Capitolo 43

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Alla fine rimanemmo quasi tutta la mattina nel letto a farci le coccole. 

James aveva chiamato al lavoro dicendo che c'era stata un'emergenza e non sarebbe riuscito ad andare nemmeno al pomeriggio. 

<<Davvero ti sei preso il pomeriggio libero per me?>> gli chiesi 

<<No, me lo son preso per uscire con la tua vicina, sai la signora che ha 90 anni? Ecco lei.>> mi disse ridendo 

<<Che scemo>> gli diedi un piccolo schiaffo sulla spalla e poi lo baciai. 

Era stato un bacio veloce sulle labbra. 

Quanto mi erano mancate le sue labbra. 

Quanto mi era mancato lui. 

<<Ormai è ora di pranzo, ti va di uscire?>> mi chiese 

<<In realtà preferirei stare in casa, se vuoi possiamo prendere qualcosa d'asporto>> gli dissi 

<<Sentivo che hanno aperto una pizzeria non tanto distante, se vuoi faccio un salto a prendere qualcosa lì>> propose. 

<<Ci sto, io intanto mi faccio una doccia>> gli dissi alzandomi dal letto.

Finalmente stavo molto meglio. 

Era meraviglioso poter stare in piedi senza giramenti di testa e nausea. 

James si alzò e mi diede un bacio sulle labbra. 

<<Torno tra non molto piccola.>> mi disse per poi uscire da camera mia. 

Sentì la porta d'ingresso chiudersi. 

Era uscito. 

Non avevo molto tempo. 

Corsi in bagno e aprì l'acqua della doccia. 

Appena l'acqua raggiunse la temperatura mi fiondai sotto il getto caldo. 

Decisi di usare il mio bagnoschiuma preferito. 

Era alla rosa. 

Lasciava la pelle morbidissima e profumatissima. 

Per fare l'intere doccia impiegai si e no cinque minuti. 

Capelli compresi.

Ero stata velocissima. 

Una volta uscita mi avvolsi nella mia salvietta. 

Prima di tutto mi asciugai i capelli che stavano gocciolando acqua da tutte le parti. 

Dopo di che mi asciugai l'intero corpo. 

Lasciai la salvietta in bagno e completamente nuda andai in camera. 

Presi dal un cassetto dell'armadio un intimo carino. 

Notai che mia mamma aveva già lavato e fatto asciugare il completino nuovo che avevo indossato sabato sera alla festa. 

D'istinto lo presi in mano. 

Era bellissimo e super sexy, volevo che James lo vedesse. 

Sapevo che lo avrebbe fatto impazzire. 

Ma appena lo presi in mano mi tornò in mente il momento in cui Ares era inginocchiato davanti a me e mi abbassò proprio queste mutandine. 

Sentì una stretta al petto. 

Era stato tutto così sbagliato e doloroso, ma ammetto che quel momento in giardino era stato parecchio eccitante. 

Lui con la testa fra le mi cosce. 

Il rischio di essere scoperti. 

Scrollai la testa 

<<No no e no>> dissi fra me  e me.

Scacciai via dai miei pensieri quell'immagine e decisi di indossare proprio quel completino. 

Volevo associare a lui un ricordo molto più bello. 

Una volta indossato mi specchiai. 

Mi stava divinamente. 

Esaltava alla perfezione ogni mio curva.

E poi mi faceva un culo da urlo.

TIIIN 

Un suono che non mi era familiare inondò la stanza. 

Di scatto mi girai, ma notai di essere totalmente sola. 

Poi una luce proveniente dal mio letto attirò la mia attenzione. 

Mi avvicinai e vidi un telefono non mio appoggiato sopra al lenzuolo. 

Era il telefono di James. 

Probabilmente lo aveva lasciato qui quando era uscito. 

Dalla fretta se lo era scordato. 

Lo presi in mano. 

Vidi che c'era un nuovo messaggio di mio padre. 

Presa dalla curiosità lo lessi. 

<<Ehi campione, hai assaggiato il vino? Ti è piaciuto? Fammi sapere>> 

Okay, nulla di strano. 

Stavo per appoggiare il telefono sul comodino, quando una vocina dentro di me mi convinse a dare una sbirciatina alla schermata principale dei messaggi. 

Lo so che è una cosa di cattivo gusto curiosare nel cellulare del proprio ragazzo, ma James era via, non lo avrebbe mai saputo. 

Sembravano quasi tutte chat di lavoro. 

Tra l'altro tutte con uomini. 

Quindi a meno che James in realtà non fosse gay, sembrava non nascondere nulla. 

Le uniche chat con delle donne erano, una con mia madre e l'altra con una ragazza che lavora in ufficio, ma i messaggi che si erano scambiati erano solo ed esclusivamente messaggi di lavoro. 

<<Da quando ti è permesso curiosare nel mio cellulare?>> 

Presi uno spavento pazzesco. 

Quando cavolo era tornato? 

Istintivamente nascosi il cellulare dietro la schiena. 

Anche se sapevo benissimo che l'aveva visto. 

<<Io.. ecco>> provai a giustificarmi, ma le parole mi morirono in gola. 

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Ciao a tutt*!

Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento!

Se vi fosse piaciuto vi chiedo gentilmente di lasciare una stellina o un commento per farmelo sapere :)

Al prossimo capitolo!



My dad's friend // L'amico di mio papàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora