"Manuel!"
Esclamò sorpreso, senza riuscire a trattenersi. Manuel gli rivolse uno sguardo veloce e un rapido sorriso, era il suo modo per dirgli di pazientare ancora un attimo.
"Ma che, sta pure legato? Togligli le manette, Zucca."
Disse deciso, guardando l'uomo senza un briciolo della dolcezza che fino ad un istante prima aveva rivolto a Simone.
"Nun se ne parla nemmeno, è già tanto che t'avemo fatto entra' qua."
Zucca fece per andarsene, ma Manuel gli si parò davanti come un toro che partiva alla carica.
"Ti ho detto che gliele devi togliere. O mi vuoi dire che lo dovete tene' attaccato come quelle povere bestie che tenete fuori, perché non sapete gesti' un ragazzino?"
"Stai tirando un po' troppo la corda, attento che se spezza."
Ringhiò Zucca in risposta, ma fece comunque ciò che Manuel gli aveva detto.
Simone finse di volergli dare una testata, sfidando l'uomo di fronte a lui, un po' a sottolineare le parole che aveva detto Manuel. La sua sola presenza lo faceva sentire più forte, più vivo.
"Scherza tu, scherza, tanto poi queste te le rimetto."
Esclamò l'uomo, agitandogli le manette davanti agli occhi.
Manuel sorrise sghembo alla scena, preferendo però non commentare per non tirare ulteriormente la famosa corda. Non era il momento di fare una gara d'ego.
"Hai visto? Aveva paura che gli facessi nero anche l'altro occhio."
Disse soddisfatto Simone, quando finalmente rimasero soli. Manuel lo guardò sorpreso per un attimo, poi gli rivolse un sorriso furbetto, fiero di lui.
"Ah, ma allora sei stato tu! Ti meriti un premio per quest'azione valorosa!"
Si avvicinò rapidamente a Simone, posò lo zaino a terra e si sedette accanto a lui. Non volendo perdere altro tempo, subito catturò le sue labbra tra le proprie in un morbido bacio, come prima cosa. Come seconda cosa, avvicinò le mani a quelle del suo ragazzo, avendo notato che fino ad un attimo prima si stava massaggiando i polsi.
"Posso?"
L'altro annuì e Manuel avvolse con delicatezza i polsi di Simone tra le proprie dita, cominciando a fare dei piccoli massaggi circolari.
"Dimmelo se ti faccio male."
Non era poi così improbabile, dal momento che le manette lo avevano riempito di graffi. Simone, però, non sembrava sofferente, almeno a giudicare dal suo meraviglioso sorriso.
"Non potresti mai."
Si allungò a dargli un altro bacio, ora che poteva, e poggiò la fronte sulla spalla di Manuel. Restò così per un po', a lasciare che il suo ragazzo continuasse con quei piccoli massaggi, ma ad un certo punto volle di più.
"Mi sei mancato."
Sussurrò, facendo scivolare via le mani da quelle di Manuel per poterle portare dietro di lui e stringerlo in un abbraccio. Fu doloroso per i suoi muscoli indolenziti, ma ne valse la pena.
"Anche tu, Simo', anche tu. Mi manchi ogni giorno..."
Manuel avvolse subito con le braccia la sua metà che da troppo tempo era lontana, stringendola al proprio petto per far incontrare di nuovo i loro cuori.
Simone scoppiò a piangere, travolto da quell'amore, e per la prima volta da quando era lì si lasciò libero di singhiozzare, non gli importava di essere sentito da Sbarra.
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Un Sole intero di felicità
RomantikSequel di "Tu non innamorarti di un uomo che non sono io" Dal testo: "Non vedo l'ora che arrivi stasera, 'o sai?" [...] "Ma se siamo svegli da tipo cinque minuti..." [...] "Sì, ma oggi è una giornata speciale e stasera lo sarà ancora di più."