CAPITOLO 8

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Devo farmi forza,e trovare un modo di far salire a galla la verità.

La verità per ora,la vedo quasi annegata in questo mare di passato.

Un passato fatto solo di mistero e di qualcosa che non vuole salire a galla.

Se quell'uomo non mi avesse detto la verità,io un giorno,l'avrei scoperto?

Avrei magari potuto incontrare mio fratello?

Rimango sempre con il punto interrogativo,disperso nell'aria.

Me ne faccio una ragione e decido di cambiare aria.

La strada è quasi isolata: solo due o tre persone camminano lungo le strade della periferia di Londra.

Soffia una leggera brezza,che mi sveglia un po' dal tormento che mi ruba il respiro e il sonno.

E' bello passeggiare con poche persone,e non con quel solito affollamento.

E se chiamassi Michelle? E' da tanto tempo che non parliamo,e mi piacerebbe passare un po' di tempo con lei e dirle gli ultimi avvenimenti.

Chiamo Michelle e ci diamo appuntamento al parco.

E' una ragazza sempre disponibile,solare e allegra.

Dopo un quarto d'ora di attesa,vedo spuntare dagli alberi il meraviglioso sorriso di Michelle.

Passeggiando,le spiego un po' la situazione: anche lei vorrebbe aiutarmi.

Finalmente per la prima volta,non mi sento sola.

Amo stare sola,ma non sentirmi tale.

E' sempre bello avere qualcuno su cui trovare del sostegno,quello che io non ho mai avuto.

Questa è la dimostrazione che non sono sola,che ci sono due persone importanti per me,e pronte ad aiutarmi.

Perchè in fondo,solo io,non vado da nessuna parte.

Michelle pensa che per indagare sarebbe giusto chiedendo aiuto ad un detective,oppure indagando tra i quotidiani del 1999-2000.

Credo sarà un lavoro altamente faticoso.

Ma in tre penso che ci riusciremo. Domani pomeriggio tutti e tre indagheremo,cercando in ogni biblioteca possibile.

Non so però chi potrebbe fornirmi informazioni.

Dovrei ricavarmi tutto io,ce la farò? Spero di si.

Sono le 10 p.m. e di stare a casa da sola proprio non mi va.

Quando sto a casa,spesso penso e ripenso fin troppe volte a cose sulla mia vita,e sui miei problemi.

E se invitassi Edward a casa?

Mentre in tanto cerco di pensare se invitare Edward oppure no,le mie mani già hanno composto il suo numero e sono pronte a chiamarlo.

"Pronto?" mi rendo appena conto di averlo chiamato. Viva il coraggio di Gemma!

"Pronto? Ehi Edward sono Gemma,come stai?"

"Oh Gemma! Bene tu?" sembra di riuscire a vederlo sorridere anche tramite un telefono.

"Bene. Senti Edward,poichè sono da sola a casa...ti va di farmi compagnia?"

"Okay Gemma,vengo subito" non so se essere fiera di aver saputo utilizzare il mio coraggio o meno.

Il campanello suona. Apro,e Edward poteva mai essere brutto? Certo che no!

"Gem,ehi" ancora quel favoloso nomignolo.

"Edward,vieni entra,fai come se fossi a casa tua"




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