WHITE WOLF AND BLACK FOX

CAPITOLO XXI

"Qualcosa non va?" mi chiede Wade vedendomi agitata. "Nono, va tutto alla grande" cerco di convincerlo. "Allora perchè non stai ferma un attimo? Avrai percorso una decina di chilometri andando avanti e indietro" mi fa notare. "È solo che non sono più ritornata in Italia dopo essere arrivata in America" gli confesso. "Aspetta, mi stai dicendo che sei italiana?" mi chiede. "Sì" rispondo. "Pensa un po'. Se le italiane sono tutte come te, allora sono nel posto giusto" commenta pensando con la sua mente perversa.

"Zemo mi ha risposto" avviso osservando la mail sul telefono. "Cosa dice?" chiede. "Duomo" rispondo. "E dove sarebbe? Ce ne sono molti no?" nota Wade. "Sì, ma solo uno è piuttosto famoso. Quello di Milano" gli dico. "Sei in gamba baby" si complimenta. "Non sottostimarmi. Lavoravo nell'FBI per un motivo" gli dico.

Ci rechiamo nel luogo indicato e finalmente troviamo Zemo. "Ti stavo aspettando da un po' ormai. Pensavo non fossi riuscita a capire il messaggio. Ma come posso vedere msbagliavo" mi dice. "È bello vedere qualcuno che non cerca di uccidermi, arrestarmi o rapirmi. Grazie per tutto" gli dico.

"Hey. Mi hai costretto tu a rapirti. Se fossi stata più collaborativa non sarebbe successo" chiarisce Wade sentendosi preso in causa. "A proposito. Lui è Wade. Qualcuno lo ha mandato ad aiutarmi. E così è stato. Mi ha aiutato ad arrivare qui" spiego a Zemo.

"Cosa ti ha portata qui?" mi chiede. "Ho trovato la lettera che hai mandato a Bucky. Non sapevo dove altro andare. E poi mi devi un favore. Ti ho aiutato ad evadere" gli dico. "Non preoccuparti. Ti aiuterò. Infondo tra criminali ci si aiuta" mi dice. "Non sono quello che credi. Che tutti credono" gli dico. "Prendiamo il jet e ne riparliamo quando atterreremo a Roma" ci invita Zemo.

"Roma?" chiedo. "Sai che possono intercettare le mail. Non ti avrei inviato l'indirizzo di casa per email, e poi se proprio ti rintracciano qui, non ti cercheranno mica nella capitale" fa notare.

"Devi essere disperata da rivolgerti a me" comincia Zemo. "I tuoi amici ti hanno voltato le spalle?" mi chiede, ma io non rispondo, mi limito a guardare fuori dall'oblò del jet. "E James? Non stavate insieme? Non ti ha aiutata?" continua a chiedere conoscendo già la risposta.

"Se fossi stata aiutata da loro ora non sarei qui" gli rispondo freddamente continuando a guardare il paese sotto di noi. "Tu non sei Black Mamba dico bene?" mi chiede. Mi volto verso di lui "E invece ti sbagli sono io" gli dico guardandolo dritto negli occhi. "Conosco un assassino quando ne vedo uno. Non è nel tuo caso" mi dice.

"Mi controllavano. Ma hanno comunque ucciso persone innocenti per mano mia" gli dico. "Devo trovare il responsabile della morte di Al. E ucciderlo con le mie mani. Mi hanno incastrato io ero solo la marionetta" continuo.

"Brami la vendetta? Questo non ti porterà a niente. Guarda dove ha condotto me. Ora sono cambiato, dopo il vostro aiuto e quello dei wakandiani. Voglio aiutarti. Ma non attraverso la vendetta" mi spiega.

"Come riuscivano a controllarti?" mi chiede. "Uno di loro ha cominciato a pronunciare delle parole in una strana lingua e perdevo il controllo" gli rispondo. "Come il soldato d'inverno?" mi domanda. "Sì. Ma penso abbiano migliorato il metodo, perchè quando ritorno cosciente non ricordo niente di quello che ho fatto" gli spiego.

"Interessante. Ma per quel che vale, James è l'unico che può aiutarti in questo momento" mi dice. "No. È fuori questione" gli dico. "Lui è stato succube per anni, ma è riuscito a riprendere il controllo della sua mente" cerca di convincermi. "Non ho bisogno di lui. E poi fin quando rimango lontana da queste persone non mi capiterà niente" dico determinata.

"Lui sa dove sei?" mi chiede. "No. E non deve saperlo. O verrà qui" gli dico. "Se provi a contattarlo me ne andrò e cercherò un altro posto sicuro" lo avverto. "D'accordo. Ma sai che ho ragione. Lui è l'unico che può aiutarti" mi dice. "Troveremo un'altra soluzione" gli dico.