Dietro le palpebre di Simone c'era il buio confortante del sonno profondo senza sogni.
Tutti gli esseri umani cominciano la propria vita al buio, un buio che non fa paura, che ti culla e ti protegge con il suo vuoto. Era una sensazione piacevole essere immersi in un buio molto simile a quello, quasi a galleggiare, senza dover pensare a nulla.
All'improvviso il buio cambiò e si fece più intenso, più opprimente.
Tutti gli esseri umani hanno paura del buio, perché nel buio sono vulnerabili, senza difese.
Il buio si riempì di voci cattive, violente, che parlavano di morte e Simone cominciò a correre per fuggire da quelle voci che lo inseguivano. Non aveva punti di riferimento, non sapeva dove andare, spostava freneticamente gli occhi alla ricerca di qualcosa che potesse aiutarlo, ma intorno a lui c'era soltanto il nulla.
Correva e correva, ma non sapeva nemmeno se stesse correndo in circolo o se invece la sua corsa avesse una direzione. Ogni passo era un salto nel vuoto, come quando salendo le scale non ti accorgi che i gradini sono finiti e convinto che ce ne sia ancora uno calibri male il tuo passo e ti sembra di sprofondare. Per Simone quella non era una semplice sensazione, ad ogni passo finiva davvero in un buio sempre più profondo, sempre più nero e le voci si facevano sempre più vicine, sussurravano al suo orecchio.
Correva a perdifiato, con il cuore che sembrava sul punto di esplodergli nel petto, in quel buio che sembrava non finire più, quando si ritrovò davanti ad un muro che non poteva vedere, ma che c'era e gli impediva di avanzare.
Tentò allora di correre in un'altra direzione, ma dopo essere avanzato di poco si scontrò con un altro muro e poi ancora un altro e un altro ancora. Era bloccato in una stanza invisibile, la sua prigione personale, lo stanzino in cui aveva trascorso gli ultimi giorni. A nulla servì battere i pugni contro quelle pareti, non aveva la forza di poter uscire da solo.
Le voci intanto lo avevano raggiunto e lo avvolsero come una nebbia impalpabile. Con un distinto rumore di ossa rotte Simone cadde a terra senza riuscire ad alzarsi. Si rese conto di essere nudo quando sentì il buio accarezzargli la pelle con le sue mani ghiacciate che bruciavano al contatto e che lo stringevano sempre di più.
"Aiuto! Qualcuno mi aiuti!"
Gridò a voce piena, disperato, e il buio ne approfittò per farsi strada dentro di lui, passando dalla sua bocca. In qualche modo Simone sapeva che se fosse arrivato al suo cuore sarebbe stata la fine, quindi cercava di ribellarsi, di liberarsi da quella presa opprimente, ma senza successo.
Stava diventando parte di quel buio e non poteva salvarsi.
Fu quando sentì venir meno ogni forza che il buio venne squarciato da una luce improvvisa, una luce accecante dinanzi alla quale, tuttavia, non chiuse gli occhi perché non provava fastidio o dolore a guardarla.
Avanzava verso di lui, cancellando l'oscurità intorno a sé senza alcuna difficoltà, e quando fu abbastanza vicina Simone si accorse che aveva sembianze umane, pur non riuscendo a scorgerne i dettagli.
L'angelo -perché poteva trattarsi soltanto di un angelo- lo aiutò a rialzarsi e Simone si aggrappò a lui, venendo avvolto dalla sua luce che lo abbracciò per proteggerlo dal buio intorno a loro. La sua pelle era accarezzata dal suo calore e non c'era più traccia di freddo nel suo corpo.
Simone era incantato dal volto di quella creatura meravigliosa e si accorse che aveva due occhi scuri, caldissimi e dolci, che lo fissavano con amore e un po' più in basso delle labbra leggermente dischiuse, come un fiore appena sbocciato. Si mossero insieme, attratti l'uno dall'altro, e si incontrarono in un bacio che fuse i loro corpi nudi in uno solo e le loro anime in un'unica luce.

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Un Sole intero di felicità
Roman d'amourSequel di "Tu non innamorarti di un uomo che non sono io" Dal testo: "Non vedo l'ora che arrivi stasera, 'o sai?" [...] "Ma se siamo svegli da tipo cinque minuti..." [...] "Sì, ma oggi è una giornata speciale e stasera lo sarà ancora di più."