CAPITOLO 24

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Michelle,mi costringe a fare solo ed esclusivamente ciò che dice lei.

Mi ha portato in bagno,mi ha truccata e preparata i capelli.

Ho immediatamente capito che Michelle aveva il compito di prepararmi per stasera,per uscire tutti insieme.

Nonostante cercassi di vincolarmi, Michelle non si è arresa.

Odio tutta questa roba sulla mia faccia,odio i miei capelli tirati e infine odio questo vestito misero da puttana.

Io voglio solo essere me stessa, voglio essere a modo mio.

Conciata così mi sento solo ridicola, e estremamente fuori luogo.

Michelle se ne è andata,grazie al cielo. Tra dieci minuti,Jamie verrà a prendermi.

In questi dieci minuti,posso fare quello che ritengo giusto per me.

Corro in bagno, mi appoggio di peso al bordo del lavandino e mi sciacquo più volte la faccia cercando di togliere almeno un po' di qualunque cosa ci sia.

Con forza slego quella coda alta che mi provocava un gran mal di testa e infine con un unico e brusco movimento strattono quell'abito orrendo.

Apro di corsa il mio armadio prendendo un pantalone nero e una maglia rosa a caso.

Infilo di corsa le mie converse bianche,un'ultima sistemata e stop.

In dieci minuti,mi sono restaurata, per di più a modo mio.

Le faccie di Will,Michelle e Jamie nel vedere il mio outfits sono indescrivibili.

Michelle sembra delusa e quasi arrabbiata, Jamie sembra non convinto mentre Will sembra goderci.

Con disinvoltura entro in macchina e taccio per l'intero tragitto.

Non volevo venirci,e già è tanto se li ho accontentati; ora mi vesto come dico io.

Entrati dentro,c'è una marea di gente pronta ad ubriacarsi,drogarsi e a corteggiare ragazzi o ragazze.

Il volume della musica è troppo alto per le mie orecchie,per il mio cervello.

E' assordante,ed è fastidioso dover urlare per chiedere un normale bicchiere d'acqua.

"Hey carina,quì non si viene per bere l'acqua" un ragazzo ubriacone mi si avvicina, e provo un enorme disgusto e vergogna che sono capace di provarli per entrambi.

"Hey un corno,vattene" mi fa leggermente voltare lo stomaco.

Siamo arrivati da nemmeno mezz'ora e già mi sento male, già sento la mancanza di casa mia.

Nonostante sono quì,nonostante siano passate già delle ore, sento la profondissima mancanza di Edward. Cerco di non pensare ad Edward.

Esco da questo locale e mi dirigo verso un parco,dall'altra parte della strada.

Mi appoggio con la schiena ad un albero, fino a scivolare a terra sedendomi sull'erba umida. Questo contatto con l'ambiente esterno mi da speranza.

Sono sola,ed è così che voglio stare. Non c'è nessun drogato,alcolizzato nei paraggi e mi ritengo fortunata.

E' così bello pensare al nulla, inspirare aria che ti inonda le narici senza alcun pensiero per la testa.

Rimarrei così per sempre,se solo fosse possibile. Come se qualcuno stesse leggendo nei miei pensieri,sento il rumore dei passi schiacciare l'erba umida.

Francamente,ho un po' di paura: in effetti è tardi e sono sola.

Sento quei passi sempre più vicini e turbano maledettamente la mia curiosità.

Li sento troppo vicini, di scatto mi alzo e vedo un uomo.

Non riesco a capire chi sia, ma ho paura.

Automaticamente a ciò che vedono i miei occhi, le mie gambe cominciano a correre.

Corro così forte che sembra che il vento volesse schiaffeggiarmi. Aumento la velocità nonostante le mie gambe non riescono più a reggersi in piedi.

L'uomo mi segue,e anche se distante riesco a percepire i suoi passi.

Chi è costui che mi segue? E perchè mi segue?

Continuo la mia corsa,nel vuoto, nel nulla; come in fondo ho sempre fatto.





















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