38~La Chiamata

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L'onda colpì la roccia frastagliata, spruzzando acqua dappertutto. L'oceano schiumava e ruggiva; i suoi colori grigio, verde e nero. Un tuono crepitò sopra la testa. Il vento strideva intorno a me e minacciava di appiattirmi. Potevo assaporare nell'aria la salsedine del mare- selvaggia, acuta, allettante.

Sopra il fragore e il mantice dell'oceano, potevo sentire un sussurro. Incantevole. Ossessionante e bello. Sentii uno strattone al petto mentre il mio corpo rispose alla lieve voce. Dovetti seguire la chiamata. Dovevo andare all'oceano.

I miei occhi si spalancarono. La luce della luna filtrava nella camera da letto, inondando tutto di un bagliore pacifico. La mia mente lottò per rendersi conto che ero al sicuro nel mio letto. Non c'era oceano, né tempesta... ma c'era il sussurro.

Una voce dolce, un'espirazione persa nel vento dei miei pensieri. Attirante, seducente, invitante.

L'oceano. Dovevo andare all'oceano.

Notai a malapena l'aria gelida che salutava le mie braccia nude quando gettai indietro le coperte. La sensazione mi trascinò verso la porta della mia camera da letto e fuori nel corridoio buio.

Percorsi tranquillamente il corridoio. La chiamata persuasiva si rafforzò. Sì, stavo facendo la cosa giusta seguendola.

In lontananza, in un'altra parte della mia mente, dei campanelli d'allarme cominciarono a suonare. Qualcosa non andava. No... no, non c'era niente di strano. Andava bene rispondere alla chiamata.

Registrai vagamente il russare e il fruscio delle coperte quando entrai in soggiorno. Sette corpi maschili sdraiati sui divani e sul pavimento.

La porta d'ingresso era qualche metro davanti a me quando un'altra chiamata arrivò alle mie orecchie, roche dal sonno.

"Dove stai andando?"

Mi fermai e mi guardai da sopra la spalla, tornando in soggiorno. Nella luce fioca che filtrava tra le tende delle finestre, potevo vedere che uno dei semidei si era svegliato e ora mi stava fissando.

Sembrava quello con i capelli grigi, ma forse era solo il chiaro di luna argentato che tingeva i capelli del semidio.

Prima che potessi provare a ricordare il nome dell'olimpico, l'attrazione ritornò, cancellandomi i pensieri. Non importava quale fosse il suo nome. Tutto ciò che contava era ascoltare l'evocazione e seguirla fino all'oceano.

L'oceano. Dovevo andare all'oceano

Dietro di me sorsero altri suoni. Erano così lontani.

"Jungkook, alzati. Alzati! Non farmi usare il metodo del risveglio dei capezzoli. No, non mi interessa cosa stavi sognando. Abbiamo un problema."

He's a Demigod [ITA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora