4~Tutta la Gloria di una Bomba da Bagno

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"Voglio venire con te."

Lottasti per rimanere paziente. Era stata una notte agitata. Dopo che finalmente eri riuscita a calmare Jungkook per la tua "faccia orribile" (citazione sua, non tua), assicurandogli che la maschera non ti stava risucchiando l'anima, riuscisti a riportarlo a letto (sfortunatamente ancora una volta in quello che era il tuo).

Stavi per andare a fare shopping di vestiti che Jungkook avrebbe potuto indossare quando quel giorno, più tardi, sareste andati al lago per "parlare con suo padre" (eri ancora convinta che fosse più un pazzo, che un semidio). Ti eri anche organizzata per comprare un nuovo frullatore.

Il momento in cui Jungkook aveva scoperto che stavi uscendo aveva iniziato a seguirti ovunque. Sembrava di parlare con un bambino piccolo.

"Non porterò un ragazzo mezzo nudo, senza pantaloni e con solo un asciugamano indosso al negozio con me," gli spiegasti, cercando di non scomporti. Cosa c'era che non andava in quel suo cranio insensibile?

"Allora dammi qualcosa da indossare," potestò Jungkook.

"Se avessi qualcosa da farti indossare non mi disturberei per andare a comparti dei vestiti." Lanciasti le mani in aria disperatamente. "E non è che mi ripagherai per soldi che spenderò per te."

"Ci sono altri modi per ripagare qualcuno invece che con quei pezzi di carta che voi Mortali chiamate soldi," disse Jungkook.

"Oh davvero?" Rispondesti distratta mentre cercavi le chiavi della macchina. "Tipo cosa?"

Ti dirigesti verso il salotto. Forse ti erano cadute in mezzo ai cuscini del divano? Ti paralizzasti shockata shock quando vedesti il braccio colpire il muro accanto a te per tagliarti efficacemente la strada.

Ti spaventasti per poi accigliarti.

Notasti una scintilla di divertimento negli occhi di Jungkook mentre si avvicinava, solleticandoti la guancia. "Posso ripagarti con segreti, magia, piaceri..."

I tuoi occhi si spalancarono alla sua ultima parola e ai suoi occhi già ombrosi che sembravano ancora più scuri. Ingoiasti a fatica, parlando con tutta la dignità che ti era rimasta. "Spostati, bomba da bagno. Se sei così assetato bevi un po' dell'acqua nella vasca che non ho ancora pulito."

Jungkook ridacchiò incredulo. Si spostò e potesti sentire i suoi occhi guardarti, così creasti un po' di distanza tra voi due. "Nemmeno la nipote di Afrodite è riuscita a resistermi a lungo, dolcezza!" Ti chiamò. "È solo questione di tempo."

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Finalmente trovai le chiavi nascoste dietro la macchina del caffè. "La nipote di Afrodite," borbottai sottovoce. A quel punto sarei impazzita a causa della sua personalità prima pazza, poi seducente, e poi spaventata dal mondo moderno.

"Jungkook, sto uscendo," dissi.

Nessuna risposta.

Mi fermai davanti alla porta e mi guardai intorno. Jungkook si trovava in sala giusto pochi secondi prima, ne ero sicura.

"Jungkook?" Chiamai più incerta. "Giuro, che se ti sei nascosto io ti... uh, ti tirerò una ciabatta." Gli avrei lanciato una ciabatta e sperato di correre abbastanza veloce se avesse deciso di lanciarsi contro di me. Quei muscoli non erano uno scherzo.

Onestamente tutto il suo corpo non lo era. Finalmente ero riuscita a diventare abbastanza insensibile a vederlo continuamente senza una maglietta, tanto che non ero rimasta a fissarlo per troppo tempo. Come poteva qualcuno avere un corpo così? Forse era davvero un semidio perché non avevo mai incontrato un uomo che avesse una figura gloriosa come la sua. Oh merda, stavo iniziando a pensare al suo corpo un po' troppo spesso.

"Ehi bomba da bagno!" Urlai, sperando che chiamandolo potesse farsi vedere. "Dove sei? Jungkook!"

Ancora nessuna risposta.

Andai nel panico. Non era in cucina e nemmeno in salotto.

Sfrecciai in bagno e sbirciai lì dentro. Niente. Una parte di me sperò che fosse entrato nella vasca e fosse ritornato da dove era venuto. Ma no, l'acqua era ancora intoccata e sporca.

Poi corsi in camera mia. Il letto era un mucchio disordinato di coperte e sbuffai per quel casino. Quell'arrogante testa di culo non aveva nemmeno avuto il rispetto di mettere a posto quello che aveva incasinato. In entrambi i casi, non era neanche in camera.

Mi bloccai terrorizzata.

Il mio appartamento era relativamente piccolo. Solo tre camere a dire il vero. Se non era in cucina o in sala. Se non era in bagno. E neanche in camera mia. Voleva dire una cosa sola. Jungkook era...

Un grido acuto arrivò dalla finestra.

In un lampo mi avvicinai e spostai le tende. La finestra si affacciava sulla tranquilla strada di quartiere che passava di fronte a casa mia. Tranne per oggi, dove la strada era tutt'altro che tranquilla.

Parecchi pedoni erano immobili sul marciapiede, le loro espressioni un misto tra shock, confusione e rabbia. Una donna che teneva il suo bambino in braccio gli coprì gli occhi con una mano per evitare che vedesse qualunque cosa ci fosse laggiù.

Ingoiai un groppo di saliva e seguii con lo sguardo dove le loro teste stavano guardando.

Là.

In pieno giorno.

In una tranquilla strada di quartiere.

C'era un Jungkook senza pantaloni che camminava sul marciapiede, con il petto e le cosce che splendevano gloriose sotto i raggi del sole.

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"JUNGKOOK!"

Urlasti dal tuo appartamento verso il marciapiede, cercando disperatamente di richiamare il mezzo nudo— no, praticamente nudo e all'oscuro 'figlio di Poseidone'. L'uomo dai capelli scuri avvolto nell'asciugamano rallentò il suo ritmo abbastanza da permetterti di raggiungerlo. "Sei fuori di testa?" Strillasti all'apatica, ma lievemente irritata, faccia di Jungkook. "Cosa stai facendo??"

"Sto andando al negozio, dolcezza, dal momento che non sembri disposta a portarmi con te," ti rispose con un tono ovvio.

"Disposta?" Rimanesti a bocca aperta. "Jungkook, hai solo un asciugamano addosso!!"

"Te l'ho già detto, voi Mortali non capite quanto ci si senta liberi a camminare nudi. Devo dimostrarlo al nostro piccolo pubblico?" L'uomo iniziò a togliersi l'asciugamano senza vergogna.

L'immagine di giovani, innocenti bambini, che guardavano quella scena ti passò per la testa. Certamente non avevano bisogno di vedere il culo nudo di Jungkook con i loro occhi. "NOO!!" Urlasti, scagliandoti contro di lui.

Eri così occupata a cercare di riportare Jungkook all'appartamento che non ti accorgesti di una figura minuta in piedi dall'altra parte della strada, oscurata dall'albero sotto il quale si trovava.

L'osservatore era vestito con un completo nero e degli occhiali (gli occhiali non erano necessari ma pensava lo rendessero più figo). Lentamente avvicinò un dito all'orecchio e premette sul il piccolo apparecchio al suo interno. "Signora, l'ho trovato," mormorò.

Il dispositivo fece un rumore elettrico prima che una donna parlasse, una felicità sinistra. "Bene. Sai cosa fare."

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He's a Demigod [ITA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora