabili, gli occhi di uno puntati sulla pelle marchiata dell'altro. Il rumore sordo del vento li cullava, mescolando i loro dolori squarciati che erano stati muti e nascosti per decisamente troppo tempo...