Capitolo 1 - Una goccia di buio

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"Non vedo l'ora che arrivi stasera, 'o sai?"

La voce di Manuel, ancora piena di sonno, era poco più di un sussurro, ma non per questo non arrivò chiara e forte alle orecchie di Simone. Non era la prima volta che si svegliavano insieme, ma sapeva che non si sarebbe mai abituato a quella voce roca che gli attraversava la pelle e gli faceva tremare i muscoli. Accennò un sorriso, pigramente, e si strinse un po' di più all'altro ragazzo, che approvò con un mugolio.

"Ma se siamo svegli da tipo cinque minuti..."

Gli fece presente e anche Manuel avvertì più di un brivido quando fu investito da quella voce bassa e profonda. Non si sarebbe mai abituato a quella sensazione, ne era sicuro, ma del resto non aveva alcuna intenzione di abituarsi. Portò una mano tra i ricci morbidi del suo ragazzo per accarezzarli delicatamente, ottenendo un gemito d'approvazione in risposta. Manuel aveva presto capito che quando Simone aveva sonno, come in questo momento, si lasciava andare molto più liberamente a quei piccoli versi e dato che per lui rientravano tra i suoni più belli che Dio o chi per lui avesse creato, aveva altrettanto presto imparato a sfruttare quelle occasioni.

"Sì, ma oggi è una giornata speciale e stasera lo sarà ancora di più."

I suoi occhi scuri luccicavano emozionati e per Simone facevano concorrenza ai raggi di Sole di fine Giugno che invadevano la stanza. Quasi gli sembrava impossibile aver paragonato quegli stessi occhi a due lampadine fulminate appena qualche settimana prima.

"Tu lo sai che per me ogni giorno con te è speciale e che mi basta che passiamo la serata insieme per essere felice, vero?"

Era il loro primo mesiversario e in più Simone aveva superato il suo esame formale, due eventi che Manuel aveva insistito di festeggiare fino allo sfinimento. Erano giorni che stava organizzando qualcosa, più di una volta Simone lo aveva beccato a confabulare con sua nonna o suo padre, ma non era riuscito a carpire neanche una piccolissima informazione. Non doveva sapere nulla di quella serata ed era davvero così, non sapeva cosa aspettarsi. Era molto emozionato all'idea, però, perché nessuno aveva mai fatto qualcosa di simile per lui, nemmeno Laura. Manuel interruppe le sue carezze per arruffargli i capelli, in modo da scacciare via quel pensiero. Simone meritava il mondo, era ora che lo capisse!

"Per prima cosa, guarda che il poeta tra noi due so' io, tu pensa agli assi cartesiani e a quelle robe là. Poi comunque è presto per parla', magari quello che ho preparato non ti piace..."

Replicò Manuel con un po' di apprensione, che non si sforzò di nascondere. Da quando stava con Simone aveva imparato a non cercare di imprigionare i sentimenti in fondo al cuore ed era molto più sereno da quando aveva smesso di farlo. Non era l'unica cosa che Simone gli aveva insegnato e, come per tutte le altre, lui gli era estremamente grato. Fu il turno dell'altro ragazzo, adesso, di arruffare una matassa di ricci per scacciare pensieri insensati.

"Non hai sentito la parte in cui ti ho detto che mi basta stare insieme a te? Ti devo ringraziare già soltanto per il pensiero che hai avuto."

Mormorò dolcemente, poi accennò un ghigno furbetto.

"Se vuoi essere proprio sicuro, comunque, puoi sempre illuminarmi sul tuo progetto."

Manuel scoppiò a ridere, scuotendo il capo. Non era facile resistere a quella richiesta, soprattutto perché il ruffiano aveva iniziato a fargli dei grattini sulla nuca per cui lui impazziva –anche Simone era uno che imparava in fretta, dopotutto-, ma no, non avrebbe ceduto.

"E secondo te so scemo che te vengo a di' tutto mo, all'ultimo? No, non esiste, e non riuscirai a corrompermi!"

E subito imitò il ghigno furbo dell'altro, per poi avvicinare ancora un po' i loro visi. Erano stretti in un meraviglioso abbraccio, con cui andavano a dormire ogni sera e si svegliavano ogni mattina.

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