Appendice, Capitolo 4 - E ad amarmi un po' di più (parte 3)

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(Tw: omofobia, descrizione dettagliata di cicatrici)


"Siediti lì a terra, con Partenope in braccio. Io inserisco l'autoscatto e vi raggiungo."

Disse Claudio, con sicurezza. Prima di tutto, però, spostò una sedia dalla cucina e la portò in salotto, posizionandola ad una certa distanza dall'albero e per creare un po' di altezza in più vi impilò sopra qualche libro. Controllò l'inquadratura per assicurarsi che fosse precisa e, dopo qualche piccolo aggiustamento, inserì l'autoscatto e si precipitò accanto a Domenico, seduto a gambe incrociate con Partenope in braccio, imitandone la posizione. Pochi secondi dopo un inconfondibile suono segnalò che la foto era stata scattata.

"Facciamone un'altra per sicurezza."

Propose, e Domenico annuì. Claudio dunque si alzò per inserire nuovamente il comando automatico, ma questa volta, quando andò a sedersi sotto l'albero, mise un braccio intorno alle spalle di Domenico senza realmente deciderlo, mosso soltanto dall'esigenza di farsi un po' più vicino a lui. Domenico, naturalmente, non si sottrasse e assecondò il movimento come era solito fare con le onde del mare.

"Secondo me è venuta meglio questa."

Commentò a bassa voce, dopo il suono dello scatto. Claudio, rendendosi conto solo in quel momento di ciò che aveva fatto, sgranò leggermente gli occhi per un istante, ma poi annuì, piano.

"Anche secondo me."

Si scambiarono quei sorrisi che non avevano lasciato i loro volti perché non erano di circostanza, fatti solamente per la foto, ma venivano dai loro cuori, guardandosi negli occhi pieni d'affetto, e sciolsero il loro contatto, lentamente: in realtà nessuno dei due avrebbe voluto separarsi, ma ne erano rispettivamente all'oscuro.

Partenope invece si incamminò in avanti e salì sul divano, miagolando poi nella loro direzione per attirarli e i due ragazzi ridacchiarono.

"La diva ci reclama."

Commentò Domenico con una punta di affettuoso sarcasmo, alzandosi. Claudio fece lo stesso un istante dopo e annuì, facendo una risatina per la sua battuta.

"Accomodati, ti faccio vedere le sue foto."

Disse, ma Domenico, prima di andare a sedersi, andò a mettere a posto i libri e la sedia che avevano usato come cavalletto improvvisato per evitare che l'altro ripetesse lo sforzo.

Claudio si avvicinò, con un sorriso, a recuperare la macchina fotografica che l'amico gli porgeva.

"Non c'era bisogno, l'avrei fatto io."

"Lo so, perciò ti ho preceduto."

Replicò Domenico facendogli un occhiolino, andando infine a sistemarsi accanto a Partenope, che prese ad accarezzare.

Claudio poté soltanto dirgli "Grazie", sia con la voce che con lo sguardo, e si sedette accanto a lui dopo aver recuperato l'album fotografico. Aveva una copertina bianca, vellutata al tatto, in cui al centro era disegnato un gatto del tutto simile a Partenope intento a sonnecchiare in una cuccia sotto la scritta Sweet Dreams. Decisamente appropriato al suo contenuto, insomma.

"Mi sembra quasi di vedere già una sua foto."

Disse Domenico, divertito, dopo aver fatto una risatina dolce e Claudio annuì.

"Non ti nascondo che, in effetti, ce n'è una molto simile qui dentro."

Replicò, con un sorriso sghembo sull'angolo delle labbra.

"Ah, conoscendo il soggetto non mi stupisco..."

Commentò Domenico, affettuosamente sarcastico, e Partenope emise un miagolio acuto, piccata, offesa da quelle parole. Domenico, però, provvide subito a farsi perdonare con qualche grattino.

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