Simone aveva dato il meglio di sé in quella giornata di allenamento intensivo e aveva ricevuto perfino i complimenti del suo coach, un tipo che solitamente era restio a farne: gli aveva detto che se avesse giocato così anche quel sabato, nell'ultima partita della stagione, sarebbe stato fondamentale per portare la squadra alla vittoria.
Eppure non era per vincere la finale che Simone si era dato tanto da fare, ma perché immaginava di dedicare a Manuel ogni punto che avrebbe segnato, come del resto aveva iniziato a fare da quando stavano insieme. Il suo ragazzo non ne capiva molto di rugby, anche se aveva provato a spiegargli le basi, ma si illuminava ed esultava più di tutti quando lui segnava e Simone avrebbe fatto di tutto per vederlo sempre così felice. Non importava quanto fossero distanti durante le partite, i loro occhi non fallivano mai di incontrarsi in quei piccoli istanti.
"Oh, certo che te lo sei magnato er campo, oggi! Ricordati di lasciarne un po' pure a noi!"
Commentò scherzosamente Marco, uno dei suoi compagni di squadra, mentre si ritiravano negli spogliatoi. Era un ragazzo simpatico, con cui era piacevole scambiare quattro chiacchiere. Simone ridacchiò in risposta, ma non ebbe modo di replicare perché subito l'altro ragazzo riprese la parola.
"Vojo di', pure noi abbiamo delle fidanzate a cui dedicare le mete, ci fai fare brutta figura!"
Simone sgranò gli occhi, sorpreso. Non aveva detto a nessuno di Manuel e non perché ci trovasse qualcosa di male o si vergognasse, ma perché non era poi così in confidenza con i suoi compagni di rugby e, in generale, non era il tipo che andava a raccontare in giro delle sue relazioni.
"E tu come lo sai che sono fidanzato, scusa?"
Domandò incuriosito, accennando un mezzo sorriso. Si sentiva abbastanza tranquillo, Marco non gli aveva mai dato l'impressione di avere la mente chiusa, ma nel caso avrebbe difeso il proprio amore a spada tratta.
"Eh, come lo so! Scusa se te infrango l'aura da ragazzo del mistero..."
Cominciò a rispondere l'altro, gesticolando un po' come se stesse tracciando il contorno di quell'aura.
"...ma non ci vuole la sfera magica per vedere che ti volti sempre verso lo stesso ragazzo quando fai un punto, anche perché per quanto si agita è difficile non notarlo."
Simone rise, pensando a quanto entrambi si ritenessero riservati e discreti sotto quel punto di vista e invece a quanto pareva il loro amore era sotto gli occhi di un po' tutti. Beh, in fondo l'amore non è una cosa che si può nascondere, pensò.
"Sì, lui...si chiama Manuel e sì, è il mio fidanzato."
I suoi occhi brillavano d'orgoglio, era bello dire quella cosa ad alta voce. Le parole 'Manuel', 'mio' e 'fidanzato' stavano particolarmente bene insieme, nella bocca di Simone avevano il sapore del miele. Marco diede una leggera spinta al suo compagno di squadra, scherzoso.
"Mazza, oh, sei proprio cotto! Dai, te lascio l'ultima doccia libera così puoi correre da lui..."
"Oh no, non ti preoccupare, preferisco lavarmi a casa, devo solo prendere la mia roba. Grazie lo stesso!"
I due ragazzi si salutarono, Simone raccolse il suo borsone e uscì dallo spogliatoio, sporco e sudato com'era, stanco e felicissimo al tempo stesso. Mentre percorreva la strada che lo separava dal parcheggio sul retro del campo si mise a fantasticare sulla sorpresa che lo attendeva a casa -su Manuel che lo attendeva a casa-, ma poi i suoi pensieri furono interrotti da un altro tipo di sorpresa, ben più spiacevole: la Vespa aveva una ruota a terra.
"No, cazzo!"
Imprecò tra i denti e sbuffò. Non si spiegava come fosse successo, dato che l'aveva guidata quella mattina e non aveva notato niente di strano. Se si fosse soffermato ad esaminare meglio la ruota si sarebbe accorto che presentava un taglio netto, troppo preciso per essere accidentale, ma in quel momento voleva solo tornare a casa, quindi prese il cellulare per farsi venire a prendere. Non fece in tempo a telefonare a Manuel o a suo padre, all'improvviso avvertì un forte dolore alla testa e tutto divenne buio.
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Un Sole intero di felicità
RomanceSequel di "Tu non innamorarti di un uomo che non sono io" Dal testo: "Non vedo l'ora che arrivi stasera, 'o sai?" [...] "Ma se siamo svegli da tipo cinque minuti..." [...] "Sì, ma oggi è una giornata speciale e stasera lo sarà ancora di più."