Capitolo 36

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"Hai mai pensato al futuro?" chiese, raccogliendo l'erba davanti a lei.

"Penso, forse, lo facevo," rispose Harry.

Rotolò i frammenti d'erba tra le dita, macchiando di verde la pelle dei suoi polpastrelli. Il sole splendeva su di loro; il Lago Nero si increspava con il vento calmo. Fu un raro momento di quiete per loro, tranquilli nel mezzo di una tempesta costante. Tanto era successo, eppure tanto doveva venire, verso la fine del loro sesto anno, ancora così giovani, ancora così coraggiosi.

"Cosa è cambiato?"

Sospirò piano. "La vita." Harry raccolse da terra un dente di leone randagio e lo fece roteare tra le dita. "È sbagliato, ma a volte penso che non ci sia futuro".

Hermione lo guardò, gli occhi socchiusi dal forte sole. "C'è, ci deve essere."

"E se non ci fosse? Non per noi comunque".

I ciuffi del dente di leone volarono via, arrancando nell'aria, fluttuando nel cielo. Andarono lontano, persi nel vento. Oh, essere un dente di leone.

Hermione non l'avrebbe mai ammesso, ma i suoi pensieri spesso rispecchiavano i suoi. Tanto che si chiese se i pensieri sarebbero suonati veri, avrebbero fallito e la vita sarebbe finita, e sarebbe stato il nulla. Doveva essere la voce della ragione.

"Non puoi pensare così, Harry. Andrà tutto bene," disse, mentre il suo sguardo catturava la cicatrice sulla sua fronte. "Andrà tutto bene."

Lui annuì, alzando gli occhiali. "Quando?"

"Scusa?"

"Quando staremo bene? Quando finiranno gli incubi? Quando potrò fare un respiro profondo e chiudere gli occhi senza...senza sentire che il mondo andrà in pezzi?"

Il vento soffiava dolcemente, aleggiando tra i loro capelli. Aprì la mano, lasciando che i fili d'erba si allontanassero. "Presto, Harry, penso che sarà presto."

...

Credeva di avere ragione per tutta la vita. Hermione Granger era la piccola che sapeva tutto, e non lontano dal soprannome, sapeva davvero tutto. Ogni libro della biblioteca di Hogwarts era stato una volta nelle sue mani. Sapeva tutto su ogni argomento. Fatti, storia, tradizione, mito, lei sapeva tutto.

Quello che non sapeva era come gestire il crepacuore. Quello che sapeva dell'amore, lo sapeva dai suoi genitori e il loro amore era da esserne invidiosi. Era quasi perfetto, il rapporto ideale. Hermione non aveva mai avuto il cuore spezzato. Non quando Ron aveva baciato Lavanda, non aveva fatto così male. Nemmeno quando ha perso i suoi genitori perché almeno sapeva che non sarebbe stata lasciata sola. Aveva la sua seconda famiglia. Ora?

Adesso non c'era nessuno. Niente Ron, niente Ginny, niente mamma o papà, o Molly. Niente Theo. Nessun Draco.

Il dolore aveva sostituito qualsiasi cosa avesse mai conosciuto. Anche adesso mentre afferrava la tazza di porcellana, svuotando il cibo di ieri dallo stomaco. Conati di nuovo; questa volta era uscito solo sangue. Viola scuro, gocciolante dalle sue labbra come se non avesse già un promemoria costante. I suoi occhi lacrimavano e le sue ginocchia erano fredde per la dura piastrella sotto di lei. Mentre il suo braccio sinistro era appoggiato sulla ciotola, non poteva nemmeno sentire la puntura del freddo. Stava peggiorando, non rimaneva nemmeno un formicolio. Quando fu sicura che nient'altro stava venendo fuori, tirò lo sciacquone e si sdraiò a terra.

Mentre guardava il soffitto, con la luce fluorescente che ronzava, sapeva di essere stata qui prima. L'ultima volta stava per morire dissanguata ed era arrivato Theo. Draco era venuto. Lei non lo voleva allora; si risentiva del suo aiuto ma ora più di ogni altra cosa aveva bisogno di lui. Le sue braccia intorno a lei, per prenderla in braccio e spazzolarle i capelli dal viso, per dirle che sarebbe andato tutto bene. Per dirle che avrebbe risolto questo problema.

Various Storms and Saints - viridianatnight - TRADUZIONE ITALIANADove le storie prendono vita. Scoprilo ora