Of Seamen and Maidens - ACQUE SCURE E VENTI CONTRARI

22.

Quella sera stessa tra i marinai e i sottufficiali il morale era letteralmente sotto le scarpe. Le chiacchiere allegre e spensierate erano state sostituite da supposizioni colme di sospetto.

Nonostante Evans e Lockhart non avessero fatto parola con nessuno dei dubbi legati a un possibile avvelenamento, la parola aveva comunque cominciato a serpeggiare tra l'equipaggio e molti avevano persino preso a guardarsi sospettosi attorno, prima di bere il grog o mangiare dal proprio piatto.

Erano circolate delle battutine non proprio discrete rivolte a Dembe, come se non bastasse già la sua carnagione scura, che lo rendeva meno amabile agli occhi di alcuni marinai dalle idee poco tolleranti.

«Vuole farci fuori per poi mangiarci, come fa la sua gente» azzardò persino uno tra gli uomini che si erano imbarcati a Porto, un tipo tozzo dalla faccia rubizza e il grosso naso a patata, che passava metà del tempo a grattarsi in punti tutt'altro che decorosi e sembrava avere una particolare avversione per l'acqua. Non che a bordo ci si lavasse spesso, non ve n'era né il tempo né la possibilità, ma quell'individuo doveva avere certe abitudini anche sulla terraferma.

Ross aveva deciso di non rimanere sul ponte inferiore, stufo dei racconti superstiziosi e desideroso di prendere una boccata d'aria. Con la frenesia delle ultime giornate non si era soffermato molto a riflettere, ma la morte di Kit gli aveva lasciato una sensazione di tristezza e anche quella improvvisa di Jack lo aveva riempito di amarezza. Se poi avesse avuto modo di udire informazioni utili alla sua causa, tanto meglio.

Dopo un po' che stava sul ponte superiore, scorse la figura piccola e tonda di Haze che si avvicinava a un gruppetto composto da alcuni sottufficiali e marinai.

Ross sentì subito Duncan che le si rivolgeva, cortese: «Ms Miller, è un sollievo vedere che state bene, dopo la scena a cui avete assistito oggi.» Rimase vago per non urtare troppo i sentimenti della ragazza, ma lei annuì, poi parlò con tono pacato: «Mi dispiace tanto per l'improvvisa dipartita di Jack, ma ora può riposare per sempre in pace. Vi ringrazio per le vostre premure, Mr Duncan.»

«Ormai non si può tornare indietro. Però mi unisco a complimentarmi con voi per come avete affrontato la faccenda, Ms Miller» osservò il Dottor Evans al fianco di Duncan, mentre O'Leary rivolgeva a Hazel uno sguardo ammirato. Tutti tra loro avevano visto la morte in faccia più volte, durante quegli anni di navigazione, ma avere il sangue freddo necessario ad affrontare certe situazioni non era da tutti e di sicuro non si aspettavano che una donna all'apparenza tanto fragile lo mostrasse.

Lei si strinse nelle spalle, liquidando la faccenda e salutando i sottufficiali, per poi raggiungere il gruppetto di marinai poco più lontano. Non le sfuggì come Duncan la seguisse con lo sguardo e si ritrovò a soffocare una risata, pensando a quando Dee lo aveva definito la loro balia.

Hazel rivolse un sorriso complice a Ross, che ricambiò. Al suo fianco Paulie la salutò, la solita allegria un po' offuscata, mentre Lalo pareva avere lo sguardo perso in lontananza, la mente rivolta chissà dove.

Lei valutò fra sé che, a giudicare dai loro sguardi, in ognuno di loro con buone probabilità si era insinuata la paura che qualcosa di altrettanto brutto gli potesse capitare e si sedette al fianco di Ross. Gli uomini erano disposti in semicerchio e non le sfuggì come alcuni, di cui non conosceva i nomi, fissassero Dembe, Abe e i gallesi con ostilità, seduti un poco in disparte.

«Che cosa si dice?» domandò Haze a Ross, a bassa voce, ma fu Chadwick a risponderle, arrivato all'improvviso alle sue spalle.

«Agli uomini non è chiaro il motivo per cui Jack sia morto così all'improvviso, sciocche superstizioni, insomma, Ms.»

«Altro che sciocche! Secondo voi noi dovremmo stare qui a farci far fuori uno per uno da quei musi neri? Eh no, a me la cosa non sta bene!» A parlare era stato uno dei velai, basso dalla faccia da topo.