Toccava pensare al presepe, adesso, e Domenico si avvicinò ad un altro scatolone, più piccolo di quello che aveva contenuto l'albero, senza riuscire a trattenere un sorriso. Gli piaceva decorare l'albero di Natale, ma la sua cosa preferita di quella festività era proprio il presepe, allestirlo gli dava un senso di pace che non sapeva spiegarsi e poterlo fare con Claudio lo rendeva felice, per motivi che invece sapeva spiegarsi per filo e per segno.
"Che te ne pare?"
Chiese, emozionato, tirando fuori il pezzo unico di cui si componeva il presepe che aveva comprato: era costituito da una grotta, tutta realizzata in sughero, poggiata su una base che aveva un po' di spazio libero per sistemare i pastori. Avrebbe preferito di gran lunga preparare con Claudio il grande presepe che c'era a casa sua, a Napoli, e che per lui aveva un significato speciale, ma lì a Roma non aveva potuto certo trasportarlo -sia perché non voleva toglierlo a sua madre e sua sorella, sia per motivi logistici- e quindi aveva dovuto accontentarsi. L'anno prossimo, però, magari...
"Visto così non è chissà che, lo so, però con qualche pastorello migliora..."
Aggiunse, un po' imbarazzato.
Claudio però ribatté ancor prima di sentire la fine della frase, praticamente parlandogli sopra, una cosa che non avrebbe mai fatto normalmente, ma era troppo preso dall'entusiasmo per frenare la lingua. Erano anni che non si sentiva felice a Natale, tanto che aveva praticamente dimenticato la sensazione.
"È perfetto!"
Esclamò, allegro. Per uno strano gioco del destino, quel presepe gli ricordava molto, nella sua forma semplice, quello della sua infanzia e la coincidenza lo fece sorridere. Erano trascorsi anni dall'ultima volta che l'aveva allestito con qualcuno e ovviamente l'aveva fatto con la sua famiglia, che certamente non considerava più tale, ma adesso c'era Domenico, -era lì per questo, come gli aveva detto appena arrivato- e con lui...con lui era tutto più speciale, più giusto. E in cuor proprio sapeva il perché.
Domenico sorrise dolcemente a quell'eccesso di entusiasmo che gli rendeva gli occhi ancora più luminosi, che così sembravano davvero quelli di un bambino a Natale, e gli si avvicinò di qualche passo.
"Dove lo vuoi mettere?"
Chiese, gentile.
Claudio si prese qualche istante per pensarci e guardarsi intorno, mordendosi leggermente il labbro inferiore, alla ricerca di un posto adatto. Il tavolino che stava lì vicino, davanti al divano, era troppo basso e rischiavano che Partenope ci salisse sopra. La scrivania non era adatta perché oltre ad essere la sua base d'appoggio per lo studio -e quindi essere piena di libri- era anche messa un po' in disparte rispetto al resto del salottino, non avrebbe dato la giusta visibilità al presepe. Metterlo in un'altra stanza -e quindi scegliere tra la sua camera da letto e la cucina- ovviamente era fuori discussione. I suoi occhi, poi, si posarono sulla grande libreria a muro, proprio dietro l'albero che avevano appena finito di sistemare, e gli venne un'idea: scelse uno degli scomparti di cui era composta -né troppo in alto, né troppo in basso-, lo svuotò dei libri che conteneva, spostandoli un po' dove capitava negli altri, e vi batté il palmo della mano sopra un paio di volte, guardando l'amico con un sorriso.
"Qui mi sembra vada bene, no? Tu che dici?"
Domenico in un primo momento si stupì a vedere quel ragazzo, di solito così preciso, muovere e posare quei libri senza un criterio, rompendo l'ordine che caratterizzava quella libreria e tutto ciò che faceva, ma poi sorrise, perché era bello vederlo lasciarsi andare, era bello vederlo libero.
"Se va bene a te, va bene anche a me."
Si avvicinò alla libreria e posizionò il presepe nel ripiano vuoto, scoprendo che ci entrava alla perfezione, sembrava fatto apposta. Nel farlo, vide sul ripiano accanto tre piccole cornici, ciascuna delle quali conteneva una delle foto che avevano scattato a Marzo, quando avevano festeggiato i loro compleanni: al centro c'era la foto che avevano scattato insieme, con Partenope in braccio, e ai due lati quelle che ritraevano il momento del soffio delle candeline sulle torte improvvisate.

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Un Sole intero di felicità
RomanceSequel di "Tu non innamorarti di un uomo che non sono io" Dal testo: "Non vedo l'ora che arrivi stasera, 'o sai?" [...] "Ma se siamo svegli da tipo cinque minuti..." [...] "Sì, ma oggi è una giornata speciale e stasera lo sarà ancora di più."