cinquanta

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⚠️ m: droga

La serata procedeva tranquillamente. Jungkook cucinava insieme a Jin, sorridendo e muovendo il corpo a ritmo della musica di sottofondo.

«ti vedo allegro 'sta sera, Kook.» ridacchiò il più grande voltandosi e facendo arrossire Jungkook.

«sì,» annuì il ragazzo «sono riuscito ad avere tutta l'attenzione di Yoongi per più di un'ora...» scherzò facendo ridere l'altro.

«lo vedo nervoso in questi giorni, va tutto bene fra voi due?» azzardò Jin, cogliendo la palla al balzo.

«sì, sì, credo sia per il lavoro, deve fare dei colloqui tra poco.» disse Jungkook e, anche se non fu molto convincente, il più grande annuì tornando a tagliare le carote, prima di sobbalzare sul posto.

«cos'è stato?» chiese guardandosi intorno confuso.

«sicuramente qualcosa che si è rotto.» sussurrò Jungkook seguendo il rumore di voci che parlavano una sopra l'altra.

«che succede?» chiese Jimin correndo giù dalle scale, ma nessuno gli rispose, così seguì i due in sala, trovando Namjoon che cercava di tenere fermo Taehyung, che stava inveendo contro Jiaheng, che si trovava col sedere per terra, mentre Hoseok lo guardava confuso.

«che diamine sta succedendo?» urlò Jin col coltello in mano.

«questo fottuto bastardo!» urlò Taehyung cercando di spingere via Namjoon, cosa che sarebbe riuscito a fare se Jungkook non fosse intervenuto.

«okay, ora mi sembra che stia esagerando Kim Taehyung,» intervenne Jin «capisco che ti stia antipatico, ma questo mi sembra esage-»

«è stato lui!» urlò ancora «lui ha mandato quel figlio di papà a casa di Jimin!» gli occhi del nominato si spalancarono, ancora più confuso «non ti basta minacciarmi? Devi pure rovinarmi la vita sentimentale?!» urlò ancora, cercando di liberarsi dalla presa ferrea dei due ragazzi, che si guardarono confusi.

«minacce? Quali minacce?» chiese Namjoon confuso.

Un silenzio di tensione e imbarazzo calò nella stanza fino a che Hoseok non parlò «quali.. minacce?» ripeté facendo correre lo sguardo tra i due ragazzi dai capelli grigi «Jiaheng, quali minacce?» la voce glì tremò, ma il suo sguardo rigido fece paura ai presenti.

«Taehyung?» chiamò Jin più confuso che mai.

«che cazzo, qualcuno spieghi!» urlò ad un tratto il rosso, facendo spaventare la maggioranza dei presenti.

«devi dirglielo, Taehyung.» la voce di Jiaheng cantilenò e, inaspettatamente, fu Hoseok ad agire.

«fuori di qua!» urlò facendo alzare il ragazzo e spingendolo fuori dalla porta, raccogliendo nel tragitto la sua felpa e le sue scarpe. Poi scomparve su per le scale, per riapparire con in mano la valigia mezza aperta di Jiaheng, lanciandogliela contro «sparisci.» disse sbattendogli la porta in faccia, prima di girarsi verso i ragazzi in sala.

«è così tutti i weekend?» sussurrò Yoongi che era rimasto in disparte tutto il tempo, beccandosi una gomitata da Jungkook.

«Tae,» chiamò di nuovo Namjoon poggiando una mano sulla sua spalla «vuoi parlarci?»

Il ragazzo sospirò, passandosi una mano sul viso «vabbeh, tanto vale, no?» chiese retoricamente «prima di venire qua, stavo a Daegu con mio padre. Lui era malato e non avevamo un soldo, così ho iniziato a spacciare droga,» disse sedendosi sul bracciolo del divano «però non bastava, così ho iniziato a fare altre "commissioni"»

«tipo?» lo interruppe Jungkook.

«oh, non credo vogliate saperlo,» disse con un piccolo sorriso «basti sapere che la droga non era l'unica cosa che viaggiava nelle mie tasche.»

A quella affermazione, Yoongi si lasciò scappare una risatina che attirò l'attenzione dei presenti «scusate.» sussurrò infatti subito dopo.

«e cosa c'entra Jiaheng in tutto ciò?» chiese Jin voltandosi verso il grigio.

Taehyung lanciò un'occhiata al rosso, che sembrava intenzionato ad andare a fondo in tutta quella storia, così spiegò «andavamo a scuola insieme, a Daegu. All'inizio non ci calcolavamo neanche, finché non gli ho fregato la ragazza e lui è diventato ossessionato dal volermi rovinare la vita.»

«ma quanti anni aveva?» chiese Jungkook stupito.

«quindici credo, insomma... non pensavo fosse così importante quella ragazza.» ragionò, ma subito dopo scosse la testa, tornando alla sua storia «fatto sta che ha iniziato a perseguitarmi, foto, video, prove che potessero accertare quello che facevo. E quando poi io e mio padre ci siamo trasferiti qua, per iniziare le cure, lui mi ha seguito. È entrato in contatto con te,» indicò Hoseok «dopo aver visto che avevi fatto amicizia con me. Ho provato a parlargli, dicendogli di smetterla e che l'avrei denunciato, ma lui continuava a dire che se avessi aperto bocca avrebbe detto tutto a voi e alla polizia. E io non volevo che sapeste quello che ho fatto, né tantomeno finire in carcere,» si lasciò cadere sul divano «ma quando ho capito che era stato lui a mandare quel tizio a provarci con te...» sussurrò lanciando una breve occhiata a Jimin, la prima dopo giorni.

Un altro silenzio calò nella stanza.

«okay..» sussurrò Jin dopo quelle che sembrarono ore «direi che per questa sera è abbastanza, andiamo a letto, mh?» disse avvicinandosi a Hoseok, che fissava un punto sul pavimento.

«Hobi, io-»

«no, Tae,» lo interruppe il rosso, la voce dolce e confortante come il suo solito «tu non hai fatto nulla di male.. a parte... beh, ma non ce l'ho con te, questo, è tutta colpa di Jiaheng.» disse sorridendo appena e camminando verso il suo letto.

ɴɪɢʜᴛꜱ || ᴋᴏᴏᴋɢᴀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora