CAPITOLO XV

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POV Grace

Sono incredibilmente emozionata, spaventata e preoccupata allo stesso tempo. È la mia prima missione sul campo ma dovevo stare allerta per restare viva ma preoccupata per Al e Bucky. È tutto troppo semplice. E quella Sharon, ancora non me la racconta giusta. Sta nascondendo qualcosa e scoprirò di cosa si tratta. Ma ora concentriamoci su Black Mamba. "Vado avanti io" dice Bucky. "Rimani dietro di lui, io ti coprirò le spalle" mi dice Al. Tutti e tre con le pistole sollevate con una mano e con l'altra da sotto l'arma tenevamo delle torce per vedere qualcosa al buio. Naturalmente avevamo altre armi nell'arsenale insieme ai caricatori. Entriamo nell'edificio e gli unici suoni che si sentono sono quelli dei nostri passi e il gocciolare di qualche tubatura. "Per qualsiasi cosa rimaniamo uniti e non separiamoci" continua Bucky. "Prima cosa appresa guardando i film Horror" gli dico. Continuando ad avanzare sembrava di sguazzare in una pozzanghera, ma abbassando la torcia sul pavimento rivelo il rosso del sangue che stavo calpestando. Con la torcia seguo la scia di sangue fino alla parete dove giaceva un corpo. Mi dirigo verso quell'uomo accasciato e con la schiena appoggiata al muro per controllare se fosse ancora vivo, ma tastandogli la vena del polso, non c'era battito. Sollevo la testa del malcapitato e sobbalzo riconoscendolo.

Si trattava di Paul. L'uomo che avevo interrogato e l'unico che ha collaborato davvero fornendoci qualche informazione su Black Mamba. Ma non capisco. Come ha fatto a tirarlo fuori dalla sua cella? Come è potuto passare inosservato in una centrale di polizia?

Pian piano escono dall'ombra i suoi uomini che ci circondano separatamente. "Bene bene chi si rivede dolcezza" si rivolge il mio aggressore della Stark Tower. "Sai non è troppo tardi, se verrai con noi di tua spontanea volontà non faremo del male ai tuoi amichetti. In caso contrario moriranno e ti prenderemo con la forza" minaccia. "Come hai fatto a scappare dalla polizia" chiedo. "È tutto abbastanza semplice quando hai dei complici infiltrati all'interno" spiega. "Black Mamba aveva bisogno ancora di noi e non potevamo lasciar in vita un traditore che aveva spifferato più del dovuto alla polizia" dice riferendosi al corpo dietro di me. "Lui è qui, dico bene?" domando. "Sai quasi mi spiace farti del male, sei molto perspicace zuccherino. Ma non dimentico quello che mi hai fatto" continua. "Neanche io" dico andando in scivolata verso di lui, colpendolo alle gambe per farlo cadere e disarmarlo. Sparo alle gambe di due degli uomini che mi accerchiavano mentre un altro mi immobilizza da dietro tenendomi bloccate le braccia. Un altro mi punta la pistola contro. Cerco di afferrare il pugnale dall'arsenale ma era troppo in basso. Avendo ancora la pistola in mano cerco di puntarla su una tubatura lasciando che il resto della fisica faccia il suo corso. Il proiettile rimbalza e colpisce il fianco dell'uomo che avevo di fronte. Immediatamente mi slancio con le gambe verso l'alto per liberarmi dalla presa afferrando con le gambe il collo dell'uomo che mi teneva bloccata e scaraventandolo al suolo.

Il mio aggressore cerca di fuggire ancora salendo i vari piani dell'edificio. Mentre Buck e Al stanno ancora stendendo gli altri scagnozzi di Black Mamba, io decido di seguirlo per impedirgli nuovamente la fuga. Lo raggiungo essendo dolorante dai colpi che gli ho inflitto e gli punto la pistola per impedirgli di muoversi e fare un altro passo. "Grace! Dove sei?" mi chiede Buck dall'auricolare. "Ce l'ho in pugno, sto per scoprire chi è Black Mamba" gli rispondo. "Aspetta! Non andare da sola. È peri-" prima che potessi sentire altro tolgo l'auricolare dell'orecchio e lo getto via. "Ora mi dirai chi è Black Mamba o giuro che ti ammazzo" dico incazzata verso l'aggressore con la pistola rivolta verso di lui. "Tanto non mi crederesti neanche se te lo dicessi" dice sorridendo. "Ultima possibilità. Chi è Black Mamba?" chiedo determinata. "Tanto voi sbirri non uccidete la gente. Anche se è colpevole. È questo il brutto dell'essere dalla parte dell'eroe. Avere una morale. Questo non ti permette di arrivare fino in fondo" ribatte ignorando la domanda. Ma ha ragione. La nostra etica non permette di uccidere i delinquenti. Dunque gli sparo sfiorandolo per intimorirlo. "Avevo ragione" commenta, così sparo ancora ma questa volta colpendolo alla gamba. "Ora parla figlio di puttana, o il prossimo sarà alla testa". Lo minaccio. "Mi sarebbe piaciuto lavorare con te. Hai carisma. Mi piaci. Sei una che osa. A differenza di questi smidollati con cui lavoro" continua lui facendo pausa tra una parola e l'altra per la ferita. "IL NOME. VOGLIO IL NOME!!" urlo per l'esasperazione. "Tu. Sei sempre stata tu" risponde. "BASTA CON LE STRONZATE. DIMMI IL NOME" continuo ad urlare. "Te lo sto dicendo zuccherino. Black Mamba sei tu. Forse non sei perspicace quanto credevo" continua. "Non ha senso quello che stai dicendo" gli dico.

WHITE WOLF AND BLACK FOXDove le storie prendono vita. Scoprilo ora