-Capitolo 20-

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Levi's pov

Appoggiai il coltello sulla sua ala, avrei dovuto fare un colpo netto o avrei dovuto farla soffrire un pò?

Feci un sorriso sadico, e iniziai a tagliare la punta dell'ala, dove c'erano solo piume però.

Lei fece una smorfia infastidita, perciò allontanai un attimo il coltello, e guardai il taglio che le avevo fatto.

Non ero ancora arrivato alla pelle però.

Mhm...  Sarebbe un peccato rovinare queste ali, e poi ho voglia di divertirmi ancora un po' con lei, poi gliele taglierò.

Decisi per il momento di posare il coltello ma restai a guardare il piccolo taglio che le avevo fatto, non si notava troppo.

Decisi di scuoterla un pò e lei aprì gli occhi lentamente, e alzò il capo guardandomi, mentre io sorrisi ricordandomi la scena di prima.

Le sue ali così morbide, non vedo l'ora di tagliarle.

Lo farò una volta che mi sono stancato di lei, così non dovrò rimpiangere di non essermela apprezzata fino in fondo.

<<Non sono stato via così tanto e già dormi?>> chiesi sdraiandomi vicino a lei, giocando con i suoi capelli.

<<Levi...>> sussurrò abbracciandomi, e io ricambiai l'abbraccio.

<<Ma tu...hai mai amato qualcuno?>> chiese lei.

Io mi trattenni dal ridere a quella sua domanda, che domande stupide e innocenti che fa.

<<Beh, che tipo di amore? Intendi in modo romantico?>> chiesi.

<<Sì... Tipo hai mai amato qualcuno in quel modo?>>

<<No, non ho mai amato nessuno in quel modo>> affermai.

Era vero, l'amore era una cosa stupida e uno spreco di tempo e impegno, ci sono cose ben più importanti.

<<Però ho amato in modo platonico, non posso dire di no>> conclusi facendo spallucce e lei sospirò.

<<Chi se posso sapere?>> chiese lei e io esitai.

<<Qualcuno che non è importante per me, non più almeno>> dissi e lei annuì leggermente, e poi si rimise a dormire.

Io le diedi le spalle, e ricordai per l'ennesima volta.

Levi's pov nel passato

Ero dentro la stanza, quella maledetta stanza in cui avevo passato i primi dieci anni della mia vita.

Il cadavere di mia madre era sul letto, era ormai morta da qualche settimana, e io non potevo più farci niente.

Presto vidi la porta aprirsi, e la luce si fece largo per quanto poteva all'interno della stanza.

Entrò un uomo sulla trentina, i capelli castani e i vestiti eleganti, con anche un cappello sulla testa, e io lo restai a fissare.

<<Guarda quanto sei dimagrita...>> sussurrò l'uomo.

<<È morta>> dissi schietto, e il castano si girò nella mia direzione.

<<E tu devi essere il figlio di Kuchel...>> mi disse acido l'uomo.

Aveva uno sguardo che odiavo.

L'espressione piena di disprezzo vedendomi, però anche una certa pietà per le mie condizioni pessime.

<<Come ti chiami?>> chiese lui.

<<Levi. Levi e basta>> risposi appoggiando il mento alle ginocchia.

<<Allora non gli hai detto la verità eh Kuchel?>> chiese Kenny e io lo guardai interrogativo.

<<Io sono Kenny. Kenny e basta>> affermò l'uomo sedendosi anche lui per terra.

Mi prese con lui, e mi diede un posto dove dormire, mangiare, e anche allenarmi una volta riprese le forze.

Poi un giorno, Kenny mi disse di mettermi i vestiti migliori e di seguirlo.

Io feci come aveva detto, lo avevo sempre fatto.

Io volevo essere come lui, sapevo della sua fama per essere un assassino, e io volevo imitarlo.

Volevo renderlo fiero almeno una volta...

Mi portò dentro a un palazzo enorme, dove c'era un uomo anziano, con gli occhi viola illuminati, che subito mi osservarono.

<<Quindi è lui il ragazzino di cui mi hai parlato?>> chiese l'uomo.

<<Sì Uri, lui è Levi. Sai bene perché sono qui, è bene che impari>> disse Kenny guardandomi e io guardai in basso.

<<Portalo dall'angelo>> disse Uri e io rimasi confuso.

<<Angelo? Che cos'è... un angelo?>> chiesi a Kenny ma lui non rispose.

Avevo davvero paura di sapere quello che mi aspettava, ma quando arrivammo dal cosiddetto "angelo" rimasi senza parole.

I capelli come il miele, gli occhi di un celeste così acceso che non avevo mai visto, i lineamenti delicati, e poi...

Le ali...

Non erano come le mie ali, non erano nere e ruvide, ma erano bianche e sembravano anche così morbide.

<<Stiamo studiando le ali degli angeli da molto tempo. Abbiamo scoperto che esiste un tipo di ali, che se riusciamo ad ottenere può aiutarci a oltrepassare il confine>> disse l'uomo e io rimasi senza parole.

Quelle ali... Le avrei trovate. A qualsiasi costo.

Kenny mi diede dei coltelli, avrei dovuto scegliere io quale era quello più adatto.

Non volevo deluderlo.

Presi un coltello, e mi avvicinai all'angelo che piangeva e urlava, e io strinsi forte il coltello.

Presi con violenza l'ala, e la tagliai con un colpo secco, poi feci la stessa cosa con l'altra ala, e sorrisi.

Kenny sarebbe sicuramente stato fiero.

Mi girai, e notai che lui non c'era, nessuna traccia.

Lo avevo deluso così tanto?

Non importa. Se ne pentirà quando troverò quelle ali

Angolo atroce

WOOOOH ORA AVETE CAPITO COME MAI LEVI È COSÌ FISSATO CON LE ALI, E COME È DIVENTATO COSÌ.

E ovviamente, di chi saranno quelle ali? ;)

Sei tu il mio peccato migliore ❤︎Levi x reader❤︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora