Capitolo 31

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Nessuno dei due aveva gran voglia di cucinare quindi optammo per preparare dei semplicissimi toast. 

Entrambi avevamo abbastanza fame e in pochissimo terminammo la cena

<< Ammetto che sono contenta di avere un po' di tempo per stare tranquilla con te>> dissi 

<<Anch'io ne sono molto felice, anche perché dopodomani è già giovedì e come ti avevo detto mi tocca partire. Fino a lunedì non avremo modo di vederci>>  disse tristemente 

<<Stai via fino a lunedì? Per il weekend non ci sei?>> gli chiesi 

<<Purtroppo no, torno domenica verso l'ora di cena. Volevi fare qualcosa questo weekend?>> mi chiese 

<<No no, non avevo in mente nulla, era solo curiosità la mia.>> gli sorrisi. 

Da un lato ero felice che James questo weekend fosse via. Non che dovessi fare chissà cosa ma l'idea di potermelo trovare all'improvviso alla festa esseno a casa di Brian, non mi allettava molto. 

Dall'altro l'alto avrei comunque avuto piacere passare un po' di tempo con lui, ma sarà per un'altra volta.

<<A proposito di weekend, hai programmi?>> mi domandò così a bruciapelo 

Mi trovai spiazzata. 

<<Emh.. Veramente si, vado con Sarah a una festa.>>

Mi sentivo in imbarazzo a parlargli della festa, visti i precedenti. 

Sperai con tutto il cuore che il discorso finisse lì, ma nulla da fare. 

<<Dai allora divertitevi. Che festa è?>> mi chiese innocentemente 

Che palle, più desideravo di cambiare discorso e più lui faceva domande. 

<<Nulla di che una festa tranquilla, comunque non mi ha detto molto in realtà, lo scoprirò poi nei prossimi giorni probabilmente>> sorrisi. 

Ecco questa era una bugia bella e buona. 

Non avrei dovuto mentire, ma non mi andava di raccontagli ora tutto. 

<<Bhè l'importante è che tu stia lontano dalle piscine>> rise per poi bere un sorso di birra. 

Sbam! Colpita e affondata. 

Questa era una frecciatina bella e buona. 

Okay, vista questa sua frase direi che esclude categoricamente di dirgli che Ares sarà presente e che la festa è a casa di Brian. 

Non mi sembra che James abbia digerito l'accaduto. 

<<Ah, ah, ah che simpatico>> dissi lanciandogli un pezzettino di pane. 

Cercai di ridere per smorzare l'imbarazzo. 

<<Comunque raccontami un po' questo tuo viaggio di lavoro. Dove andrai di bello?>> deviai il più possibile il discorso 

<<Andrò a Parigi, la città dell'amore>> mi guardò ridendo 

<<Bhè allora potevi portarmi con te, visto che è la città dell'amore e tu sei follemente, pazzamente, incredibilmente innamorato di me>> risi e alzandomi in piedi mi avvinai a lui appoggiandogli le braccia sulle spalle 

<<Ah quindi io sarei pazzamente innamorato di te?>> mi domandò tirandomi su di lui e facendomi capire di sedermi sulle sue gambe. 

Ero finita seduta su di lui, i nostri volti erano a pochissimi centimetri come anche le nostre intimità. 

My dad's friend // L'amico di mio papàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora