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Hazel interruppe la propria attività di riordino quando udì il rumore di passi fuori dall'angolo infermeria, delimitato pudicamente da una tenda sistemata alla bell'e meglio per garantire un minimo di intimità in caso di visite, e apparve uno dei redazzatori, un uomo tozzo dalla folta barba sudicia, di cui Hazel davvero non ricordava il nome.

«Il Dottor Evans è andato al ponte superiore, se lo cercate dovrete attendere un attimo» gli disse lei, pulendosi le mani sulla sottana spessa e scura, concedendo giusto uno sguardo scettico al visitatore che tirava rumorosamente col naso e poi sputava un grosso grumo di catarro a terra.

«'spetto» grugnì sedendosi su uno sgabellino incastrato tra lo scaffale dei medicinali e il grosso tavolo operatorio.

Hazel riprese a mettere a posto l'attrezzatura come le aveva chiesto gentilmente il dottore, ma con disappunto faticò a far finta non notare lo sguardo famelico del visitatore che le si era appiccicato addosso così come il fetore acre di sporco pareva aver impregnato le vesti del medesimo, un misto raccapricciante di urina, sperma e altri liquami immondi.

"Mi sono beccata il lord del veliero" si disse iniziando a pulire con un panno umido la grossa sega dagli inquietanti denti affilati, chiedendosi distrattamente se le macchioline di cui era puntellata fossero dovute alla ruggine o a residui di precedenti operazioni di Evans, o chi di dovere sulla Wicked Mary.

Fu difficile ignorare oltre quello sgradevole ospite, dato che dai lievi grugniti che udiva alle sue spalle aveva capito che si era trovato qualcosa da fare per ammazzare il tempo; così senza tentennamenti si voltò impugnando saldamente l'arnese ormai pulito e con espressione tranquilla non si sorprese di trovarselo a smanazzarsi nemmeno troppo discretamente con la mano dentro i calzoni, lo sguardo incollato alle sue forme, poi pacata domandò: «Vogliamo darci una calmata, signore?»

Lui tentennò un attimo e sotto lo sguardo di rimprovero di lei, si decise a mettere le mani a posto sulle ginocchia, al che Hazel ritornò al suo lavoro in pace.

«Mi sono fatto male alla mano.»

La ragazza alzò gli occhi al cielo prima di voltarsi di nuovo e guardarlo con attenzione mentre lui le tendeva il braccio destro a dimostrazione della veridicità delle sue parole, così in tono gentile gli chiese: «Come vi siete fatto male?»

«Pulendo una sciabola.»

Dubbiosa, Hazel gli si avvicinò per osservare meglio il palmo spesso e rovinato all'insù e gli prese la mano tra le proprie con vago sentore di imbroglio, difatti avvertì subito qualcosa di caldo e morbido che le premeva contro la gamba.

Aveva lavorato solo per un breve periodo come prostituta a Mahogany Hall, ma non ci fu bisogno di guardare per capire cosa avesse tirato fuori dai pantaloni quel sudicio marinaio, soprattutto dall'ormai familiare odore di pesce e ammoniaca, pur dopo un lungo mese senza più fare la prostituta.

Rimase comunque un po' sorpresa da quella piega decisamente inaspettata della giornata, e stava per fargli un appunto a proposito delle pessime condizioni igieniche in cui versava quel misero fuscello violaceo, quando si udirono dei passi decisi provenire dal ponte inferiore.

«Ms Miller, mi ero scordato di chiedervi...»

Lockhart si interruppe, si bloccò nel gesto di scostare la tenda e di immediato calò un improvviso silenzio gelido che durò giusto mezza frazione di secondo. Hazel sentì il marinaio irrigidirsi al suo fianco e pure lei non riuscì a non provare un brivido freddo mentre vedeva l'espressione del capitano accartocciarsi dalla rabbia.

In una falcata raggiunse l'ometto e lo strattonò in piedi prendendolo con l'uncino dal bavero della maglia, in un turbinio di ricci scuri e svolazzi della giacca a coda .

Of Seamen and Maidens - ACQUE SCURE E VENTI CONTRARIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora