Capitolo 46

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~ Cris ~

Anche oggi Vale mi ha voluto visitare per capire a che punto sono, Alice è incanalata, ovvero pronta per il parto, quindi manca poco. Questo "poco" Vale non sa definirlo, possono essere due giorni, una settimana oppure due. Sta di fatto che adesso il peso lo sento davvero tanto, sento proprio la piccola in basso. La respirazione è migliorata di molto, finalmente ho i polmoni più liberi. Adesso però mi sembra che la mia vescica sia del tutto schiacciata. Non ho voglia di andare al locale, non riesco a camminare bene, lo faccio con le gambe un po' aperte e ho la sensazione che la bambina venga fuori da un momento all'altro, anche se Vale sostiene che ancora non è scesa del tutto.

Torniamo a casa e faccio un bagno. Al corso ci hanno detto che fa molto bene e rilassa, Roby entra nel perfetto ruolo di assistente, non è nervosa, ma molto concentrata. Io non ho paura, mi sento solo stanca e, anche se so che proverò un dolore immane, non vedo l'ora che nasca.

Roby mi distrae mettendo in acqua una paperella di gomma che fa galleggiare sulla mia pancia, ovviamente lei è dentro la vasca con me e io le sono poggiata sopra. Questa posizione è fantastica, lei mi sostiene la schiena in un modo stupendo, guardo le sue mani e le dico: «Quando sto per partorire evita di prendermi per mano, se vedi che ho bisogno di reggermi forse è meglio che mi lasci tenere da sola sul letto, non voglio farti male.»

«Smettila, ti stai creando problemi che non esistono e poi voglio condividere tutto con te, anche il dolore. Quindi non pensarci e in quel momento fai solo ciò che ti aiuta. Ti ricordi cosa ha detto Mirella al corso? Devi solo pensare a trovare la posizione in cui sei più comoda e respirare bene per alleviare il dolore.» Mi stringe fra le braccia, annuisco e mi rilasso su di lei.

Per tutto il giorno fatico a camminare, passo dal divano alla vasca e sono contenta che oggi le nonne non vengono a trovarci, non sono in vena di chiacchiere, ho la sensazione che Alice cominci ad avere fretta.

I ragazzi tornano a casa nel primo pomeriggio, Tommy mi guarda preoccupato. «Piccola, stai bene? Vuoi che ti porto in ospedale?»

«Ci siamo state stamattina, Vale ha detto che ci vorranno minimo altri due giorni o una settimana» gli risponde Roby.

Lui mi si siede accanto preoccupato. «Ma tu stai bene? Vale è sicura che procede tutto nella norma?» mi chiede quasi in preda al panico.

«Sto bene, sono solo stanca. Anche Alice sta bene, dobbiamo solo aspettare» lo rassicuro, guardo Pitt che mi si siede di fronte e gli chiedo: «Tu stai bene?»

Lui accenna un sorriso e mi risponde sicuro: «Sì, stai tranquilla, mi sto sforzando di non immedesimarmi per poterti essere di aiuto.»

«Grazie Papitt.»

Per tutto il pomeriggio alterno piccole passeggiate dal salotto alla cucina a momenti di tregua sul divano, dove Tommy mi fa mangiare. Stare seduta dritta sulla sedia è scomodissimo, mangio pochissimo e rimarrei a dormire sul divano, in questo momento ho finalmente trovato una posizione comoda.

Ad un tratto sento una fitta, fa male ma non tantissimo, Roby continua a chiedermi se sto bene e io la rassicuro, sono solo fitte leggere.

Provo a rilassarmi e dopo un po' ne arriva un'altra un po' più forte. «Amore sono contrazioni, non fitte» mi dice lei preoccupata.

«Adesso sì, ma non sono vicine.» Saranno passati almeno quindici minuti dalla precedente. Lei mette il cronometro sul cellulare e io comincio a sentire un dolore fastidioso al basso ventre.

Tommy si alza ansioso e propone: «Andiamo in ospedale?»

«Tommy è presto, al corso ci hanno spiegato che le contrazioni devono essere più vicine tra loro.»

L'Amore che ci unisce - 3 Parte - Fermate il mondo... Ci sono anch'io!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora