Capitolo 46

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Ammetto che in questi giorni la mia testa è stata totalmente altrove. 

Prima Ares, il bacio, la festa. 

Poi James, i litigi, i pianti. 

La pillola è stata una dei miei ultimi pensieri e sono sicura di non averla più presa dal giorno prima della festa in maschera. 

Questo voleva dire solo una cosa. 

Ero nella merda!

Mi voltai verso James, lo guardai terrorizzata. 

Velocemente mi tirai su le mutandine e senza dire nulla andai verso il bagno. 

James mi seguì non capendo 

<<Raya tutto bene?>> mi domandò 

Non risposi. 

Arrivata in bagno aprì l'armadietto delle medicine e presi la confezione della pillola.

Estrassi il blister. 

Come immaginavo alcune erano di troppo. 

Avevo dimenticato di prenderla. 

<<Cazzo!>> esclamai. 

James mi raggiunse. 

Non disse niente. 

Sentì solo la sua mano chiusa a pugno sbattere contro la porta. 

Tra di noi calò il silenzio. 

<<Dimmi che non è quello che penso>> mi chiese. 

Non avevo il coraggio di rispondere. 

Lo guardai negli occhi e annuì 

<<Cazzo! Cazzo!>> esclamò. 

<<Non è detto che io sia incinta.>> privai a dire cercando di tranquillizzare la situazione. 

<<Dammi un minuto ti prego>> disse James andando in sala. 

Con ancora solo i boxer addosso vidi che si sedette sul divano e fece un respiro profondo. 

Lo raggiunsi e mi sedetti sulla poltrona davanti a lui. 

Lui mi guardò. 

<<Scusami, non volevo dare un pugno alla porta>> disse per poi fare un altro respiro profondo e passarsi le mani sul volto 

<<Non volevo, è tutta colpa mia. Sono stata una cretina. Non ho mai saltato un solo giorno. E ora ne ho saltati tre di fila>> dissi con le lacrime agli occhi. 

Una cascata di paura e terrore mi travolse. 

<<Piccola calmati, okay?>> mi disse James. 

<<Non è assolutamente detto che ti abbia messa incinta>> provò a tranquillizzarmi. 

<<E se invece così fosse?>> dissi singhiozzando 

<<Se così fosse mi prenderò le mie responsabilità e cresceremo un bellissimo bambino insieme>> sorrise per poi avvicinarsi a me. 

Quella frase mi lasciò senza parole. 

In positivo ovviamente. 

Mai e poi mai mi sarei aspettata una risposta simile. 

Guardai negli occhi James e ancora incredula gli chiesi <<Davvero?>> 

Lui mi sorrise <<Certo>> 

Mi diede un piccola bacio sulle labbra 

<<Ma comunque ora non fasciamoci la testa prima del previsto, non sappiamo ancora nulla con certezza.>> mi disse 

<<Si effettivamente hai ragione>> gli risposi asciugandomi le lacrime dagli occhi. 

<<Forse è meglio rivestirci>> disse lui andando in cucina a riprendere i sui vestiti. 

A quel punto io feci una corsa in camera e indossai un paio di pantaloncini neri e una maglietta bianca. 

Volevo stare comoda e soprattutto volevo che mia mamma una volta tornata a casa non sospettasse di nulla. 

Una volta tornata in sala trovai James seduto sul divano ad aspettarmi. 

Si era rivestito, indossava sia i pantaloni che la camicia. 

Ammetto che in fondo al cuore un po' ci speravo di trovarlo ancora a petto nudo. 

Mi sedetti vicino a lui 

<<Ormai sono le tre, tra un paio d'ore tua mamma torna. Cosa vuoi fare in questo poco tempo che ci rimane?>> mi chiese dolcemente 

<<Ti va di fare due chiacchere?>> gli proposi 

<<Va bene, di cosa vuoi parlare>> mi domandò perplesso. 

<<Ti va di raccontarmi di Parigi?>> gli chiesi 

<<Certo, ne ho parecchie di cose da raccontare>> disse ridendo 

Passai la successiva ora emmezza a sentire James raccontarmi di tutto quello che era successo a Parigi. 

Era stato via solo pochi giorni, ma gliene erano successe di tutti i colori. 

Avrei davvero tanto voluta essere con lui. 

<<Raya, si è fatto tardi, vorrei evitare di farmi vedere da tua mamma qui>> mi disse 

<<Si si hai ragione, forse ora è meglio che vai>> gli diedi un bacio sulle labbra. 

Lo accompagnai alla porta e lo salutai. 

Una volta chiusa la porta una fitta fortissima mi prese lo stomaco. 

Sentivo già la sua mancanza.





My dad's friend // L'amico di mio papàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora