"Scegli un colore, Simo!"
Avevano appena messo piede in cortile quando Manuel si era fermato di nuovo e aveva preso il cellulare dalla tasca. Simone lo guardò con gli occhi che fremevano di curiosità, come ogni fibra del suo corpo. 'E adesso cosa si è inventato?', pensò.
"Un colore?"
Ripeté, per prendere tempo. Non sapeva cosa avesse in mente Manuel, quindi quella scelta alla cieca era ancora più difficile.
"Eh, sì, un colore! Uno qualunque, basta che non te ne esci co' 'na roba tipo terra di Siena bruciata!"
Rispose l'altro, allegro e altrettanto agitato. Desiderava da impazzire vedere gli occhi di Simone illuminarsi del colore che avrebbe scelto.
Simone fece una risatina e prese un profondo respiro.
"Beh, allora...rosso, va bene?"
Propose, ricordando che, in fin dei conti, quel colore era stato con loro nel primo vero momento trascorso insieme, un momento bellissimo, ma che non era finito nel migliore dei modi. Questa volta, però, sarebbe stato diverso, questa volta il rosso avrebbe portato loro fortuna. Era un'occasione per ricominciare.
Manuel sorrise sghembo, con i ricordi di quella notte al cantiere che riaffioravano nella sua mente. Non si era comportato bene quella volta, nello specifico quando si erano allontanati da quella luce rossa che aveva avvolto il primo incontro tra i loro corpi, ma questa era una seconda possibilità che Simone, nella sua immensa gentilezza, gli stava offrendo e lui aveva tutta l'intenzione di coglierla.
"E rosso sia!"
Esclamò con entusiasmo e, dopo aver armeggiato per qualche secondo con il cellulare, gli alberi di fronte a loro si illuminarono di quel colore. Le lucette che aveva acquistato facevano un effetto di tutto rispetto nella penombra della sera, ma lo spettacolo più bello per lui era l'espressione sorpresa sul volto di Simone, con gli occhi sgranati -e una meravigliosa sfumatura rossa che li rendeva ancora più belli- e le labbra dischiuse per lo stupore.
"Oddio, Manuel..."
Esclamò Simone, avanzando di qualche passo, attratto da quelle luci come una falena. In un attimo se ne era semplicemente innamorato.
"È stupendo! Sembra di stare in un giardino fatato!"
Aggiunse parlando velocemente, come sempre quando era entusiasta.
Manuel sorrise dolcemente e gli si avvicinò. 'E questa è andata', si disse in mente, mentre lo raggiungeva.
"Ti avevo promesso che la prossima passeggiata sarebbe stata in un posto bello, no? Un giardino fatato me sembrava adatto."
Disse, offrendogli il braccio. Simone non lo afferrò subito, prima preferì ringraziare Manuel con un bacio appassionato. Ora sì che cominciava ad avere un'idea di cosa intendesse Anita, quella mattina in auto.
"Se questo è solo l'inizio, non oso immaginare cos'altro mi aspetta."
Sussurrò sulle sue labbra, mentre Manuel gli accarezzava il bel viso tinto di un rosso che dipendeva solo in parte dalle luci degli alberi.
"Non lo devi immagina', non ne hai bisogno perché tra poco lo vivrai."
Mormorò, posando poi un bacio sul suo arco di Cupido. Simone sorrise teneramente.
"Lo vivremo. Siamo due metà, ricordi? Sempre insieme."
Corresse, spostandosi poi di lato per intrecciare il proprio braccio a quello del suo ragazzo, il quale annuì e sorrise. Sì, insieme gli piaceva, e tanto anche.
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Un Sole intero di felicità
RomanceSequel di "Tu non innamorarti di un uomo che non sono io" Dal testo: "Non vedo l'ora che arrivi stasera, 'o sai?" [...] "Ma se siamo svegli da tipo cinque minuti..." [...] "Sì, ma oggi è una giornata speciale e stasera lo sarà ancora di più."