Capitolo 2

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Ormai la serata era giunta al termine. 

Avevo forse aperto bocca due volte, per il resto mi ero distratta bevendo non so quanti bicchieri di vino. 

Era stata davvero una cena noiosissima. 

Benché James fosse molto affascinante quando era con mio padre diventata insopportabile. 

Considerava solo lui e parlavano solo di cose loro. 

Mia madre era molto espansiva e riusciva a inserirsi in quasi tutti i discorsi, ma io ero praticamente esclusa da ogni conversazione. 

<<Mi sa che devo andare ora, domani anche se è domenica devo fare un salto in azienda a sistemare alcune scartoffie>> disse James. 

Era solo mezzanotte e probabilmente i miei amici erano ancora in giro quindi colsi la palla al balzo e dissi a mio padre <<Papà allora io posso uscire? Sarah avrebbe piacere se la raggiungessi>>

<<Va bene, va bene ma mi raccomando, avvisami quando sei con lei e prima di uscire prova a chiamarla per vedere se è ancora in giro.>> rispose mio padre.

<<Grazie mille.>> come un razzo mi alzai dalla sedia e con la testa che girava un po' a causa del vino corsi in camera mia a prendere il telefono. 

Chiamai Sarah

<<Ehiiii, ti disturbo?>> dissi

<<No no, dimmi pure>> rispose lei

<<Finalmente sono libera, la maledetta cena è finita, se ti fa piacere posso raggiungervi>> le chiesi

<<Guarda purtroppo ho iniziato a sentirmi poco bene un'oretta fa e sono tornata a casa, ma se vuoi puoi passare da me che facciamo due chiacchere. Sto un po' meglio ora>> mi rispose lei

<<Allora dammi qualche minuto e sono da te>> le dissi felice di vederla 

Presi una borsetta e ci misi il portafoglio e il cellulare, poi tornai dagli altri.

<<Ho sentito Sarah e mi ha detto che è a casa e che se voglio posso andare da lei>> comunicai ai miei 

<< Se vuoi posso accompagnarti io, tanto sto andando via>> disse James così all'improvviso. 

Rimasi stupita dalla sua proposta. 

Allora sapeva che esistevo, perché per tutta la serata non era sembrato.

<<Se non è un disturbo ti ringrazio, mi farebbe piacere>> gli dissi accennando un sorriso, anche se l'unica cosa che avrei voluto fare era mandarlo a cagare

<<Dai allora andiamo che altrimenti fai tardi>> mi disse e andò verso la porta. 

Salutammo i miei genitori e salimmo sulla sua auto. 

Aveva una macchina davvero molto bella. 

Era tutta nera con gli interni bianchi. 

Per di più era molto spaziosa, soprattutto i sedili posteriori. 

Non voglio nemmeno pensare a quante donne ci ha portato lì dietro. 

<<Grazie ancora per il passaggio, non me lo aspettavo>> gli dissi.

<<Perchè non te lo aspettavi? Guarda che sono un gentiluomo>> mi disse mentre mise in moto l'auto. 

<<Perchè per tutta la serata ti sei comportato come se io non esistessi, ormai ero convinta che ti fossi dimenticato della mia presenza>>  Risposi con tono provocatorio. 

<< Non mi sono assolutamente dimenticato della tua presenza, ti ho ignorata di proposito>> mi rispose lui con un tono di voce strano.

<<Scusami e per quale motivo mi avresti ignorata di proposito?>> gli chiesi abbastanza alterata dalla sua risposta

<<Perchè sono si un gentiluomo, ma spesso fatico a controllare le mie voglie>> disse con tono malizioso, per poi con la coda dell'occhio guardarmi le cosce, tornando subito dopo a fissare la strada visto che eravamo partiti.

Notai il suo sguardo e unito alla risposta che mi aveva appena dato le mie guance diventarono bollenti. 

Ero molto probabilmente arrossita e il sorrisetto che gli spuntò in faccia mi fece capire che lo aveva notato.

Non potevo crederci. Avevo scatenato in James delle voglie? Allora non mi vedeva più solo come una bambina? 

<<Hai perso la lingua ora?>> mi chiese lui ridendo

<<N..no. E quali sarebbero queste voglie?>> dissi con non so quale coraggio 

<< Se vuoi posso fartelo scoprire>> mi disse lui sempre con quel sorrisetto malizioso. 

Diventai ancora più rossa e iniziai a sentire caldo. 

<<E se ti dicessi che voglio scoprirlo>> gli dissi con un filo di voce.

<<Allora scrivi alla tua amica che farai tardi, o meglio ancora che non vai>> disse lui sorridendo, per poi girare con l'auto verso la via di casa sua. 

C'ero stata tantissime volte a casa sua e sapevo perfettamente che la strada che stavamo facendo portava proprio lì.

Presi il telefono e scrissi a Sarah che avevo avuto un contrattempo e non sarei andata e se mia mamma le avesse scritto di dirle che io ero lì, poi domani le avrei spiegato tutto. 

Successivamente scrissi a mio padre che era tutto ok e che ero dalla mia amica.

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Ciao a tutt*! 

Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento! 

Se vi fosse piaciuto vi chiedo gentilmente di lasciare una stellina o un commento per farmelo sapere :) 

Al prossimo capitolo!



My dad's friend // L'amico di mio papàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora