La sala scintillava come un gioiello, immersa nella luce del pieno pomeriggio, e quel luccichio, unito alle ampie pareti blu e ai morbidi panneggi bianchi che la decoravano, dava l'impressione di trovarsi sotto la superficie del mare. Gli invitati, disposti in tavoli più o meno ampi a seconda della disposizione che Claudio e Domenico avevano studiato per intere settimane, stando ben attenti a non causare una forzata vicinanza -seppur temporanea- tra antipatie reciproche, erano impegnati nella degustazione del sorbetto e della frutta che chiudevano il lungo pranzo nuziale ed il cantante -un giovane molto promettente, dal viso gentile coperto da una sottile barba incorniciato da folti capelli neri che, ribelli, gli davano un aspetto quasi leonino- in un angolo della sala offriva, insieme alla sua band un sottofondo musicale leggero ed allegro, in attesa di sfoderare un repertorio più consistente per il momento in cui si sarebbero aperte le danze.
Claudio e Domenico, dalla loro posizione privilegiata al tavolo degli sposi, riuscivano ad avere un quadro generale della situazione che, con loro grande sollievo, era più che positivo: gli invitati sembravano contenti e soddisfatti, la musica era più che piacevole e loro, neanche a dirlo, erano al settimo cielo per la felicità. Non si erano separati un attimo l'uno dall'altro, si erano destreggiati tra gli amici e i parenti, che li chiamavano continuamente per un saluto o per fare due chiacchiere, tenendosi sempre per mano ed anche mentre mangiavano avevano avvicinato il più possibile le sedie e quando possibile si erano imboccati a vicenda, giocosamente, scatenando i mormorii inteneriti di chi in quel momento li stava guardando.
In quel preciso istante, tuttavia, Claudio non stava degnando il sorbetto e la frutta davanti a sé neanche di uno sguardo e tutta la propria attenzione era rivolta verso un punto specifico della sala, un tavolo non molto distante dal loro che, tra tutti, rientrava tra i più importanti.
Domenico si accorse quasi immediatamente della mascella rigida del compagno, contratta in chissà che sforzo per tenere dentro i pensieri, della sua espressione ferma, ma i cui occhi erano coperti da un velo liquido, e capì che doveva aiutarlo a liberarsi da quel peso. Lasciò andare il cucchiaino con cui stava mangiando il sorbetto ed andò a cingere con un braccio il busto del compagno, sporgendosi a dargli un bacio sulla guancia.
"Core mij, che hai?"
Domandò a bassa voce, con dolcezza.
Claudio, in quei gesti premurosi, ritrovò immediatamente il sorriso, che rivolse al compagno per tranquillizzarlo.
"Nulla, stavo solo riflettendo su una cosa..."
Mormorò in risposta, prendendo la sua mano libera nella propria per accarezzarla. Un angolo del proprio cervello, e del proprio cuore, registrò la presenza della fascetta d'oro al quarto dito, e quasi si commosse a sentirla sotto i polpastrelli. Scrollò appena le spalle.
"Lo sai come sono fatto, mi basta un niente per perdermi nei pensieri."
Continuò, con una punta di autoironia.
Domenico, sentendo le carezze del compagno che si soffermavano sull'anello, curvò l'angolo delle labbra in un sorriso morbido: anche per lui era una piacevole novità.
"Beh questa cosa, qualsiasi essa sia, non mi sembra proprio un niente, se non ti ha nemmeno fatto toccare il tuo sorbetto."
Ribatté, sollevando le sopracciglia in un'espressione eloquente mentre gli accarezzava lentamente il fianco. Ricordava perfettamente, infatti, che alla prova del menù fatta mesi prima, Claudio aveva espresso un fortissimo gradimento proprio per quel dolce, da perfetto goloso qual era, tanto che ne aveva chiesto il bis! Il fatto che non l'avesse neanche guardato, quindi, non era cosa da poco.

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Un Sole intero di felicità
RomanceSequel di "Tu non innamorarti di un uomo che non sono io" Dal testo: "Non vedo l'ora che arrivi stasera, 'o sai?" [...] "Ma se siamo svegli da tipo cinque minuti..." [...] "Sì, ma oggi è una giornata speciale e stasera lo sarà ancora di più."