Like a river flows
Surely to the sea
Darling, so it goes
Some things are meant to beLa luce che filtrava attraverso il rosone proiettava riflessi colorati su Riccardo e Lorenzo, sempre diversi ad ogni loro piccolo movimento, facendoli assomigliare a due arcobaleni che attraversavano lo stesso pezzo di cielo.
Take my hand
Take my whole life, too
For I can't help falling in love with you
For I can't help falling in love with youLa musica, così come era iniziata, finì, lasciando la chiesa in un silenzio ovattato. Riccardo e Lorenzo rimasero ancora per qualche secondo stretti nel loro abbraccio, occhi negli occhi e sorrisi nei sorrisi, tracciando piccole carezze l'uno sui fianchi dell'altro, per far durare quel momento ancora per un piccolo istante.
Lorenzo salì con una mano ad accarezzare la guancia di Riccardo, muovendo il pollice sulla sua barba morbida.
"Ti va di parlarmi un po' di questo matrimonio? Sono curioso."
Domandò, accennando un sorriso.
Riccardo soffiò una risatina, ma le sopracciglia leggermente aggrottate esprimevano tutta la propria perplessità.
"Ma non hai già visto tutto?"
Chiese di rimando, poggiando una mano sulla sua per accarezzargliela.
Lorenzo annuì, senza perdere il sorriso.
"Sì, ma lo sai che mi piace sentirti parlare. Hanno un altro sapore, le cose, raccontate da te."
Rispose, con voce morbida. A dire il vero, a volte capitava che la parlantina senza freni di Riccardo non venisse tollerata e, soprattutto in passato, c'erano stati dei professori o dei medici che gliel'avevano fatto notare con ben poco garbo -e quelle volte in cui era successo c'era voluta tutta la buona volontà di Riccardo per tenerlo fermo ed impedirgli di andare a rispondere per le rime allo stronzo di turno-, ma lui era sincero, lo affascinava. Non si stancava mai di sentirlo parlare dei più vari argomenti, del suo modo di ragionare e di illustrare i concetti, anche quelli più grevi e pensanti, con l'entusiasmo leggero di un bambino.
Riccardo allargò il sorriso, che si fece imbarazzato e che andò ad ornare due guance rosse come mele dolci e mature. Annuì, dolcemente, e si sporse a dargli un bacio a fior di labbra per ringraziarlo: nessuno lo capiva e sosteneva come Lorenzo, nessuno.
"Dove ci mettiamo?"
Domandò, facendo scorrere gli occhi lungo la navata. Sarebbe stato un racconto piuttosto lungo, era meglio mettersi comodi.
Lorenzo lo prese per mano e gli rivolse un sorriso sghembo.
"Dove ci pare!"
Con uno schiocco di dita, come un prestigiatore esperto, fece apparire un ampio divano rosso ad una decina di passi da loro. Nel mondo degli altri, quella chiesetta antica e mezza abbandonata non era certo il luogo in cui ci si sarebbe aspettato di trovare un divano nuovo, senza neanche un graffio, che spiccava come un papavero in un deserto, ma questo era il loro mondo e tutto, al suo interno, era perfetto e trovava posto, anche le più grandi assurdità e contraddizioni.
Riccardo sorrise e, con un gesto della mano che ricordava quello di un direttore d'orchestra, vi aggiunse un paio di cuscini bianchi, grandi e morbidi, che rendevano il tutto ancora più confortevole, e si voltò verso il compagno come a chiedergli cosa ne pensasse.
Lorenzo ridacchiò soddisfatto e annuì.
"Certo che sei diventato proprio bravo con questo trucchetto, eh?"

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Un Sole intero di felicità
RomanceSequel di "Tu non innamorarti di un uomo che non sono io" Dal testo: "Non vedo l'ora che arrivi stasera, 'o sai?" [...] "Ma se siamo svegli da tipo cinque minuti..." [...] "Sì, ma oggi è una giornata speciale e stasera lo sarà ancora di più."