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«Un gatto!»

«Porta bene.» Il tono di Tom Chadwick era allegro mentre serviva la densa minestra di patate e fagioli piacevolmente speziata, ma quando la scodella gli venne piazzata sotto il naso, Ross preferì comunque aspettare un attimo e guardò verso il carpentiere che stava dispensando mestolate generose agli altri quattro marinai ammassati sul tavolaccio attorno a lui, tutti con un grosso boccale di grog in mano.

«Non sapevo fosse di buon auspicio avere un gatto su una nave» fece lo scozzese.

«Per quel che può valere, con due donne a bordo ce ne vorrebbe una nidiata per compensare» sbottò seccato l'allampanato aiuto carpentiere da dietro il proprio boccale, un giovane dai lunghi capelli scuri e il prominente naso aquilino.

«Be' di certo significa meno correre in giro per noi ad ammazzare quelle pantegane.» Paulie rivolse un ghigno a Ross mentre attaccava a mangiare con appetito. «Una volta ne ho trovata una che era grossa quanto il mio braccio.»

«Ma sentitelo!»

«Che cazzaro che sei, Paulie!»

«Lo giuro, l'ho visto» si difese lui offeso, con cipiglio aggrottato mentre si puliva la bocca con il dorso della mano. «Dev'essere rimasta nascosta tutta la traversata, quella bestia schifosa, e dopo tutti quei mesi era grosso quanto un porcellino da latte, parola mia.»

«Spero non ci sia questo topone sulla Wicked Mary altrimenti credo che sarà lui a dare la caccia al gatto e non viceversa» fu il commento sovrappensiero di Ross che fece scatenare le risate dei suoi compagni lì attorno.

«Tranquillo, che anche senza ratti questa nave ne ha già di ospiti indesiderati» bofonchiò il vecchio dalla pelle scura quasi quanto Dembe, con folti e scompigliati capelli bianchi gonfi come nuvole di pioggia.

Ross non aveva intenzione di lasciar correre di nuovo, così stava già per fare un commento davvero poco gentile su dove poteva infilarsi quell'ennesimo commento sgradevole sulle donne che viaggiavano sulla nave, quando Tom Chadwick lo guardò incuriosito e a bocca piena commentò: «Lo scozzese non sa ancora del fantasma! Raccontaglielo Abe.»

«Un fantasma?» ripeté Ross incredulo, preso in contropiede; il vecchio Abe annuì serio e a un'occhiata agli altri lì attorno pareva che tutti ne avessero un timore reverenziale.

Dalle loro spalle arrivò uno stridulo: «Vecchio pazzo!» seguito da una risata sguaiata e la tavolata guardò male al cinese che aveva lanciato l'offesa, un ometto piccolo dalla corta zazzera nera e gli occhi scuri come due carboni, colmi di scherno, che li fissava.

«Zitto, Wu, prima che tu faccia partire il nervo a O'Leary e per una buona volta ti stacchi la lingua a furia di frustate» lo rimbeccò l'aiuto carpentiere con aria seccata, e l'orientale tornò a mangiare senza perdere però quello stupido sorriso di inetta superiorità.

Paulie aggiunse sottovoce: «Giuro che è la volta buona che lo butto in mare alla prima occasione.»

Ross guardò il cinese incuriosito, in Scozia non ne aveva mai visti, ma a Londra gli era capitato di incontrarne vari, anche se a una certa distanza e in nessuna occasione a stretto contatto. In generale doveva riconoscere che l'intera ciurma della Wicked Mary era più che variegata su quel frangente: oltre a Wu c'erano vari ispanici dal portamento fiero e un drappello nutrito di africani ribattezzati "i gallesi". Quella mattina il nostromo glielo aveva spiegato con un sorrisetto divertito. «Li recuperammo dopo l'assalto di una nave, li tenevano in stiva per rivenderli nei campi di cotone nelle colonie. E li prendemmo con noi! Puoi immaginarti Tennant che li guardava seccato quando li portammo sul ponte, urlando "E questi da dove sbucano fuori?"» O'Leary aveva gridato agitando le mani in una perfetta imitazione del quartiermastro, facendo cadere la corda con cui gli stava mostrando la differenza tra un nodo semplice, uno piano e uno di filaccia. Ross aveva dovuto trattenersi per non scoppiare in una sonora risata. «"Chi diavolo sarebbero questi qui?" urlava ancora, e qui arrivò il capitano tutto serio, con il sopracciglio alzato così! Li guardò, poi guardò Tennant e disse:», qui l'irlandese si mise le mani sui fianchi e imitò l'espressione solenne di Lockhart, «"Be', Mr Tennant, a occhio e croce direi che non sono gallesi!".» A quel punto del racconto MacLeod e O'Leary se la ridevano ormai della grossa e si erano dovuti trattenere per non fare troppo rumore e attirare l'attenzione di qualche superiore. Quindi il nomignolo era rimasto e ora erano semplicemente "i gallesi".

Of Seamen and Maidens - ACQUE SCURE E VENTI CONTRARIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora