Capitolo 26

1.2K 42 3
                                    

"Vai con lui?" chiese Hermione a Theo mentre entrava nella zona giorno.

"Sì, devo, no?" disse, lottando con la cravatta.

Si avvicinò a lui e la disfece prima di raddrizzarla. La legò mentre parlava. "Sei preoccupato?"

Theo alzò lo sguardo dalle sue mani e lei poté vedere che lo era. "Riguardo a Draco? Sì, sono sempre dannatamente preoccupato per quel cazzone."

"Credi che non succederà niente, vero?" Si passò le mani lungo la cravatta prima di raddrizzargli i risvolti.

"Considerando che il Wizengamot brulica di Auror stronzi, spero di no. Draco è intelligente, almeno posso riconoscerglielo."

Hermione tenne stretto il suo completo mentre lo guardava. "Theo, tu non l'hai visto. Se non ci fossi stata..."

"Hermione," iniziò, mettendo le mani sulle sue. "L'ho visto in posizioni peggiori, fidati. Gli ho impedito di fare più cazzate di così, penso che dovresti darmi un po' di credito qui."

Lei annuì. "Okay, mi dispiace, è solo che...non lo so."

Theo sorrise, inclinando leggermente la testa. "Ti importa di lui."

"Io--"

"Va tutto bene, non glielo dirò", strizzò l'occhio.

La porta del ritratto si aprì e sentirono i suoi passi scendere nel corridoio. Hermione si staccò da Theo quando lo vide entrare. Si stava aggiustando i gemelli e lei si ritrovò agitata alla vista di lui con indosso un completo. Sapeva che non era il momento giusto per sentirsi in quel modo, ma quando lui stava così bene in giacca e cravatta, non poteva farne a meno. Draco tirò giù le braccia, permettendo alla giacca di adattarsi da sola mentre alzava lo sguardo.

"Inizierò a dirigermi verso l'ufficio della McGranitt," disse Theo, dando una pacca sulla spalla al suo compagno mentre andava.

Hermione lo guardò allontanarsi prima di guardare Draco. Si passò una mano tra i capelli prima di rendersi conto di averli incasinati.

"Merda," disse piano.

Lei sorrise leggermente, prendendogli la mano e conducendolo nella sua camera da letto. Mentre lo faceva sedere sul letto, afferrò un pettine e si voltò di nuovo verso di lui.

"Mi piacciono di più i tuoi capelli quando sono scompigliati," disse piano, fissando le sue morbide ciocche bianche.

"Me lo ricorderò," disse, tenendole i fianchi sotto la maglietta.

Hermione alzò il mento per farsi guardare, ancora sistemandogli i capelli, lentamente ma inesorabilmente. Sentì il suo petto scaldarsi mentre lui la guardava.

"Sei nervoso?" lei chiese.

"No, sono furioso," disse con calma.

Lasciò cadere il pettine sul letto accanto a lui prima di raddrizzargli la cravatta come aveva fatto per Theo. Draco la attirò più vicino, facendola arrossire contro di lui. La sua mente correva. Sapeva che non era abbastanza stupido da provocare una scenata, da cercare di uccidere suo padre davanti a tutti, ma non poteva farne a meno. Tutto stava cambiando, ora era più arrabbiato di prima, più all'infuori per questo.

"Non fare niente," disse.

"Non sono un'idiota."

"Non ho detto che lo fossi, ho solo detto di non fare niente." Lei spostò le mani ai lati del suo collo, i suoi pollici svolazzavano lungo la sua mascella. "Puoi essere furioso ma non provocare una scenata."

"Ti dimentichi che sono cresciuto in una famiglia purosangue, so esattamente quando è necessario creare una scenata", disse, accarezzandole i fianchi con i pollici. "Il Profeta tirerà fuori il suo articolo e basta".

Various Storms and Saints - viridianatnight - TRADUZIONE ITALIANADove le storie prendono vita. Scoprilo ora