Capitolo 30

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Passai tutto il viaggio in auto a pensare al messaggio di Ares. 

Ero contenta di andare a una festa. 

Ero però meno contenta di essere con Ares. 

Non che mi stesse antipatico, anzi mi stava simpaticissimo. 

Forse fin troppo. 

Senza quasi accorgermene parcheggiai davanti casa di James. 

Decisi di scacciare via dalla testa tutti i pensieri riguardanti la festa di sabato e concentrarmi solo sulla serata che stavo per trascorrere. 

Scesi dall'auto e andai a suonare il campanello. 

Dopo pochi istanti la porta di aprì. 

Davanti a me ora c'era James, con ancora la camicia che aveva oggi in ufficio e i capelli tutti scompigliati. 

Era bellissimo. 

<<Ehi piccola>> disse voce profonda, come se si fosse appena svegliato. 

<<Ehi>> gli dissi entrando in casa e dandogli un bacio sulle labbra. 

<<Ti sei appena svegliato?>> gli chiesi

<<Si, scusami. Appena sono tornato a casa ho fatto il grave errore di sedermi un attimo sul divano e tutta la stanchezza della giornata mi è piombata addosso.>> sorrise 

<<Se vuoi possiamo rimandare la serata insieme, non voglio disturbarti.>> dissi tristemente. 

Non avevo molta voglia di andarmene, ma allo stesso tempo non volevo disturbarlo. 

<<No no, se mi dai cinque minuti vado a farmi una doccia e poi sono tutto tuo. Non voglio rimandare un bel niente>> mi disse per poi baciarmi dolcemente le labbra. 

Mi accomodai sul divano mentre James sparì al piano di sopra per farsi una doccia. 

Rimasi seduta un paio di minuti, poi la curiosità ebbe la meglio su di me e mi misi a dare un'occhio in giro. 

Era tutto estremamente in ordine e molto pulito. 

Al muro c'erano parecchi quadri e sui mobili c'erano tantissimi souvenir, provenienti da diverse parti del mondo. 

Sapevo che James amava viaggiare, ma non pensavo così tanto. 

Poi ad un tratto notai che un cassetto del mobile davanti a me era leggermente aperto rispetto gli altri. 

Nella mia testa si materializzò una vocina che iniziò a dirmi di aprire il cassetto, dall'altra parte se ne materializzò un'altra che mi urlava di stare ferma e tornare sul divano. 

Ovviamente non ero assolutamente una ragazza da scelte sagge e mature, quindi decisi come al solito di ascoltare la vocina, forse più sbagliata.

Per un attimo rimasi perfettamente immobile e riuscì a sentire l'acqua della doccia scorrere, questo voleva dire che James si stava ancora lavando.

Con estrema calma aprì il cassetto. 

Al suo interno vi erano alcuni biglietti scritti a mano, alcune foto e due anelli.

Uno era davvero piccolo, sicuramente apparteneva ad una ragazza. 

Non sarebbe mai entrato nel dito di un uomo adulto. 

L'altro invece era un po' più grande. 

Li presi entrambi e li guardai da più vicino, finchè ad un certo punto notai una piccola incisione al loro interno. 

My dad's friend // L'amico di mio papàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora