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Yoongi ha lasciato l'auto sulla via meno trafficata, dietro casa, probabilmente per non essere notato.
Si è tirato su il cappuccio della felpa, ha una sciarpa sulla faccia, gli occhiali da sole, praticamente non gli si vede nemmeno un centimetro di pelle.
L'auto è un SUV nero con i vetri oscurati che, a parer mio da molto nell'occhio, ma io non sono nessuno per giudicare.
Saliamo e partiamo, ho come dei serpenti nello stomaco, sono talmente agitata che mi si stanno aggrovigliando le viscere.
Non so cosa dire, sto andando alla cieca.
Lui si toglie la sciarpa e il giubbotto e li tira nel sedile dietro, poi toglie gli occhiali e si abbassa il cappuccio della felpa, nel farlo si spettina leggermente, così fa un gesto che se lo facessi io mi si formerebbe un nido sulla testa, invece lui si mette la mano sulla nuca e si mischia i capelli che, magicamente cadono perfettamente pettinati.
Noto che il taglio è un po' diverso da quando l'ho visto io ad agosto; sono sempre castani e gli cadono in fronte, ma sopra le orecchie fino dietro sono rasati.
Ai lobi ha due orecchini a cerchio su entrambi i lati, è struccato e vicino all'occhio ha un piccolo segno, sembra una cicatrice da varicella identica a quella che io ho sulla fronte.
Nell'abitacolo c'è profumo di caffè e di ammorbidente, chi gli ha lavato la felpa ci ha dato dentro col detersivo, e poi c'è il suo odore, che non so descrivere, è suo e basta, è buonissimo, ed è una tortura.
Non ho ben chiaro che strada ha preso, non sono molto brava ad orientarmi, ma si sta allontanando dal centro e sta andando verso la periferia.
Si gira, mi guarda brevemente, poi torna a guardare la strada e dice:
<Mi dispiace averti portato via cosi inaspettatamente da casa, allungati dietro, c'è una scatola, prendila e prendi anche l'acqua>
Mi allungo e afferro una busta di carta con dentro due bottigliette d'acqua, succo d'arancia e una scatola di cartone, la apro e dentro ci sono sei ciambelle glassate una diversa dall'altra.
<Hai preso i donuts!!> esclamo.
<Non so che gusto ti piace, ne ho presi sei diversi così puoi scegliere quello che vuoi!>
Lui intanto prende un bicchierone con la cannuccia e beve quello che immagino essere del caffè.
Scelgo la ciambella con sopra lo zucchero e al centro la crema e azzardo:
<Ne vuoi una?>
<Non posso, sono a dieta>
A dieta? Se lui deve stare a dieta io dovrei fare lo sciopero della fame.
< Non ne vuoi assaggiare neanche un pezzettino?>
In tutta risposta allunga il collo e apre la bocca verso di me.
Oddio cosa devo fare? Lo devo imboccare? Stacco un pezzetto di donut ma lui mi anticipa, mi afferra il polso, si porta la mia mano con il dolce alla bocca e lo addenta.
<Mm buona, è al limone>
Gli è rimasto un po' di zucchero sul labbro, glielo faccio notare, lui si guarda allo specchietto, poi allunga la lingua e se lo lecca via.
E di nuovo, improvvisamente, l'istinto è quello di toccarlo, di accarezzare le labbra dove un secondo fa è passata la sua lingua.
Mi allontano di scatto e mi appiattisco nello sportello, ma è difficile mettere le distanze dentro un'auto.
Yoongi aggrotta un po' la fronte e dice con un velo di divertimento:
<Ti stai spalmando sul finestrino, che paura hai? Non mordo te lo assicuro! Mettiti comoda perché avremo due ore di auto da fare!>
Ho capito bene? Ha detto due ore? Due ore chiusa qui con lui? Ma dove dobbiamo andare?
<Come due ore!?! Cosa dovrei fare così lontano da Seoul?> chiedo preoccupata.
<Io non ho mai detto che ho bisogno che tu faccia qualcosa per me, lo avete pensato tu e Keto>
Silenzio.
Addento la ciambella dove lui l'ha addentata e mi sembra una delle cose più trasgressive che abbia mai fatto nella vita e intanto penso, penso e penso, ma proprio non immagino dove voglia andare a parare.
<C'è qualcosa che non va....sei molto serio> provo a chiedere.
Yoongi scoppia a ridere, non lo avevo mai visto ridere di gusto, ha i denti piccoli, sembrano perle, ed ha la risata più silenziosa che abbia mai sentito.
<In molti mi dite che sembro serio, ma questa è la mia faccia, non sono serio, sto benissimo!>
Sta andando a prendere l'autostrada, tira giù il finestrino per ritirare il biglietto, sono tutti gesti normalissimi, che però compiuti da lui non hanno nulla di normale.
Io per prima lo vedo in foto e in TV e, anche se so che è una persona reale, vederlo fare gesti comuni è stranissimo.
<Allora, raccontami perché hai scelto proprio Seoul per i tuoi studi....> mi dice.
<Oh no, non lo vuoi sapere veramente, è una storia noiosissima, Keto quando parlo di studio e lavoro finge sempre di dover improvvisamente andare in bagno, ma lo so perfettamente che non è vero, che lo dice solo per non dovermi sentir parlare di queste cose!>
Yoongi ride.
<Sei matta!! No davvero, se te lo chiedo è perché sono curioso, dai racconta!>
E così gli spiego che a fine liceo, la mia idea era di studiare lingue all'università, per occuparmi del reparto estero dell'azienda di mio padre.
<Che azienda ha tuo padre?>
<Veramente è un vero e proprio impero, un impero di carta. Produce imballi, confezioni di tutti i tipi, scatole, utensili, tutto di carta, che poi vengono venduti in tutta Europa, e in parte dell'America>
<Wow> dice lui.
<Purtroppo dopo il liceo c'è stata la parentesi della malattia di mia madre, e poi tutto il resto....e ho messo tutto in standby> e continuo <Ma mentre mi occupavo di lei, in testa mi è germogliata un'idea, che li per li mi sembrava un po' troppo ambiziosa, ma poi mi sono detta che si vive una volta sola e che valeva la pena tentare>
<Che idea?>
<Di espandere gli affari anche ad Est, in Asia, e di occuparmi di questa espansione. Il mondo è pieno di plastica, al supermercato tutto è confezionato nella plastica, il mio obiettivo è di usare la carta dove ora non sembra possibile, di poterla riciclare e smaltire in maniera naturale. Ci sono problemi enormi di costi e di burocrazia, se al mondo c'è così tanta plastica è perché è economica.....> smetto di parlare e lo guardo:
<Devi andare in bagno? Vuoi che chiuda la bocca?>
Scoppiamo a ridere, poi mi chiede se sono figlia unica e gli dico che ho un fratello più grande e un po' più ribelle di me, che non ne vuole sapere di affari di famiglia ed ha aperto un locale sulla spiaggia, che va a gonfie vele, che convive con la fidanzata ed è molto soddisfatto così.
Il tempo vola, Yoongi mette la freccia ed esce dall'autostrada.
Allungo il collo perché in lontananza si vede una linea azzurra.
<Yoongi guarda!> indico con un dito davanti a noi <Quella è una spiaggia? Oh ti prego rallenta un attimo, fammi guardare!>
Lui ride di gusto ed è uno spettacolo, ha una risata buffa, strizza gli occhi talmente tanto che diventano due mezzelune all'ingiù.
<Stiamo andando là>
Non ci posso credere, sono sbalordita, Yoongi mi ha portato al mare.

MANDORLADove le storie prendono vita. Scoprilo ora