39. Il segreto di Caeleste

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Un capitolo più breve del solito, buona lettura!

💀CAELESTE's POV💀

-Cece, svegliati-

La corvina aprí di scatto gli occhi, rimandendo per un attimo abbagliata dai freddi raggi solari che filtravano dall'apertura della grotta.

-Cece- strizzando le palpebre riuscì a mettere a fuoco la figura scintillante del genio chinata verso di lei.

-Ramadeus- disse e sorprendendosi trattenne una smorfia al suono roco e debole della sua voce.

Gli eventi della sera prima la investirono in pieno mentre un lieve mal di testa iniziò a pulsarle nelle tempie. Grugnì e si portò le mani al volto, cercando di ripararsi sia dal sole che metaforicamente dall'imbarazzo.

Cosa le era saltato in mente? Era stata irresponsabile. (NA sì, decisamente 😬)

Si trovava per terra davanti ai resti di un fuoco ormai spento. Ma, diversamente dal passato, non si era svegliata avvolta nel caldo abbraccio dell'alata. Un'incontrollabile e confuso senso di delusione si fece strada dentro di lei. Ma per una volta non cercò di scappare da queste sensazioni ma si permise di accoglierle dentro di sé e accettarle. La sera prima aveva avuto modo di riflettere a lungo sulla relazione tra lei e Piuma ed era arrivata ad una conclusione.

Fu in quell'istante che la ragazza in questione decise di entrare nella grotta. Stava indossando la pelliccia che Caeleste le aveva fatto e aveva in mano una borraccia d'acqua. Ci mise un po' a notare che la corvina era sveglia e che la stava fissando ma quando i loro sguardi si incrociarono si arrestò di scatto.

Un silenzio pesante calò sulle loro teste.

Caeleste si schiarì la gola e si alzò. Ignorando le proteste dei suoi muscoli indolenziti si portò davanti alla fera ancora immobile.

-Mi dispiace-

-Lo hai già detto- rispose subito Piuma ma non c'era accusa nel suo tono.

La cacciatrice la guardò sospirare e abbassare un attimo lo sguardo per poi incastrarlo nuovamente nel suo. -Sono stata scorretta- disse. -Ti ho spinta a rivelarmi il tuo segreto, ho insistito e ti ho accusato di non fidarti quando ti sei rifiutata-

Caeleste si sorprese. Stava parlando di quello che era avvenuto soli fa.

-Tutti abbiamo i nostri scheletri nell'armadio- continuò Piuma riprendendo uno dei modi di dire umani, -ed è giusto che io rispetti la tua volontà-

Piuma suonava più dispiaciuta di lei. 

-Non è che non mi fidi di te- replicò Caeleste a questo punto. -Ma è difficile per me parlarne- concluse e senza neanche rendersene conto allungò una mano verso quella dell'alata.

Quando la ragazza non si scostò ma permise alle loro mani di sfiorarsi, Caeleste sentì quella ormai familiare sensazione di torpore iniziare a pulsarle nelle vene. Così diversa dal suo Morbo, ma forse altrettanto fatale.

Con delicatezza allargò le sue dita e le intrecciò con quelle di Piuma.

E Piuma strinse la presa, saldando le loro mani insieme. Caeleste sentì i contorni della sua bocca alzarsi verso l'alto, in un timido sorriso, ma poi d'improvviso e senza controllo le sue labbra iniziarono a tremare. E quello che era un sorriso si trasfigurò in un pianto. Non fu capace di impedire alle lacrime di cadere e bagnarle le guance e sentì il suo cuore stritolarsi su se stesso, minacciando il collasso.

In quel momento avvertì la figura del genio posarsi sulle sue spalle. Io sono qui, non sei sola, le diceva la sua presenza.

-Caeleste- la voce di Piuma era ferma ma non priva di emozione.

Il Mostro e la Bestia (GirlxGirl)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora