Capitolo 40

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La testa iniziò a girarmi fortissimo e la nausea ebbe la meglio. 

<<Ti prego andiamo via>> supplicai Sarah con le lacrime agli occhi. 

Lei senza dire nulla mi prese per mano e iniziò a condurmi verso l'uscita. 

Nel tragitto incontrammo Brian

<<Ehi, ragazze tutto bene?>> ci domandò preoccupato. 

<<Si si, ora però dobbiamo scappare, domani ti spiego meglio. Scusaci>> lo liquidò velocemente Sarah.

Senza che me ne rendessi conto mi trovai seduta sul sedile posteriore della sua auto.

In quel momento la mia testa era come in totale blackout.

Sarah si sedette di fianco a me. 

Rimanemmo qualche minuto in silenzio fissando il vuoto. 

<<Cosa cavolo è successo?>> mi chiese ad un certo punto. 

Io presi coraggio e le raccontai tutto quello che era successo da quando lei mi aveva lasciata sola al tavolino. 

<<E ora non so cosa fare>> le dissi disperata. 

<<Proviamo a chiamarlo>> propose lei 

<<E cosa gli dico?>> le domandai 

<< Non lo so, vediamo cosa dice lui>> azzardò lei

<<Cosa vuoi che dica? Che non mi vuole più vedere e che sono solo una troia>> esclamai 

<<L'alternativa qual è? Bloccare il suo numero e non parlargli mai più?>> 

Forse aveva ragione, unica cosa sensata da fare era chiamarlo. 

Composi il numero e una volta avviata la chiamata misi in vivavoce. 

Uno squillo, due squilli, tre squilli... segreteria. 

Riattaccai e subito riprovai a chiamare. 

Uno squillo, due squilli, tre squilli... segreteria.

Ancora nulla. 

<<Riprova, al costo di lasciargli quaranta telefonate>> mi incoraggiò Sarah

Uno squillo, due squilli, tre squilli... 

Finalmente aveva accettato la chiamata, ma dall'altro capo del telefono si sentiva solo silenzio. 

Guardai Sarah. 

Lei mi fece segno di parlare. 

Non sapevo cosa dire.

<<James...>> mi limitai a sussurrare. 

Avevo la voce tremolante. 

Sentivo le lacrime inondarmi gli occhi. 

Nessuna risposta

<<James...>> dissi nuovamente 

Ancora nulla 

<<Scusami....>> dissi per poi iniziare a piangere.

La telefonata andava avanti, ma dall'altro lato del telefono non proveniva nessun suono 

<<Ti...prego p..parl..mi>> singhiozzai 

<<E perchè dovrei parlarti? Perchè dovrei avere ancora a che fare con te?>> disse fredda la voce di James 

Quelle parole mi distrussero il cuore. 

<<Perchè...ci am..iamo>> gli dissi.

<<Forse dovresti rivalutare la tua idea di amore. Se per te amare vuol dire andare con il primo coglione tatuato che passa, appena io mi assento per lavoro, mi sa che abbiamo una visione un po' diversa delle cose.>> la sua voce era sempre fredda e decisa.

My dad's friend // L'amico di mio papàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora