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La mattina si presentò con un cielo terso e il vento che continuava a soffiare a favore, le vele gonfie che tiravano con un lieve scricchiolio i pennoni tesi. Colin O'Leary stava calando una corda in mare alla cui estremità era legato un ciocco di legno, la studiò con occhio critico, poi guardando verso una clessidra che penzolava accanto al suo viso da gatto annunciò ad alta voce: «Dodici nodi, capitano.»

«Per domattina dovremmo già aver raggiunto il Portogallo» constatò James soddisfatto aggiustandosi il tricorno nero prima di voltarsi nuovamente verso Rupert Tennant che teneva pazientemente un grosso libro aperto in mano, gli occhialini tondi dalla montatura in ferro battuto calati sulla punta del naso. «Stavate dicendo?»

«Stavo dicendo» riprese quello con vaga espressione piccata, «che la ciurma è a dir poco decimata, capitano. Lo scarso preavviso ha giocato a sfavore...»

Lo interruppe per evitare che continuasse con la sua lagna: «Quanti posti scoperti?»

«Oh be' vediamo... Un centinaio?»

«Siate più preciso Mr Tennant, dannazione!»

«Allora, il medico tanto per cominciare.» Tennant chiuse il libro mastro che incastrò sotto l'ascella e si mise a contare sulle lunghe dita.

«Ho già pensato a contattare il Dottor Evans, ci dovrebbe raggiungere in tempo a Porto» sbottò James e l'altro annuì.

«Molto bene, dunque. Allora, Dembe mi ha segnalato che non ha nessuno che lo aiuti in cucina ora che Watts è rimasto a terra...»

«Vi ho portato un mozzo, direi che può benissimo fare affidamento su di lui.» Nel dirlo fece vagare lo sguardo e inarcando un sopracciglio aggiunse scettico: «Non è là il mozzo che avevo assegnato alla vostra supervisione, Mr Tennant?»

Voltandosi anche lui, imprecò sottovoce nel vedere Ross in un angolo, che si teneva aggrappato al parapetto del veliero con il volto di un improbabile colorito verdognolo. «Non si ozia, sulla mia nave, Mr Tennant. Ne risponderete personalmente per lui, quindi agite di conseguenza» gli fece presente con un'occhiata eloquente prima che quello raggiungesse lo scozzese sbraitando furioso.

«Allora, che diamine staresti facendo, ragazzo? Vuoi guadagnarti un po' di frustate già dal primo giorno?» abbaiò Tennant, e Ross si voltò appena verso di lui con movimenti cauti. Quando quello lo spintonò per farlo allontanare dal parapetto, MacLeod avvertì le budella contorcersi con un gorgoglio più rumoroso di quelli che aveva continuato a sentire nell'ultima mezz'ora a intervalli sempre più ravvicinati. Provò a scansarsi ma le gambe parvero diventargli di gelatina, e cadendo in ginocchio a terra vomitò ciò che parevano fossero l'insieme di tutti i pasti dell'ultima settimana.

Il quartiermastro rimase congelato, i piedi immersi nella pozza maleodorante, e senza ascoltare i balbettii sconnessi dello scozzese, strillò a qualcuno di portare immediatamente l'occorrente per pulire. «Adesso ti faccio passare la voglia di imbrattare il ponte, ragazzo» gli sibilò scaraventandogli addosso un vecchio secchio e uno spazzolone dall'aria vissuta. «Mi ci devo specchiare il culo su queste assi, intesi? Se per stasera non hai finito, userò personalmente la tua faccia per grattare via i residui di merda da ogni intercapedine.»

Ross annuì piano, a capo chino, senza osare fare altri movimenti bruschi per evitare di venire investito da un'altra ondata di nausea, così ignorando le occhiate di scherno degli uomini attorno a lui immerse lo spazzolone nel secchio e prese a pulire con movimenti lenti la propria vergognosa performance.

«Capita a tutti, sai?»

Si voltò appena e scorse l'uomo che gli era stato frettolosamente presentato come il nostromo della nave durante il giro a cui era stato sottoposto qualche ora prima. «Se non sei mai stato in mare prima d'ora. A me era capitato, ma stai pur certo che dopo qualche tempo verrà anche a te il piede marino» cercò di rassicurarlo, con le sottili labbra appena piegate all'insù.

Of Seamen and Maidens - ACQUE SCURE E VENTI CONTRARIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora