"Perché non possiamo andare da Simone adesso?"
Esclamò Manuel, contrariato, al rifiuto di Claudio a quella sua richiesta. Non era stupido, sapeva che non potevano farlo perché erano in piena notte e non li avrebbero fatti entrare, ma avevano ricevuto una telefonata dell'ospedale ed erano stati informati del fatto che Simone fosse stato operato, Manuel doveva accertarsi che stesse bene! Sperava che Claudio potesse fare un po' di insistenza, essendo un avvocato importante.
L'uomo sospirò pazientemente, come ormai spesso si ritrovava a fare da quando quel ragazzo si trovava in casa sua. Non lo biasimava, anche lui avrebbe provato a smuovere mari e monti per la persona che amava.
"Lo sai perché, Manuel, non insultare la tua intelligenza. Sono quasi le quattro, non ci fanno neanche parcheggiare l'auto. E no, prima che tu possa chiedermelo, io non posso fare niente contro le regole dell'ospedale. Andremo da Simone domani, così avrai anche modo di riposarti."
Manuel incrociò le braccia e sbuffò, simile in tutto e per tutto ad un bambino capriccioso, ma in realtà era preoccupato, perché per quanto fosse felice del fatto che Simone finalmente fosse in un posto sicuro, era certo che non sarebbe stato bene lasciato da solo con i suoi pensieri.
"E come faccio a riposare, se so che Simone non dormirà? Non posso lasciarlo solo!"
"Simone è stanco, sono sicuro che non gli sarà troppo difficile dormire. Poi ti ricordo che con lui ci sono medici e infermieri, non è solo."
Gli fece presente Claudio con calma, per poi bere un sorso di tisana. Manuel, però, non trovò rassicurazione in quelle parole.
"Se non ci sono io sì, è solo! Simone ha bisogno di me, Claudio...e io ho bisogno di lui."
Ammise, con voce più bassa, guardando l'avvocato con occhi tristi. L'uomo sospirò e gli fece cenno di sedersi sul divano accanto a lui. Manuel si accomodò, mantenendo la sua espressione da cane bastonato, come l'aveva definita Simone tempo prima, in quella che adesso sembrava un'altra vita.
Se fossero stati in tribunale, Claudio adesso avrebbe ricordato a Manuel che appena un giorno prima aveva espresso il proposito di lasciare Simone, ma preferì non farlo, dal momento che il ragazzo sembrava aver recuperato la ragione da solo. Beh, non proprio da solo, aveva parlato con Domenico e Claudio aveva un'idea piuttosto chiara di cosa si fossero detti. Mise da parte il pensiero, tornando a concentrarsi sul ragazzo davanti a sé.
"Manuel, credimi, se avessi davvero il potere di farti entrare in quell'ospedale lo farei. Tu e Simone siete stati strappati l'uno dall'altro e siete rimasti separati e sanguinanti per troppo tempo. Volete solo rimarginare le vostre ferite, tornando ad essere completi e questo lo capisco, davvero, ma adesso si tratta di sopportare soltanto un'ultima notte. Una notte che, diversamente dai giorni appena passati, Simone trascorrerà in un ambiente sicuro, dove nessuno vuole fargli del male. Rende la cosa un po' più sopportabile, no?"
Manuel scosse il capo, testardo. Voleva essere sicuro che Simone riposasse davvero, che si sentisse al sicuro e che, soprattutto, nessuno lo portasse più via da lui.
"Tu non faresti almeno un tentativo, per una persona a cui tieni? Se ci fosse Domenico al posto di Simone, non correresti da lui?"
Alzò gli occhi scuri per incontrare quelli azzurri dell'altro, certo di colpire nel segno con la sua domanda. Domenico gli aveva fatto capire che lui e Claudio erano più simili di quanto avrebbe mai potuto immaginare, del resto.
Claudio sospirò e poi annuì, non se la sentiva di mentire di fronte all'amore. Si era sbagliato, Manuel poteva avere un futuro come avvocato.
"E va bene, facciamo questo tentativo, ma non posso assicurarti niente. Se ci mandano via, mi prometti che non farai storie?"

STAI LEGGENDO
Un Sole intero di felicità
RomanceSequel di "Tu non innamorarti di un uomo che non sono io" Dal testo: "Non vedo l'ora che arrivi stasera, 'o sai?" [...] "Ma se siamo svegli da tipo cinque minuti..." [...] "Sì, ma oggi è una giornata speciale e stasera lo sarà ancora di più."