CAPITOLO XXXVI

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POV'S BUCKY

*SPARO*

Tutti ci voltiamo verso Mary e Sharon al suono dello sparo. Notiamo però Mary su di lei, avrà avuto lei la meglio no? Ma dopo un po' Mary cade al suolo, temendo già il peggio. "NOOO" urlo cercando di raggiungerla, ma Sharon mi taglia la strada a colpi di pistola. "Togliti di mezzo o per te finisce male, molto male" cerco di intimorirla ma lei sorride "Non puoi salvarla, è troppo tardi, con un buco nel petto non penso sarà in grado di ritornare da te" mi dice facendomi incazzare ancora di più. Continuo a lottare nel tentativo di far andare a segno un pugno o un calcio, ma la sua abilità me lo impedisce. Sam riesce a raggiungere Mary per assisterla e assicurarsi che stia bene, ma voltandosi verso di me mi dà cenno del "non c'è più niente da fare", mentre Sharon cerca poi di scappare, temendo l'arrivo della polizia dalle sirene che si sentono in lontananza avvicinandosi sempre di più. Ma stavolta non fuggirai. Ti prenderò a qualunque costo. Per tutto il male che hai fatto alla mia ragazza e a me. Comincia l'inseguimento, Sharon si impossessa dell'auto di un cittadino per scappare e a seguire due dei suoi uomini dietro di lei con le loro moto. Wade si presenta con la mia moto "Qualcuno ha bisogno di un passaggio?" mi domanda. "È la mia moto se mai io dò un passaggio a te, levati" gli dico. "Vuoi litigare o catturare Power Broker?" mi domanda, mi volto verso Mary circondata da Sam e Daisy, Zemo, John, e anche Scott, poi mi volto nuovamente verso Wade. "Tic tac il tempo scorre" mi avverte. Se ormai non c'era più niente da fare, almeno questa gliela devo. Monto in sella dietro Wade e raggiungiamo gli uomini di Power Broker che le fanno da scorta. Notandoci cominciano a sparare a raffica e noi cerchiamo di deviare i colpi ma questo ci rallenta. Devo pensare ad una strategia. "Cosa farebbe Mary in questa situazione?" mi domando cercando di ideare un piano geniale come solo lei sapeva fare. L'unica cosa che ho a disposizione è Wade. Quale arma migliore. "Wade devi farmi da scudo" gli dico. "Lo scudo? Dovevi pensarci prima lo ha Sam" mi dice probabilmente non riuscendo a capire la frase a causa del rumore del vento che sfrecciava su di noi per la velocità in moto. Ritento. "DEVI FARMI TU DA SCUDO, DEVI PRENDERTI QUALCHE PROIETTILE SE VOGLIAMO GUADAGNARE TERRENO" gli urlo cercando di essere il più chiaro possibile. "NON PUOI FARMI TU DA SCUDO?" mi domanda lui. "ANDIAMO NON C'È TEMPO LI STIAMO PERDENDO" cerco di dargli fretta. "Perchè queste situazioni capitano sempre a me? D'accordo che non muoio ma provo comunque dolore" si lamenta lui. "È l'unica possibilità che abbiamo" gli dico. "Sappi che lo faccio per la ragazza e non per te" mi fa presente. Aumenta velocità e raggiungiamo i due motociclisti mentre Wade assorbe tutti i proiettili rigettandoli di conseguenza quando le ferite si rimarginano. Ci troviamo tra i due motociclisti che cercano di abbatterci facendoci sbandare colpendoci uno da un estremità e uno dall'altra. "SEI PRONTO?" mi domanda mettendosi in piedi sulla moto mentre io prendo il comando dello sterzo "3-2-1" urla per poi al momento giusto lanciarsi in una piroetta sopra la moto, e di conseguenza sulla mia testa, e nel mentre sfodera entrambe le pistole e sparando due colpi ben piazzati sulla fronte dei nostri assalitori così da non importunarci mai più e prima di cadere sull'asfalto lancia una delle sue catane verso l'auto a mo' di boomerang, perforando in questo modo gli pneumatici dell'auto facendola ribaltare. Freno e mi volto per controllare Wade "Lo sapevo che un minimo ti interessavo R2-D2, ma il mio cuore appartiene ad un altra persona" mi dice come se fosse veramente dispiaciuto. "Non te ne stare lì impalato, io sto bene ho solo qualche osso rotto, va a prenderla" mi intima vedendolo inerme con molte delle ossa del corpo frantumate. Apro lo sportello della macchina con rabbia con il braccio in vibranio ma lei non è alla guida. Non faccio in tempo a voltarmi che mi attacca, strangolandomi la gola attorno alla presa delle gambe mentre è in equilibrio su di me dandomi anche dei colpi sulla testa con il gomito. Mi dimeno e finalmente la scaravento verso l'auto ribaltata. "La pagherai molto cara per tutto quello che ci hai fatto" le dico, ma lei mi getta un piccolo marchingegno sul braccio in vibranio che blocca il mio movimento attraverso una scossa elettrica, mentre lei ne approfitta per fuggire entrando nella stazione lì di fianco. Rimuovo il congegno e faccio roteare il braccio inseguendola. Prendo la pistola e comincio a sparare in aria per farmi spazio tra la folla e non lasciarla scappare tanto facilmente. Riesce a salire su un treno un attimo prima che le porte si chiudano, e mentre il treno sta per partire rompo con il braccio bionico la porta entrando e continuando ad inseguirla di vagone in vagone. Finchè arriviamo nell'ultimo scompartimento ma lei prende un ostaggio. Un bambino. "Fa un altro passo e per lui finisce male" minaccia lei. "IL MIO BAMBINO" urla di sperata la madre. "Spacca il vetro" mi ordina e faccio come dice. Lei si trascina il bambino dietro con sé e sale sul tetto del treno. Li seguo anch'io rimanendo cauto nei movimenti. Il bambino è terrorizzato con un'arma puntata alla tempia e in bilico sul tetto di un treno in corsa. "È me che vuoi, lascia andare il bambino. Non c'entra niente lui in tutto questo" cerco di risparmiare almeno quel povero bambino innocente. "Prima getta le armi" mi ordina e non posso far altro che obbedire, getto via la pistola. "Tutte" mi sottolinea indicando il coltello e altre due pistole. E così faccio. "Ho fatto come hai chiesto, adesso lascialo andare" le dico. "Okay, prendilo se ci riesci" dice spintonando il bambino verso il bordo del treno, io mi getto verso di lui riuscendo ad afferrargli il braccio, mentre mi tenevo agganciato col mio braccio in vibranio all'estremità del treno, e lo accompagno, attraverso il vetro rotto, tra le braccia della madre in pensiero per lui "GRAZIE. GRAZIE MILLE" mi dice mentre sono ancora aggrappato all'estremità del treno. Ma poi ho la sensazione di cadere. Sharon è riuscita a staccarmi il braccio in vibranio e mentre cado prima di schiantarmi tra i binari qualcuno riesce ad afferrare la mia mano in tempo per tirarmi su. La madre del bambino. "Bhe ora siamo pari" le dico prima di ritornare su. Sono senza armi, senza un arto e senza idee. Ma la storia finisce qui e oggi. "Non sai mai quando è ora di arrenderti, eh?" mi domanda lei. "Ho tutto il giorno libero" le rispondo ricordando Steve e facendola andare al suolo, la sua pistola scivola via e continuo a colpirla a suon di pugni con l'unico braccio che mi rimaneva. Lei con un calcio mi allontana e si rimette in piedi tenendosi lo stomaco per le ferite che le ho inflitto, riprendendo possesso della pistola.

WHITE WOLF AND BLACK FOXDove le storie prendono vita. Scoprilo ora