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Sono in quella fase mattutina in cui ancora non ho aperto gli occhi ma, con la mente, sto già facendo la lista delle cose da fare, una luce debole filtra dalle tende tirate, mi giro per guardare la sveglia sul comodino, sono le 6:30, posso dormire ancora un po', ho appuntamento in università prima delle lezioni con alcuni amici per fare colazione assieme, ma non abito distante, posso fare tutto con calma.
Sento Keto muoversi nella sua stanza, che è proprio di fronte alla mia, lo sento trafficare, poi apre la porta e si precipita sul mio letto, inizia a scuotermi, agitatissimo:<Caly sei sveglia? Svegliati!!>
<Mmmm?> non ho voglia di parlare.
<È successo un guaio, mi devi aiutare>
Apro un occhio, e poi anche l'altro, lo vedo serio e preoccupato, ha tutta la mia attenzione.
<La ragazza che doveva aiutare me e Susie stamattina è caduta e si è rotta un polso, le stanno facendo il gesso in questo momento, nessuno può sostituirla, i miei colleghi al centro hanno appuntamenti fissati da mesi...... così ho detto al mio capo che, in via del tutto eccezionale, oggi vieni tu con noi!>
Aspetta aspetta, cosa? Non credo di aver capito bene.
Mi alzo allarmata, perché Keto ogni tanto ha delle idee discutibili, e questa è sicuro una di quelle.
<Dovrei venire con te, a fare il tuo lavoro? Sei pazzo? Non so dove mettere le mani, ma in che situazione mi metti?>
Mi guarda con aria innocente e dice:< Tu non devi fare nulla, i capelli e il trucco li facciamo io e Su, tu devi assisterci, passare le cose, aiutarci ad allestire....dai ti prego.....ti prego>  e continua:< C'è gente che darebbe il braccio destro per venire con me e tu fai la difficile!> e mi guarda con espressione offesa.
Debolmente cerco di controbattere:< Devo andare a lezione......> ma già la mia mente sta pensando ad altro, non posso dire di no, Keto è sempre al mio fianco, sempre, e se oggi ha bisogno di me lo devo aiutare. Punto.
Salterò l'università e vedrò di fare del mio meglio.
<Alza il culo dal letto che dobbiamo passare a prendere Susie>
Probabilmente la mia espressione preoccupata lo intenerisce perché si avvicina e mi dice:< Lo sai vero che ti amo? Che nessuno ti amerà mai più di me?> mi guarda con quegli occhioni dolci e mi strappa un sorriso, gli do un pugno sulla spalla e mi dirigo verso il bagno.
Dopo mezz'ora siamo già in auto in direzione periferia di Seoul, verso casa di Susie, la collega di Keto.
Susie è coreana e non sono sicura che questo sia il suo vero nome, è una ragazza molto gentile, molto pacata, molto educata, e molto molto sfigata in amore.
In questi otto mesi in città abbiamo avuto modo di vederci diverse volte, mi trovo molto bene con lei, le ragazze coreane che ho conosciuto all'università non sono così tranquille, o almeno, lo sono, ma non sembrano sincere, hanno una gentilezza che a volte trovo un po' affettata, mi trovo più a mio agio con ragazzi e ragazze non coreani che, come me, vengono da altri paesi e sono qui a studiare.
Tra stranieri ci capiamo, in sostanza siamo tutti nella stessa barca.
Non è un problema di lingua, il coreano lo parlo da tanti anni grazie al papà di Keto, che ci parlava nella sua lingua madre fin da piccolissimi.... è più un non sentirsi adeguati, qui in Corea gli standard di bellezza sono rigidi, ed io non rientro molto in questi canoni.
I miei capelli sono lunghi, castani e lisci, e fin qui tutto bene, ma non sono magrissima, sono normale, porto una tg 42, ho delle forme, una terza di seno, e ho degli occhioni azzurri molto grandi, che spesso sono guardati con curiosità, i ragazzi che frequento dell'università mi hanno soprannominato "Manga", perché dicono che ho gli occhi sproporzionati come le eroine dei fumetti, quindi ho detto tutto.
Tornando a Susie, io credo sia scattato un certo feeling perché da me si sente capita, deve aver fiutato che anch'io, come lei, in amore finora non ho combinato nulla di buono.
Non le ho mai raccontato cosa mi è successo, non ne parlo volentieri, ma evidentemente è empatia, non saprei come altro descriverlo.
Susie ci sta aspettando già in strada, salta su e, tutta eccitata per la mia presenza, mi dà un bacio sulla guancia e mi porge la vestaglietta che dovrò indossare una volta arrivati.
Come diceva Keto ieri sera, non è un viaggio lungo, dobbiamo raggiungere una ex area industriale che si trova fuori Seoul e, lo devo dire, comincio ad essere un po' nervosa.
Negli ultimi anni, poco prima di venire in Corea, ho avuto un po' di problemi a gestire l'ansia, sono persino finita in ospedale..... oggi la sento montare, non amo gli imprevisti, voglio sempre avere tutto sotto controllo, questa mattina è successo tutto talmente in fretta che non ho avuto neanche tempo di elaborare bene la cosa.
Sono sempre più convinta che Keto abbia avuto un'idea scellerata, ma ormai indietro non si può più tornare.

MANDORLADove le storie prendono vita. Scoprilo ora