23. Mi hai uccisa

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☀️ PIUMA's POV ☀️

Piuma nascose il volto nel pesante cappuccio mentre un drappo di uomini armati le passava a fianco. Strinse con forza il tessuto del mantello che aveva rubato giorni prima e abbassò lo sguardo cercando di passare inosservata. 

Il carro sotto di lei diede uno scossone e la ragazza trattenne una smorfia di dolore: le varie ferite che aveva accumulato nei giorni precedenti non erano guarite ma avevano iniziato ad infettarsi. Erano passati tre giorni da quando era uscita dalla foresta. All'inizio era rimasta spaesata dall'assenza di alberi e dagli sconfinati spazi aperti che si profilavano a perdita d'occhio, ma scacciando la paura aveva aspettato il calare della notte per entrare di soppiatto di un casolare. Aveva rubato degli indumenti e del cibo. E poi, nel cuore della notte, avevano iniziato a camminare verso sud, tenendo fede alle parole della vecchia strega.

Un piagnucolio la distolse dai suoi pensieri. Alzò leggermente lo sguardo e lo posò su un piccolo viso deformato dal pianto. Il bambino era tenuto stretto tra le braccia della madre, che lo cullava nel vano tentativo di tranquillizzarlo. Il viso del bambino era rosso e assomigliava più ad una prugna rinsecchita, mentre quello della giovane donna era bianco e cadaverico con profondi cerchi viola attorno agli occhi. Entrambi erano magri, quasi scheletrici.

Piuma sentì un senso di disagio farsi strada all'interno del suo petto. Fece vagare lo sguardo sugli altri occupanti del carro: una vecchia umana era raggomitolata su se stessa, cercando di proteggersi dal freddo con un mantello pieno di buchi; al suo fianco era semisdraiato un giovane ragazzo, forse di quindici inverni. Aveva lunghe gambe nodose e appuntite ossa sporgenti da ginocchia e gomiti. Erano magri, tutti terribilmente magri.

Piuma non sapeva che nel regno umano ci fosse tanta miseria. Stava attraversando le terre umane da solo tre giorni e i suoi occhi non avevano assistito ad altro che a stenti e degrado.

Dove erano i suntuosi castelli di cui aveva sentito parlare dai vecchi del suo Stormo?

Lo schioccare della frusta interruppe i suoi pensieri ma Piuma si costrinse a non alzare lo sguardo: non le piaceva come la coppia che guidava il carro la guardava. La donna l'avrebbe lasciata volentieri in strada ma quando suo marito aveva visto la moneta d'oro tra le sue dita si era lasciata lascivamente persuadere. Era da due giorni che viaggiavano, eppure Piuma si sentiva sempre addosso gli occhi di quella donna, famelici e predatori.

Un altro paio di occhi le vennero in mente, ma cercò di scacciare il pensiero. Di seppellirlo nei più profondi recessi del proprio senso di colpa.

-Tu- Piuma alzò lo sguardo e lo posò sulla giovane madre. La ragazza la guardava con uno sguardo vitreo e distante. -Hai qualcosa da mangiare?-

La ragazza alata scosse la testa. -No, mi dispiace-

Le spalle della donna si afflosciarono. -Io non riesco più a nutrirlo- indicò il bambino che teneva tra le braccia. -Non ho più niente da dargli. Tu...tu mi sembri forte. Potresti farlo per me?-

Piuma spalancò gli occhi e sentì la gola farsi secca. Se il suo piumaggio non fosse stato abilmente nascosto dal pesante mantello avrebbe potuto vedere i colori del suo piumaggio riflettere la sua sorpresa. Strinse le labbra e aggrottò la fronte. Questa realtà umana le stava facendo uno strano effetto: si sentiva turbata e disturbata da tutta questa miseria. 

-Io...- le parole le morirono in gola. 

-Lascia perdere- una terza voce la raggiunse. Si voltò e vide la moglie del pastore che guidava il carro. Stava scuotendo la testa lanciando occhiate di disprezzo alla giovane madre. -E' colpa sua se non riesce a dar da mangiare a suo figlio-

Il Mostro e la Bestia (GirlxGirl)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora