9. La locanda pt 2

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💀 CAELESTE's POV 💀


Giunio era malato.

Il suo corpo era avvolto sotto strati di lenzuoli e coperte, ma nonostante questo suo fratello stava tremando dal freddo.

Caeleste strinse con più forza la sua mano ghiacciata.

-Cece- chiamò lui flebilmente.

La ragazza si accostò al suo viso pallido e smunto.

-Quando arrivano mamma e papà?-

Caeleste distolse con dolore lo sguardo per portarlo su Miss Sand, che era al suo fianco. La donna scosse la testa con fare negativo.

-Non lo so piccolo mio- con l'altra mano gli accarezzò la fronte. -Ma presto, torneranno presto-

La ragazza pensò alle numerose lettere che aveva scritto e fatto spedire a corte. Ma ancora nessuna notizia dai suoi genitori. Nonostante questo cercò di non far trapelare la sua crescente preoccupazione.

-Non voglio morire senza salutarli- singhiozzò Giunio.

Caeleste sentì il suo cuore ripiegarsi su se stesso e gemere dal dolore. Strinse con più forza la mano di suo fratello. -Non morirai-

-E come fai a dirlo?- gli occhi lucidi del bambino la guardavano mesti.

-Perchè...- la ragazza tentennò, -perchè sono già stati chiamati i migliori medici e ognuno avrà l'opportunità di visitarti e darti la medicina giusta- sforzò un sorriso.

-Non mi piacciono le medicine- brontolò il piccolo.

-Lo so, lo so piccolo mio- Caeleste gli baciò la fronte. -Ora dormi, che domani sarà una lunga giornata-

-Va bene Cece- mugugnò il bambino un'ultima volta e poi chiuse gli occhi.

Quando il suo respiro si fece regolare, Caeleste si alzò e si allontanò dal letto di Jeston. Non aveva forze, perciò non oppose resistenza quando sentì due forti mani stringerla. Miss Sand era davanti a lei e la guardava con un'espressione preoccupata.

-Caeleste, hai bisogno di riposo-

La ragazza si abbandonò tra le braccia della sua vecchia nutrice. -Non posso-

-Sì che puoi- la guardò con occhi materni. -Ora vai a dormire, a Giunio ci penso io-

Caeleste annuì debolmente e poi uscì dalla stanza

***

L'indomani Caeleste si svegliò alle prime luci dell'alba. Si stropicciò gli occhi e sbadigliò sonoramente, mentre il sogno cominciava già a svanire nei meandri della sua mente. Le capitava spesso di sognare episodi della sua vita passata: ma non erano solo le vecchie memorie a tornare a galla ma anche il dolore di cui erano impregnate.

Prima che potesse rendersene conto un lungo sospirò uscì dalle sue labbra. Chiaro e cristallino contro la quiete del primo mattino.

Sgranchendosi si alzò dal letto e aprì finestra e scuri. Subito la luce inondò la stanza, accecandola.

-Oggi dovrebbe essere una bella giornata- canticchiò al suo fianco il piccolo genio, sollevando l'umore della ragazza.

-Speriamo- Caeleste sbadigliò sonoramente, -non ho voglia di passare altri due giorni sotto la pioggia-

Il Mostro e la Bestia (GirlxGirl)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora