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La mattina dopo MacLeod fu spedito a portare la colazione a Ms Miller, in quanto la ragazza non aveva ancora dato segni di vita, forse ancora provata dalle fatiche dei giorni precedenti.

Ross bussò piano alla cabina di Hazel, ma non ottenne risposta. Sentendo il respiro profondo della moglie, tipico di quando dormiva, spinse piano il pannello di legno ed entrò, posando il vassoio con pane abbrustolito e tè sullo scrittoio che le ragazze usavano per le loro lezioni.

Lo scozzese si avvicinò piano alla branda dove lei dormiva, con i capelli ridotti a un cespuglio informe, il volto quasi del tutto nascosto da quella massa color cioccolato. Lui si ritrovò a immaginarsi, di lì a qualche anno, un letto matrimoniale in cui si sarebbe risvegliato con un altro paio di testoline ricce oltre a quella. Sentì il cuore riempirsi di un caldo affetto al pensiero della famiglia che presto si sarebbe allargata e si chinò su di lei per carezzarle il volto.

«Su, Nocciolina, svegliati» le sussurrò all'orecchio, facendole emettere un lamento a bocca chiusa. «Mo chridhe, è ora di alzarsi» ripeté lui, scostandole una ciocca dal viso e lei finalmente aprì gli occhi, sbattendo le lunghe ciglia un paio di volte per metterlo meglio a fuoco.

«Ross, che ci fai qui?» chiese, con la voce impastata in cui risuonò una nota di pura meraviglia.

«Ti ho portato la colazione, aye.»

Lei cercò di tirarsi a sedere sulla branda, ma era più complicato che farlo su un normale materasso, quindi lui le venne in soccorso, trovandosi così a stringerla in un abbraccio molto più intimo dei contatti che avevano avuto ultimamente sulla nave. L'aiutò a scendere e a mettersi in piedi, poi commentò, con fare scherzoso: «Forse per una bassettina come te, sarebbe meglio spostarla questa branda, che dici, lassie? Altrimenti rischi di ritrovarti con il tuo bel sedere a terra.»

«Non perdi mai la tua voglia di scherzare, Ross MacLeod. Va benissimo così, ti ringrazio.»

«E io che stavo tentando di farti un favore per ottenere in cambio un bel bacio» la punzecchiò lui sporgendo le labbra in fuori e chinandosi su di lei, che arretrò finendo con la schiena contro la parete di legno.

«Piantala» soffiò lei. «Ricordati dove siamo.»

Lui le prese i polsi e glieli strinse piano, poi avvicinò ancora di più il volto a quello della moglie. «Solo un bacino, che vuoi che sia?» la provocò di nuovo.

Lei sapeva già che non sarebbe andata così, ma non resistette all'impulso di posare le labbra su quelle di Ross, che si schiusero, lasciando che le loro lingue si sfiorassero appena.

Hazel sentì un calore familiare diffondersi in tutto il corpo, il cuore prese a batterle all'impazzata e si ritrovò ad aprire ancora di più la bocca, per approfondire quel primo vero bacio dopo settimane.

Ross le sfiorò i seni coperti solo dalla sottile camicia da notte e quando sentì i capezzoli già inturgiditi gli sfuggì un sospiro. Mise fine a quel contatto che aveva lasciato Hazel senza fiato ed eccitata, in preda a una lieve vertigine, poi si inginocchiò di fronte a lei, incurante del fatto che qualcuno avrebbe potuto scoprirli.

«Ross, fermati, non...» protestò debolmente lei, ma lui non l'ascoltò e infilò la testa sotto la sua gonna.

Hazel emise un gemito rumoroso, mentre i ricci ramati del marito, e non solo quelli, la solleticavano tra le gambe. Lui sollevò un attimo il capo per rivolgerle un sorriso malizioso. «Shh, fai piano, a leannan

Lei annuì e si morse le labbra quando lui riprese quella lenta quanto piacevole tortura, sfiorandola sia con la lingua che con le dita.

Non sapeva se fosse colpa dell'umore sballato per via della gravidanza o dell'astinenza prolungata, ma quello che provò dopo fu talmente intenso che dovette sforzarsi per non urlare.

Of Seamen and Maidens - ACQUE SCURE E VENTI CONTRARIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora