CAPITOLO 41

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Terminata la conversazione con Michelle, mi dirigo da Will, Jamie e Edward, che nel frattempo mi stavano aspettando.

Fortunatamente Jamie non fa domande, ripeto, fortunatamente.

Non sarei stata capace di spiegare di nuovo tutto.

Ma poi chi me lo fa fare, ho una felicità che mi aspetta, me ne fotte un cazzo di Alex.

"Gem, tutto bene?"

"Si Edward,ti va se cambiamo aria?"

Mi voltai verso Jamie mimandogli un 'parliamo dopo'.

Già avevo capito che voleva urgentemente parlarmi, soltanto a guardarlo.

Ma no, ora dovevo vivere.

C'è un amore che vuole essere amato, una felicità che mi aspetta e una vita, anzi, nuova vita che vuole essere vissuta.

Detto questo uscì di casa con Edward e davvero potrei mai desiderare qualcosa di meglio.

Mentre passeggiamo Edward di punto in bianco mi pone una domanda, che mai, mai mi sarei aspettata mi chiedesse.

"Alex è lo stesso ragazzo che ti ha baciata ieri sera?"

Cosa ne sa lui di ieri sera?

"Cosa ne sai tu? Comunque si, Alex mi ha aiutato un po ad uscire da quella bolla di dolore"

"Io...ti ho seguito, e ho visto come dopo piangevi. Perché piangevi?"

Mi si blocca il cuore.

Mi ha vista piangere.

Ha visto quella vera me che a furia di piangere potrebbero uscire lacrime di sangue.

Ma la cosa che più mi turba è proprio quella sera.

Quella sera vidi Edward dopo aver baciato Alex,ma pensavo fossero solo i miei disturbi mentali.

Invece no, lui era ed è qui.

"Niente non preoccuparti"

"Gem, stavi vomitando a furia di piangere. Dimmi perché piangevi"

"Piangevo perché avevo visto la tua immagine ma pensavo fosse la mia fantasia"

Le lacrime, devo tenere a bada le lacrime.

"Ma sono qui Gem, sono qui e non me ne vado"

"A stento ci credo"

Passeggiamo mano nella mano tra le strade della periferia di Londra senza una meta precisa.

"Sai Gem, anche io a Glasgow ho avuto una ragazza, ma ti giuro che non la amo..."

Improvvisamente lo zittì.

Uno: perché già sapevo tutto.

Due: non voglio sapere la sua relazione con Sophia.

"Edward so già tutto."

"C-chi te l'ha detto?"

"Proprio lei"

"M-ma come? "

"Non ce la faccio, non sono ancora pronta a rivivere tutto anche solo psicologicamente"

"Okay, va bene"

"Tu come ti trovavi lì? "

"Male. Non avevo amici, sembravo un eremita"

"Povero Edward"

Ci risi sopra.

In fondo non è niente rispetto l'inferno che ho visto io.

Io ho visto Satana in persona.

"So cosa stai pensando e si, anche io sono stato una merda, anche io piangevo tutte le sere"

Anche lui ci stava male.

Anche lui teneva a me.

In quel momento mi bacia, ed è stupendo.

In realtà non è stupendo perché è piccola come parola.

Penso che l'amore abbia dei limiti con le parole, ma davvero quando si tratta di Edward non esistono parole capaci di esprimere quel che è stato; non si avvicinano, neanche minimamente.

È vero, ho solo sedici anni e per la precisione tra due giorni ne compio diciasette, ma sono riuscita a trovare l'amore.

Non quell'amore con cuori e fiori, ma uno di quelli che ti distrugge moralmente, ti distrugge fino a scavarti le ossa.

Ti distrugge tantissimo e l'unica cura è aver vicino la causa del tuo amoroso male.

Stiamo passeggiando, e ci fermiamo per cercare di attraversare la strada.

Non ci sono macchine così, attraversiamo.

Che madornale errore.

Dei fari di una macchina accecano i miei occhi.

Buio.

Totale e unico buio.

Dream in the sky.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora